Nuova tegola per Chiara Ferragni. Dopo il caso delle bambole Trudi e delle Uova di Pasqua Dolci e Preziosi, è finita sotto i riflettori anche l’operazione condotta da Oreo nel 2020. Il Codacons aveva chiesto di fare chiarezza sull’operazione di beneficenza che aveva visto coinvolta Chiara Ferragni presentando un esposto all’Agcm, oltre che alle Procure impegnate nelle indagini. Oggi l’azienda produttrice della famosa linea di biscotti si è dichiarata estranea a qualsiasi attività di beneficenza legata direttamente o indirettamente a Chiara Ferragni.
Chiara Ferragni caso Oreo, l’azienda prende le distanze
La comunicazione da parte dell’azienda è arrivata nella giornata odierna dopo che si era diffusa la notizia che l’influencer fosse finita sotto la lente di ingrandimento anche per la vicenda dei biscotti Oreo. La società Mondelez Italia è intervenuta dopo la richiesta di chiarimenti da parte del Codacons:
“In risposta alla vs lettera del 15/01/2024 si rende necessario evidenziare preliminarmente che l’accordo di collaborazione tra Oreo e Chiara Ferragni comportava che la Sig.ra Chiara Ferragni disegnasse un packaging in limited edition di Oreo Double, in vendita da Marzo 2020 per un breve periodo e da noi venduto alla grande distribuzione allo stesso prezzo di cessione del prodotto standard”.
In merito alla Capsule Collection Oreo by Chiara Ferragni, l’azienda ha spiegato che “questa comprendeva una parte utilizzata come premio del concorso ‘Libera il tuo stile Oreo’ nel 2020, e come tale non oggetto di vendita, e un’altra parte dedicata, venduta direttamente dalla Sig.ra Chiara Ferragni attraverso i propri canali”.
Una collaborazione dunque che non prevedeva alcun accordo di beneficenza, come ha tenuto a specificare l’azienda. Dunque tra Chiara Ferragni e la società Mondelez ci sarebbe stato solo un accordo di natura commerciale come attesterebbero diversi contenuti pubblicati su Instagram dalla stessa influencer dove si sponsorizzavano prodotti Oreo attraverso l’apposita dicitura “Adv”.
In alcuni messaggi però indirizzati ai follower l’influencer aveva specificato che il 100% del ricavato delle vendite sarebbe andato in beneficenza per iniziative contro il Coronavirus. A tal proposito, l’azienda ha voluto fare una precisazione:
“A seguito dell’emergenza Covid la signora Chiara Ferragni ha deciso autonomamente, al di fuori dell’accordo commerciale in essere, di donare in beneficenza l’ammontare derivante dai proventi della vendita della parte della capsule collection nella sua disponibilità”.
Il Codacons minaccia una nuova denuncia
L’azienda produttrice dei biscotti Oreo ha invitato il Codacons a chiedere informazioni direttamente alle società legate a Chiara Ferragni. In una nota l’associazione dei consumatori ha spiegato “di aver chiesto alle società della Ferragni e al ministero del lavoro – competente per le raccolte fondi – tutti i dettagli circa la donazione effettuata, per capire l’entità delle vendite della capsule collection, le somme destinate in beneficenza, la data e le modalità della donazione. In caso di mancata risposta, sarà inevitabile una nuova denuncia contro l’influencer”.
Indagata per truffa aggravata Chiara Ferragni anche per i casi delle bambole e delle uova pasquali
Sull’influencer incombono le uova di Pasqua Dolci Preziosi e la bambola Trudi datata 2019. E, in tutto questo, ci sono due procure che rivendicano proprio il fascicolo sui pandori: quella di Milano, che parla di continuità tra i filoni d’inchiesta, e quella di Cuneo in cui ha sede proprio la Balocco. A decidere la competenza sarà la Procura generale della Cassazione.
Oramai arcinoto il caso del pandoro lanciato nel 2022. Una parte del ricavato della vendita sarebbe stata destinata in beneficienza per la ricerca scientifica su sarcoma e osteosarcoma di Ewing. L’accusa sostiene invece che, a una somma stabilita in anticipo, non sia stato aggiunto altro denaro. Ne era seguita la multa da un milione dell’Antitrust nonché le scuse pubbliche della stessa Chiara Ferragni.