Quali sono i settori più dinamici e vitali secondo i dati Movimprese? Ecco cosa è emerso dalla rielaborazione dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Unioncamere e InfoCamere hanno elaborato i dati Movimprese sul trend demografico delle imprese nel corso del 2023. Tra i comparti più dinamici c’è il settore edile, il comparto del turismo e la consulenza per le aziende.
Tra i settori che rallentano c’è il comparto agricolo, manifatturiero e il comparto commerciale. Nell’anno appena archiviato è aumentato il numero delle chiusure delle imprese di oltre due punti percentuali e risultano stabili le iscrizioni di nuove aziende (meno dell’1%).
Scopriamo quali sono i settori più vitali e dinamici secondo i dati Movimprese.
Imprese, ecco i settori più dinamici e più vitali
Nonostante lo stop del Superbonus, il comparto edile è quello più dinamico e più vitale. In un contesto macroeconomico caratterizzato dall’inflazione, dai mutamenti tecnologici e dagli eventi geopolitici come la crisi del Mar Rosso. Per le aziende italiane il saldo rimane positivo per l’anno appena archiviato, ma non per tutti i comparti.
Oltre il 70 percento delle oltre 40.000 aziende registrate opera in tre comparti: il settore turistico, il comparto della consulenza aziendale e il settore edile. In termini di crescita del tessuto imprenditoriale è il settore edile quello più dinamico nonostante le sorti dei bonus edili siano piuttosto incerte. Nel 2023 sono oltre 13mila le imprese edili e di costruzione in più rispetto all’anno precedente.
Positivo è il trend delle società operanti nel comparto della consulenza aziendale ed amministrativo-fiscale: l’incremento è pari a 11.000 attività professionali e tecniche.
Anche il settore turistico ha registrato un netto incremento: alla crescita del comparto ha contribuito la crescita delle attività di alloggio, dei ristoranti e dei bar e delle attività di real estate.
Imprese, cosa sta succedendo ai settori tradizionali?
I comparti più brulicanti sono il settore edile, il turistico e la consulenza aziendale. E i settori tradizionali? I comparti tradizionali stanno registrando una riduzione del numero di unità attive. Per il settore commerciale l’anno appena archiviato si è chiuso con una netta riduzione del numero di attività (oltre 8.600 unità).
Il commercio al dettaglio è quello che registra una riduzione pari ad oltre 7.700 attività. Anche il comparto manifatturiero ha registrato una perdita di quasi 3mila unità ed il comparto primario ha registrato una riduzione di oltre 7.500 unità.
L’industria cantieristica navale, ferro-tramviaria, del beverage e aerospaziale hanno registrato un lieve aumento, mentre le aziende di installazione di macchinari e di apparecchiature e di riparazione hanno registrato un netto incremento.
Imprese, una fotografia della crescita imprenditoriale a livello geografico
Analizzando il trend e la crescita del tessuto imprenditoriale a livello di aree geografiche, il Mezzogiorno italiano è quello che traina lo sviluppo. Nel Meridione italiano si contano quasi 15mila imprese in più, segue il Nord-Ovest con oltre 11mila imprese in più e il Centro con oltre 10.500 unità. Crescono le attività imprenditoriali per ben 17 regioni delle venti. Le performances migliori sono state registrate in Lombardia, il Lazio e la Campania.
Imprese, crescono le società di capitali
Analizzando la forma giuridica, i dati Movimprese confermano un rafforzamento strutturale del comparto imprenditoriale. Crescono le società di capitale: in termini percentuali l’aumento è pari ad oltre tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Le ditte individuali sono quelle che presentano una riduzione di quasi duemila unità, ovvero lo 0,1% in meno.
Crescono i settori con capitale umano qualificato
Grazie alla fotografia scattata dai dati Movimprese, l’incremento del numero di imprese iscritte nel Registro delle imprese delle Camere di Commercio consente di concludere che lo scenario sia piuttosto ottimistico, nonostante l’incertezza che ha contraddistinto il contesto macroeconomico nazionale.
I comparti dove si concentra la maggiore crescita, ha commentato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, sono quelli caratterizzati dalla presenza di capitale umano qualificato.