Da tempo il cartellino rosso sventola sul volto degli arbitri targati Gianluca Rocchi, ed ora la parola commissariamento non è più tabù. Sì, perchè la situazione sta prendendo una pericolosa deriva. Tante, troppe polemiche, ormai è diventato una routine discutere più di episodi che di calcio giocato.

C’è un problema all’interno del mondo giallo, questo è assodato. Errori a chiosa, valutazioni difficilmente comprensibili e insicurezza che si palesa a spron battuto nell’abbandono, ai limiti dello spirituale, al Var come ancora di salvezza. Che così non è, anzi. Il paradosso è che con la tecnologia gli errori non solo ci sono ancora, ma aumentano.

L’ultimo quello di Rapuano durante la finale di Supercoppa tra Napoli ed Inter vinta dai nerazzurri. Il rosso a Simeone per doppio giallo ha fatto infuriare Mazzarri e il presidente De Laurentiis, che come al suo solito non ci è andato leggero. In più le faide interne di due schieramenti in vista delle prossime elezioni che aggiunge quel pepe in una pietanza già troppo piccante di suo.

Gli arbitri di Rocchi nel caos, arriva il commissariamento?

C’è un problema, ma non lo scopriamo di certo oggi. Gianluca Rocchi ha tra le mani una patata non bollente, bollentissima. I suoi ragazzi sono perennemente al centro della bufera, ogni fine settimana è scandito da un errore dei fischietti italiani, che di fatto occupano le discussioni dei salotti calcistici e non.

Rocchi ci ha sempre messo la faccia, non si è tirato indietro, si è assunto le colpe. Così come fatto anche con Rapuano in Supercoppa, quando ha assistito alla conduzione arbitrale del fischietto di Rimini. Il risultato? Bocciato, se non è piaciuto a De Laurentiis, ecco che anche Rocchi ha storto il naso. Per l’espulsione di Simeone (severo il primo giallo), ma sopratutto per una conduzione non lineare.

E se ne sono viste di parecchie in questo girone d’andata, che di fatto porta la tensione alle stelle. Specie all’interno dell’AIA, dove tutto questo non sta finendo sotto il tappeto, anzi. Le elezioni si avvicinano, ed ecco che la guerra è partita per cercare di portare al proprio mulino quanta più credibilità possibile, preoccupandosi più della vittoria di palazzo che dello svezzamento di giovani talenti che rimangono fermi al palo.

Da una parte l’ex numero uno AIA Alfredo Trentalange, dall’altra l’attuale presidente Pacifici, anche se sullo sfondo c’è il designatore degli arbitri Rocchi, che insieme all’ex collega Orsato vuole fare il grande passo. Coalizioni con soldati annessi. E la situazione attuale? Grave, ecco perchè il pensiero del commissariamento non è tabù. Una mano esterna per avere il controllo della situazione, anche se il clan Trentalange non è convinto di questo.

Anche perchè in quel caso sarebbe Gabriele Gravina a scegliere tal commissario, e vedere proprio Gianluca Rocchi con queste vesti non sarebbe follia pura. Avallando così un nome di fiducia.

Scendono in campo Le Iene

Tra arbitri, Rocchi e commissariamento, ecco entrare in scena anche Le Iene, che ieri sera hanno mandato in onda un’intervista fatta ad un arbitro ancora in attività, che in forma anonima ha voluto denunciare delle anomalie. “Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?”. Queste le sue parole, a cui hanno fatto seguito alcuni esempi.

In primis quello relativo a Juventus-Bologna e il rigore non fischiato alla squadra di Thiago Motta, per passare poi al fallo di mano di Pulisic contro il Genoa (che ha portato al gol dello statunitense), fino al mani di Provedel contro il Sassuolo fuori area, che aveva portato inizialmente all’espulsione del biancoceleste, con il Var che ha poi annullato tutto.

Ce n’è per tutti i gusti, arrivando poi al discorso della scelta delle immagini. E qui entra in gioco Juventus-Roma: “Viene scelto il frame in cui Vlahovic tocca subito il pallone – spiega l’arbitro – ma poi c’è un altro movimento a servire Rabiot. In questo spazio temporale che intercorre dal primo contatto a quando vediamo che la palla si stacca dal piede cambia tutto lo scenario per la determinazione geografica del fuorigioco”.

Dubbi, che secondo la testimonianza, stanno portando arbitri e assistenti di serie A e B a denunciare l’AIA per gravi irregolarità Una bufera in piena regola.