“Sono convinta che mia figlia sia stata venduta”. Lo ha dichiarato la mamma della piccola Kata nel corso della trasmissione Ore 14, tornando a parlare delle possibili cause della scomparsa della bambina di appena cinque anni dall’ex hotel Astor di Firenze lo scorso 10 giugno.
Che fine ha fatto la piccola Kata secondo la madre
Secondo Katherine Alvarez la figlia potrebbe essere stata rapita e poi venduta da qualcuno che sapeva bene come muoversi all’interno dell’ex hotel in cui con la famiglia vivevano abusivamente. Qualcuno che oltre a conoscere i suoi orari di lavoro e le sue abitudini sapeva anche come sfuggire alle varie telecamere di videosorveglianza installate nei pressi dello stabile di via Magliarino.
Lo ha dichiarato nel corso dell’ultima puntata di Ore 14, ipotizzando che in molti si siano accorti del rapimento della piccola e che ora stiano nascondendo la verità per paura di subire delle ritorsioni.
Non è la prima volta che lo afferma. Non aveva mai parlato, invece, dei messaggi ricevuti dopo la scomparsa della bambina, inviatigli dalla stessa giovane che l’ha da poco denunciata per lesioni aggravate in relazione a una violenta rissa consumatasi in discoteca. Messaggi in cui la donna le avrebbe scritto:
Tutto quello che si fa si paga. Dio mi perdoni, ma te lo meriti per aver distrutto la mia famiglia. Per esserti messa con un uomo che aveva moglie e figli. Non mi dà pena quello che stai passando. Il karma ci mette tempo, però arriva e a te è arrivato. Piangi come un giorno ho pianto io.
Il nuovo appello ai presunti rapitori della bambina
La speranza di Katherine Alvarez e del marito Miguel Angel Montero Chicclo, tornato in carcere per aver violato l’obbligo di firma dopo essere finito ai domiciliari per reati che non riguardano la scomparsa della figlia, è che Kata sia viva.
Con il passare dei mesi, però, le sparenze si affievoliscono. “Non ha fatto del male a nessuno, lasciatela andare”, ha chiesto in lacrime ai suoi presunti rapitori dopo aver avanzato l’ipotesi che sia stata venduta.
Da poco i legali che assistevano lei e il padre della bambina, gli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, hanno rinunciato all’incarico per colpa delle “reiterate interferenze subite” dall’esterno nel corso delle indagini, facendo sapere che era venuto a mancare, tra loro e i propri assistiti, il necessario “rapporto fiduciario”.
Le piste al vaglio degli inquirenti
Da mesi gli investigatori lavorano senza sosta per capire che fine abbia fatto la piccola. Il 10 giugno 2023 stava giocando nel cortile esterno dell’edificio occupato sotto la sorveglianza dello zio Abel (che sarebbe finito in carcere con l’accusa di far parte del racket degli affitti dell’area insieme a dei connazioni), quando, all’improvviso, era sparita nel nulla.
A dare l’allarme era stata la madre che una volta tornata dal lavoro non l’aveva vista insieme al fratello e agli altri bambini, sporgendo denuncia. Tra le piste al vaglio di chi indaga, oltre a quella di un rapimento a scopo di ritorsione, c’è quella di uno scambio di persona: si pensa che la bimba possa essere stata presa al posto di una sua coetanea da qualcuno che voleva punire l’uomo con cui la madre viveva, un narcotrafficante peruviano con debiti di droga.
In due, al momento, sono indagati per la vicenda: lo zio materno e quello paterno di Kata (innocenti, secondo i familiari). Sono state archiviate, invece, le posizioni dei tre ex occupanti dello stabile di via Magliarino finiti nel mirino degli inquirenti perché visti uscire con valigie e borsoni dall’ex hotel proprio il giorno della scomparsa. Dopo averli analizzati, il genetista Ugo Ricci, che si è occupato degli accertamenti, ha infatti escluso la presenza di tracce della bimba al loro interno.
Si pensava che ce l’avessero nascosta per portarla via. Non è chiaro, infatti, come sia stata fatta uscire. Tante cose non sono chiare. La speranza è di riuscire presto ad arrivare alla verità.