Polemiche, scambi di accuse e umori alterni: è quanto si riscontra nelle reazioni di governo e partiti d’opposizione all’approvazione in Senato del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Da un lato, la maggioranza gongolante per un primo, importante tassello aggiunto nella difficile strada delle riforme; dall’altro, esponenti della minoranza che denunciano i rischi per il Paese della riforma voluta dal leghista Calderoli.

Autonomia, le reazioni di governo e opposizione, Foti (Fi) schernisce il Pd: “Fa solo propaganda”

Le relazioni già tese tra governo e opposizioni si inaspriscono ulteriormente – e inevitabilmente, verrebbe da dire – dopo l’approvazione del ddl sull’autonomia differenziata, avvenuta ieri in Senato.

Le posizioni dell’esecutivo e della minoranza sono totalmente agli antipodi sulla riforma. Tassello fondamentale per quel decentramento tanto voluto dalla Lega di Matteo Salvini, la norma viene accusata di ‘spaccare in due’ l’Italia dai partiti di minoranza.

Esulta Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, ai microfoni dell’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, che lega il disegno di legge alla riforma del premierato, anch’essa cavallo di battaglia dell’esecutivo.

“Il progetto sulle autonomie e quello sul premierato vanno avanti. Noi pensiamo che vada cambiato l’assetto istituzionale di questo Paese per quanto riguarda l’elezione diretta del presidente del Consiglio, che è una rivoluzione perché consente finalmente ai cittadini di poter decidere da chi essere governati”.

Foti respinge con ironia le proteste dell’opposizione al ddl Calderoli, spiegando che l’autonomia consentirà alle regioni che lo vorranno di dare attuazione a una norma inserita in Costituzione, con tre voti di scarto, dalla sinistra stessa.

“Le rimostranze della sinistra, oggi, fanno semplicemente ridere. Il presidente Bonaccini, con vicepresidente l’onorevole Schlein, fece approvare in regione Emilia Romagna la sottoscrizione di un possibile accordo con lo Stato per attuare l’autonomia differenziata. Non vedo, quindi, che cosa possa dire il Pd, se non vergognarsi di una battaglia che è solo propaganda”.

Mulè (Fi) sui Lep e la fiducia nel Sud: “Darà prova di capacità amministrativa”

Segue la linea del collega di maggioranza anche Giorgio Mulè di Forza Italia, che rimarca come l’autonomia fosse già in Costituzione e ribadisce come fosse fortemente voluta anche dalla sinistra.

Il vicepresidente della Camera dei Deputati si sofferma sull’importanza dei Lep (i Livelli essenziali delle prestazioni), quei servizi che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, come previsto dall’articolo 117 della Costituzione.

Mulè assicura l’impegno del governo per stabilirli in tempi celeri e, a chi parla di un Sud svantaggiato dalla riforma, replica con un atto di fiducia nei confronti del Meridione.

“Ci sono 20 materie su cui bisognerà stabilire i Lep, proprio per evitare che ci siano differenze tra Nord e Sud. Ed essendo cittadino del sud Italia, fatemi dire con orgoglio che, da questa prova, esso dimostrerà la propria capacità amministrativa“.

Tajani attribuisce a Forza Italia il merito per aver “attenuato posizioni troppo autonomiste”

Proprio per quanto riguarda il Sud, arrivano le parole di Antonio Tajani, per il quale è stata la posizione equilibrata di Forza Italia a garantire che la riforma non fosse “nordista e tenesse da conto le istanze del Meridione.

“Forza Italia ha una posizione equilibrata, non siamo contrari all’autonomia ma non deve penalizzare il Sud. Su questo siamo fermissimi, per ora i correttivi che abbiamo apportato vanno in questa direzione. L’azione di FI ha attenuato alcune posizioni un po’ troppo autonomiste, alla Camera continueremo a vigilare su questo”.

Gava (Lega): “Primo passo di battaglia storica che non divide”

Particolarmente entusiasta la Lega di Matteo Salvini, da sempre sostenitrice del progetto, portato avanti in questa legislatura dal suo ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli.

Vannia Gava, viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica, ribadisce l’importanza del provvedimento per il suo partito e per i rappresentanti locali.

“Il voto di ieri sull’autonomia rappresenta il primo passo di una battaglia storica degli amministratori della Lega a vari livelli per un governo più efficace dei territori, che non divide il Paese ma lo omogeneizza grazie all’attento ed approfondito studio condotto sui LEP”.

Autonomia, le reazioni dell’opposizione alla riforma del governo, Fico (M5S): “Tragedia per il Paese”

Dall’altra parte della barricata, ovviamente, si alza il coro unanime dell’opposizione contro il ddl autonomia.

La norma viene contestata sia per le disuguaglianze che porterebbe tra regione e regione, sia per il metodo utilizzato dalla maggioranza per approvarla – con lo ‘scambio di favori’ tra Lega e Fratelli d’Italia per le loro rispettive riforme: autonomia, appunto, da un lato e premierato dall’altro – sia, infine, per il caos che il combinato disposto delle due comporterebbe a livello istituzionale.

Su questo tasto spinge, in particolare, Roberto Fico del Movimento 5 Stelle.

“Il problema è che ci porta verso un caos istituzionale terribile. L’autonomia differenziata porta ad avere presidenti delle regioni forti, mentre, con il premierato, avremmo il premier più forte. Sono due direzioni totalmente opposte, una territoriale/regionale, l’altra nazionale. Che senso ha?”

Inoltre, Fico ribadisce i dubbi di molti sulle disuguaglianze che questo regionalismo differenziato – come lo definisce – comporterebbe, con regioni che potranno legiferare su alcune materie, e altre che potranno farlo su altre.

“È una tragedia prima di tutto per il Paese perché è una legge totalmente antistorica, che non risponde più alla realtà dei tempi. Un mondo globalizzato, dove andiamo in Europa cercando di portare anche in politica estera una voce sola, di fronte ai grandi conflitti che ci sono, mentre nel nostro Paese andiamo a ripescare l’autonomia differenziata”.

Conte (M5S): “Norma indebolirà la coesione sociale”

Sono le distanze e le differenze che la norma rischia di produrre tra i vari enti locali a preoccupare, invece, il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte.

Intervenuto a un convegno organizzato dal sindacato Flp-Cse a Roma sull’importanza delle funzioni locali, Conte definisce “insidioso e pericoloso” il “disegno complessivo” del provvedimento che, a suo dire, “indebolirà la coesione sociale.

“Io sono un cittadino e un politico che non ha assolutamente paura di usare la parola ‘patria’, però se io parlo di patria come la nazione, sappiamo che il nostro Paese è uno e indivisibile e deve marciare assolutamente in modo coeso. Se non corriamo tutti insieme non corre nessuno. Le regioni più disagiate arrancheranno sempre di più“.

Le reazioni dei governatori, Bonaccini (Pd) denuncia il ‘baratto’ nel governo: “Autonomia ‘bluff’ in cambio del premierato”

Per Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, il provvedimento sull’autonomia differenziata è un bluff” basato sullo scambio con Fratelli d’Italia per il premierato, necessario per risollevare le sorti elettorali del partito di Matteo Salvini

“In tanti sventolano la bandiera di San Marco perché la Lega è in oggettiva difficoltà. Al Sud sta crollando il consenso ma anche al Nord: basta guardare i risultati delle ultime amministrative e non è che le cose vadano benissimo. Fratelli d’Italia è sempre stata contro o molto tiepida sul tema dell’autonomia differenziata”.

Bonaccini replica, infine, a chi dai banchi del governo lo considera parte di quella ‘sinistra ipocrita’ che anni fa era favorevole all’autonomia e ora la contesta solo perché a farla è un governo di centrodestra. Il presidente dell’Emilia Romagna spiega di aver firmato “una pre-intesa” nel 2018, insieme a Roberto Maroni e Luca Zaia – allora, rispettivamente, presidenti di Lombardia e Veneto – con il presidente del Consiglio dell’epoca Paolo Gentiloni. Quel testo, spiega Bonaccini, non prevedeva “un euro in più rispetto a quelli che già arrivavano.

Emiliano duro contro la legge: “Cittadini chiedano referendum per abrogarla”

Usa parole durissime contro la legge Michele Emiliano, presidente della regione Puglia, denunciando che si tratta di un errore costituzionale e politico molto grave.

Secondo Emiliano, l’autonomia così concepita – con i nuovi poteri di cui saranno dotate le regioni – finirà col ricondurre l’Italia all’epoca precedente l’unità della nazione. Questo perché ogni regione avrà le proprie leggi su materie come la scuola, la sanità, i trasporti, che prima erano di competenza esclusiva dello Stato.

Senza contare, la disparità delle condizioni di partenza tra le regioni, su cui è necessario intervenire. Ed Emiliano cita l’esempio della sanità.

La Puglia ha la metà degli ospedali dell’Emilia Romagna. Possiamo mai fare una gara equilibrata con la metà degli ospedali? Con 20 dipendenti in meno, con 250 milioni di budget sulla sanità meno dell’Emilia Romagna ogni anno? È chiaro che questa partita così diventa una tragedia”.

Il governatore pugliese, quindi, si appella ai cittadini.

“Chi si oppone a decisione del Parlamento cosa può fare? Può chiedere un referendum sulla legge. Un referendum abrogativo”.

Autonomia, De Luca della Campania parla di “Controrisorgimento”

Usa, come suo solito, una formula ‘a effetto’ il presidente della Campania Vincenzo De Luca, parlando di ‘Controrisorgimento’ introdotto con la legge sull’autonomia voluta dal governo.

“Siamo di fronte a un vero e proprio ‘Controrisorgimento’, che nega l’unità d’Italia e tradisce il Sud. Chi parla di ‘Nazione’ sta tradendo l’Italia e calpestando il Sud”

Il governatore annuncia, poi, che la conferenza stampa indetta per domani – 25 gennaio – alle ore 11 nella sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia, servirà per lanciare la mobilitazione a difesa del Sud e dell’unità nazionale.

“Proporremo, in questo clima di totale confusione, le cinque questioni per le quali l’autonomia differenziata spacca l’Italia e configura una vera e propria truffa politica. Riproporremo la nostra alternativa all’autonomia: burocrazia zero e Italia unita. Proporremo anche iniziative sul piano legislativo e costituzionale per bloccare il disegno secessionista“.