Come finisce “La Storia” di Elsa Morante? Si tratta di un romanzo storico pubblicato nel 1974 ed è probabilmente una delle opere più celebri e allo stesso modo più criticate della scrittrice romana.

La stesura ha richiesto tre anni, a cui si sono sommati i tempi per il travagliato percorso editoriale.

Elsa Morante infatti aveva imposto che “La Storia” fosse pubblicato direttamente in edizione tascabile ed ad un prezzo di vendita basso in modo incentivare la diffusione di questo particolare spaccato di vita durante e dopo la seconda guerra mondiale. 

Il romanzo è infatti ambientato a Roma negli anni tra il 1941 e il 1947. Il racconto si trasforma così in una descrizione dello scenario bellico, con i più famosi quartieri di Roma devastati dai bombardamenti. La narrazione poi si impregna di forti connotati di realismo, grazie alle azioni dei protagonisti, della caduta in  povertà di alcuni personaggi e delle gesta patriottiche delle fazioni partigiane a contrasto delle operazioni nazifasciste.

Come finisce “La Storia” di Elsa Morante: il riassunto dell’opera

La protagonista del romanzo “La Storia” è Ida Ramundo, una maestra di origini ebree di 37 anni. Ida vive in una Roma, profondamente segnata dalla seconda guerra mondiale. È rimasta vedova del marito Mancuso e ha un figlio di 15 anni, Antonino detto Nino.

Una notte di gennaio, non meglio precisata, Gunther, un giovane soldato del Reich, vaga per la città in cerca di un bordello. Il militare è alterato dall’abuso di alcolici e si imbatte accidentalmente in Ida.

Gunther la afferra con forza e decide di dare sfogo alla sua voglia sessuale, violentando la donna. Ida cerca invano di opporsi.

A causa dell’abuso sessuale la donna rimane incinta. Nascerà un piccolo e fragile bambino, cui verrà dato il nome Giuseppe e che verrà soprannominato “Useppe” dal fratello Nino. La vita di Ida e dei suoi figli viene ulteriormente sconvolta nel 1943.

Un bombardamento distrugge la loro casa e la famiglia e costretta a cercare ospitalità al ricovero per gli sfollati di Pietralata. Le terribili condizioni di vita durante la guerra devastano ancor più l’animo di Ida. 

Il figlio Nino decide prima di arruolarsi nelle fila fasciste, per poi passare a combattere il nemico nazista con i partigiani. È tra la resistenza che Nino conosce e diventa profondo amico di Davide Segre.

Le ultime vicende raccontate nel romanzo

La fine del conflitto armato nel 1945 non coincide con un miglioramento delle condizioni per l’intera famiglia. 

Nino è profondamente turbato dalle azioni belliche e non riesce ad inserirsi nel mondo del lavoro e nella nuova società.

Finisce per dedicarsi ad azioni di contrabbando e perde poco dopo la vita in uno scontro con le forze dell’ordine. 

Davide, dopo un fallito tentativo di cercare fortuna al Nord Italia, torna a Roma. La sua vita è però stravolta da quanto accaduto in battaglia. Il giovane inizia a fare abuso di droga ed alcolici e troverà la morte per overdose.

Nel frattempo il piccolo Useppe inizia a manifestare i primi sintomi della sua malattia, finora latente, l’epilessia. Un forte attacco gli toglie la vita mentre è solo in casa, senza alcuna possibilità di essere soccorso dalla madre. La guerra ormai ha tolto tutto ad Ida.

La donna cade in un profondo stato di depressione finché non risulta necessario il suo ricovero in manicomio, dove morirà 9 anni dopo.

Le differenze tra romanzo e trasposizione televisiva 

Le vicende narrate nel romanzo “La Storia” sono diventate una serie televisiva di 8 puntate. La regista Francesca Archibugi e i vari sceneggiatori hanno lavorato a lungo per adattare al meglio il racconto letterario ai canoni televisivi.

La serie infatti ha uno stile meno descrittivo e ciò limita l’immedesimazione psicologica da parte dello spettatore.

La trama è molto fedele al racconto ma alcuni aspetti sono poco approfonditi per esigenze televisive. Questi dettagli portano perciò ad una minore introspezione dei personaggi e ad un inferiore impatto emotivo della caduta psicologica della protagonista.