Il presidente dell’Argentina, Javier Milei, è salito al potere poco più di un mese fa e deve ora affrontare uno sciopero di 12 ore contro le nuove riforme adottate da lui.
Lo sciopero contro le nuove riforme rappresenta una sfida per il neo presidente dell’Argentina
Mercoledì, 24 gennaio, il più grande sindacato dell’Argentina ha avviato uno sciopero generale di 12 ore in opposizione ad un pacchetto di riforme promosso da Milei, che rappresenta la prima sfida per il governo. Manifestazioni sono programmate in diverse città del Paese, compresa la capitale, Buenos Aires.
L’azione di sciopero è partita alle 12:00 ora locale ed ha generato impatti significativi su vari settori, compresi trasporti, banche, ospedali e servizi pubblici. Le compagnie aeree locali hanno segnalato la cancellazione di centinaia di voli a causa delle circostanze.
La crisi economica
Il potere d’acquisto degli argentini è stato fortemente compromesso da un tasso di inflazione annuo superiore al 211 per cento, il più elevato degli ultimi 32 anni. Attualmente, due cittadini su cinque vivono in condizioni di povertà.
Il mese scorso è entrato in vigore un decreto che includeva circa 300 riforme, tra cui tagli alla spesa e privatizzazioni. In seguito, gli argentini sono scesi in piazza per protestare contro i piani del neo presidente.
Milei sta intervenendo per gestire la stabilizzazione dell’economia e la riduzione di un profondo deficit fiscale. Tuttavia, in meno di un mese e mezzo, ha provocato una svalutazione della moneta superiore al 50 per cento.