Superbonus e contributo a fondo perduto nel 2024. Nel decreto legge n. 212/2023 (decreto Salva Superbonus) è stato introdotto un nuovo contributo a fondo perduto finalizzato alla copertura della detrazione fiscale per i lavori ancora in corso.

Un intervento che coprisse gli interventi non ultimati era atteso da tempo, soprattutto dopo la spallata secca al Superbonus. Il governo italiano ha cercato di chiudere il cerchio introducendo un fondo perduto per disagio economico, un beneficio strettamente legato al reddito familiare.

Fino ad oggi, sono state apportate modifiche al Superbonus, ma del contributo a fondo perduto si sa poco e nulla; più che altro, è atteso il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 28 febbraio 2024.

Superbonus 2024 contributo a fondo perduto

 Nelle ultime settimane, sono state molte le domande ricevute che sollevano il problema di chi potrà beneficiare del contributo a fondo perduto per gli interventi non ultimati del Superbonus.

In tanti sono convinti che la nuova misura sarà nuovamente modificata con l’aggiunta di ulteriori limiti; altri, invece, sperano fortemente di rientrare nel beneficio. Vediamo insieme come funziona il nuovo contributo a fondo perduto per il Superbonus nel 2024.

Contributo a fondo perduto: cos’è e come funziona

  Il contributo a fondo perduto è stato introdotto nell’articolo 1 del DL n. 212 del 29 dicembre 2023. Il beneficio prevede il riconoscimento di una somma di denaro da parte dell’Agenzia delle Entrate, disposta in favore di contribuenti persone fisiche che si trovano in difficoltà economica e che hanno sostenuto nel 2023 interventi edilizi detraibili dall’Irpef con percentuale del 90%.

Il contributo spetta ai soggetti che:

  • hanno un reddito di riferimento per l’anno di imposta 2023 non superiore a 15.000 euro e hanno raggiunto, al 31 dicembre 2023, uno stato di avanzamento dei lavori del 60%;
  • hanno sostenuto tra il 1° gennaio 2024 e il 31 ottobre 2024 spese relative agli interventi edilizi in condomini.

Per maggiori dettagli sulla copertura dell’agevolazione dal 1° gennaio 2024, sarà necessario attendere l’entrata in vigore del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Quando arriva il decreto MEF?

 Nel decreto Salva Spese numero 212 del 29 dicembre 2023, sono contenute le indicazioni principali che riguardano il contributo a fondo perduto per diversi interventi realizzati attraverso il Superbonus, per le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024.

Il contributo a fondo perduto dovrebbe attivarsi in favore dei contribuenti che hanno visto ridurre drasticamente la soglia del beneficio fiscale, sceso da 110%, 90%, a 70%.

In particolare, l’articolo 1, comma 2, del DL n. 212 del 29 dicembre 2023, recita:

 “È  autorizzata  la corresponsione di un contributo in favore  dei  soggetti  di  cui  al comma 1 con un reddito di riferimento non superiore  a  15.000  euro, per  le  spese  sostenute  dal  1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024 in relazione agli interventi  di  cui al comma 8-bis, primo periodo, del citato articolo 119, che entro  la data del 31 dicembre 2023 abbiano raggiunto uno stato di  avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento”.

Quando arriva il Superbonus a fondo perduto?

 Per avere la certezza che la spesa sostenuta sia coperta dall’agevolazione fiscale, è indispensabile attendere almeno entro il 28 febbraio 2024. Infatti, per questa data, secondo la legge, è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nel decreto del MEF saranno stabiliti i criteri principali per l’erogazione del contributo.

Nel dettaglio, la succitata legge recita:

 “Il contributo di  cui  al presente comma è erogato,  nei  limiti  delle  risorse  disponibili, dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e  modalità  determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze  da  adottarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in  vigore  del  presente decreto. Il contributo di cui al presente comma  non  concorre  alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi”.