Risultano essere indagate dalla Procura di Milano due delle psicologhe del carcere di San Vittore a Milano che hanno assistito, durante la detenzione, Alessia Pifferi, la donna accusata di aver lasciato morire sua figlia, la piccola Diana, di stenti nell’estate del 2022. Anche la sua legale è indagata al momento.

Alessia Pifferi, indagate due psicologhe: ecco perché

La Polizia penitenziaria ha eseguito perquisizioni nei confronti delle due professioniste. Due psicologhe che hanno assistito Alessia Pifferi in carcere ora sono iscritte nel registro degli indagati con le accuse di favoreggiamento e di falso ideologico.

La decisione della Procura di Milano, che è stata resa nota oggi, mercoledì 24 gennaio 2024, è arrivata dopo che i consulenti e gli esperti hanno notato alcune attività ed alcune operazioni non molto chiare.

I professionisti, nello specifico, hanno parlato di colloqui clinici e test psicoattitudinali che sarebbero stati realizzati “in violazione dei protocolli” vigenti in Italia.

Le due psicologhe indagate, che lavorano nel carcere di San Vittore a Milano, secondo le accuse, non avrebbero adottato nei confronti della donna un atteggiamento di “descrizione clinica”, bensì di “estrapolazione deduttiva di una vera e propria tesi difensiva”.

Le due professioniste che hanno assistito Alessia Pifferi ora sono dunque chiamate a rispondere a tali accuse. Il punto principale da chiarire è se le due psicologhe abbiano agito secondo i protocolli e nel modo corretto o meno.

Al momento esse risultano essere solamente indagate e non per questo sono necessariamente colpevoli. Nei prossimi mesi, si cercherà di fare luce su quanto accaduto e sarà poi un tribunale a stabilire, dopo un processo, la loro colpevolezza o la loro innocenza.

Le accuse

L’iscrizione nel registro degli indagati delle psicologhe era stata realtà già anticipata dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro. Questi ultimi, davanti alla Corte d’assise di Milano, si erano infatti opposti alla richiesta di sentire le due psicologhe in qualità di testimoni.

Secondo quanto riferito dagli stessi pm in Aula, la madre accusata di aver lasciato morire la figlia sarebbe stata aiutata a fornire una versione differente rispetto a quella fornita all’inizio. Le psicologhe avrebbero portato la donna a “rivisitare i fatti contestati in un’ottica difensiva”.

Ciò avrebbe dunque portato Pifferi a fare una ricostruzione alternativa e diversa alle udienze del processo.

Gli psichiatri Marco Lagazzi e Alice Natoli, consulenti della Procura, in una relazione depositata alla Corte d’Assise nel processo in corso, hanno già espresso la loro “forte perplessità” rispetto alla prassi utilizzata dalle due professioniste nei confronti della detenuta, quando si trovava presso il carcere di San Vittore.

A suscitare dubbi è stato in particolar modo il test psicometrico Wais. Secondo i consulenti

Tale test non ha nulla a che fare con la gestione penitenziaria, ma è utile per la difesa penale, e per una intensiva rilettura del caso fatta con l’imputata di un così grave reato.

Di conseguenza dunque, secondo i pm, ci potrebbe essere stata una presunta “manipolazione” sull’imputata.

Indagata anche l’avvocatessa Pontenani

In questa vicenda risulta essere coinvolta anche la legale di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani. L’avvocatessa sta difendendo la donna, la quale è a processo per omicidio pluriaggravato.

Pifferi è accusata di aver lasciato morire di stenti, nel luglio del 2022, la figlia Diana di appena 8 mesi. La donna avrebbe lasciato la piccola da sola in casa per sei giorni. Ma cosa c’entra la sua legale?

Secondo il pm Francesco De Tommasi, sarebbe stato “falsamente attestato” ch  la donna a processo per omicidio pluriaggravato aveva un quoziente intellettivo pari a 40. Dunque avrebbe un “deficit grave”.

Il test fatto alla madre di Diana, stando alle accuse che vengono mosse adesso, non sarebbe però utilizzabile ai fini diagnostici e valutativi. Anche l’avvocatessa Alessia Pontenani ora è indagata dalla Procura di Milano.

Sarà chiamata a rispondere alle accuse nei suoi confronti e alle domande degli esperti. Nel frattempo il processo contro Alessia Pifferi continua ad andare avanti. Ci sono ancora dei punti da chiarire.