Pensioni, la legge di Bilancio 2024 non ha confermato lo scivolo delle uscite anticipate di 60 mesi dei contratti di espansione. Si riduce il quadro degli scivoli previdenziali ad oggi in vigore. Ma oltre al restringimento delle possibilità di lasciare prima il lavoro, i lavoratori e le imprese perdono uno strumento, il contratto di espansione, che assicurava un largo prepensionamento e un risparmio di costi per i datori di lavoro. La misura, infatti, comporta i minori costi per le imprese nell’accompagnare il lavoratore alla pensione, di vecchiaia o anticipata.

Pensioni, nel 2024 stop allo scivolo per le uscite anticipate di 60 mesi

Stop al contratto di espansione dal 1° gennaio 2024, la misura di scivolo di pensione che assicurava, fino a tutto lo scorso anno, un anticipo dell’uscita dal lavoro fino a 60 mesi prima (cinque anni), sia che si fosse puntato a ridurre i requisiti della pensione di vecchiaia che a diminuire i contributi necessari per la pensione anticipata.

Le imprese con almeno 50 unità lavorative – requisito, quest’ultimo, progressivamente ridotto nel corso degli anni – con il contratto di espansione avevano la possibilità di accompagnare i lavoratori alla pensione, mediante il versamento di un’indennità mensile calcolata sulla pensione maturata fino al momento dell’uscita.

Pensioni anticipate 2024 scivolo: come funziona il contratto di espansione?

In questo modo, i lavoratori – grazie ad accordi sindacali da siglare davanti al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – anticipavano l’uscita a 62 anni, anziché 67, nel caso di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, o con 37 anni e 10 mesi (36 anni e 10 mesi per le donne) di contributi, anziché i 42 anni e 10 mesi (o 41 anni e 10 mesi per le donne) richiesti per la pensione anticipata fino al 31 dicembre 2026.

Nel caso della pensione anticipata, le imprese si facevano carico anche dei contributi previdenziali da versare a favore del lavoratore nei cinque anni di prepensionamento, ma solo se l’obiettivo dello scivolo fosse stato quello di anticipare rispetto alla pensione dei 42 anni e 10 mesi di contributi.

Chi ha diritto al contratto di espansione?

Tuttavia, la convenienza per le aziende nell’accompagnare i lavoratori alla pensione, era testimoniata dal fatto che una parte del costo da sostenere per la contribuzione del periodo di prepensionamento fosse coperta dall’utilizzo dell’indennità di disoccupazione Naspi. Senza questa indennità, i costi per le imprese sarebbero stati ben più elevati.

Considerando un lavoratore dipendente con stipendio lordo di 35mila euro all’anno (pari a un netto di 23.200 euro), l’uscita anticipata di 60 mesi con il contratto di espansione assicurava un risparmio di costi quantificabile tra i 93mila e i 124mila euro (su un costo totale del lavoro di 196mila euro per i 60 mesi del prepensionamento).

Pensione anticipate, quale scivolo conviene nel 2024?

Uno scivolo alternativo per il prepensionamento dei lavoratori è l’isopensione che, rispetto al contratto di espansione e alle stesse condizioni dell’esempio precedente, consente un risparmio che non arriva a 50mila euro. Proprio dal 1° gennaio 2024 sono cambiate alcune condizioni dell’isopensione. È rimasto invariato il requisito di accesso allo scivolo per le imprese (più di 15 dipendenti), ma il periodo di fruizione della misura è sceso dai 7 anni del 2023 ai 4 anni del 2024.

Quale scivolo pensionistico conviene di più?

Rispetto al contratto di espansione l’indennità a carico delle imprese è più costosa perché comprende anche la contribuzione da calcolare in base alla retribuzione degli ultimi 48 mesi. Nel caso del contratto di espansione con obiettivo pensione di vecchiaia, invece, il costo per le imprese consisteva nella sola indennità (calcolata sui contributi maturati al momento dell’uscita) per tutto il periodo di prepensionamento (fino a 60 mesi). Nel caso di anticipo rispetto alle pensione anticipata, il calcolo di quanto spenda l’impresa va fatto sull’indennità dovuta per il periodo di prepensionamento più la contribuzione necessaria.

Al risultato bisogna sottrarre l’incentivo statale costituito dal valore dell’indennità Naspi nel caso di anticipo rispetto alla pensione anticipata per i primi due anni. Terminato il periodo di copertura Naspi, l’impresa sopporta i costi dell’indennità e della contribuzione.