Nell’ambito fiscale, è fondamentale per ogni contribuente comprendere i termini di accertamento delle imposte. Questa conoscenza è rilevante per valutare la validità degli atti di accertamento ricevuti e per gestire efficacemente la propria situazione fiscale. La Legge n. 208/2015 ha introdotto significative modifiche in questo settore, eliminando la possibilità di raddoppiare i termini di accertamento in presenza di violazioni con denuncia penale per reati tributari previsti dal D.Lgs. n. 74/2000.

Accertamento redditi e imposte: quanti anni indietro per i controlli fiscali?

Nel sistema tributario italiano, esistono specifici limiti temporali entro i quali l’Amministrazione Finanziaria può eseguire controlli e accertamenti fiscali. La conoscenza di questi limiti è molto importante da sapere per ogni contribuente, poiché oltre tali termini non è più possibile per l’ente fiscale procedere con azioni di recupero delle imposte.

La Legge n. 208/2015 ha apportato modifiche significative alla disciplina dei termini di accertamento fiscale, con due punti chiave:

  • L’abrogazione del raddoppio dei termini in presenza di violazioni con denuncia penale per reati tributari;
  • L’allungamento dei termini ordinari di decadenza per le imposte sui redditi e l’IVA.

Queste modifiche hanno avuto come scopo quello di instaurare un rapporto più chiaro e certo tra Fisco e contribuenti, stabilendo termini precisi per gli accertamenti fiscali e promuovendo la collaborazione tra le parti.

Accertamento per le imposte dirette e indirette: quanti anni si può andare indietro?

Attualmente, il termine per l’accertamento fiscale è fissato al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei redditi. Ad esempio, per l’anno 2023, il termine scade il 31/12/2029. In caso di omessa presentazione della dichiarazione, il termine è prorogato di ulteriori due anni. Questi termini intendono rappresentare una garanzia per il contribuente, stabilendo un lasso di tempo definito entro cui l’Amministrazione finanziaria può esercitare i suoi poteri di controllo e accertamento.

Riduzione dei termini di accertamento: possibilità e condizioni

Per i contribuenti interessati a ridurre i termini di accertamento, esistono specifiche opzioni. La presentazione del modello ISA (Indicatori Sintetici di Affidabilità) con voto pari o superiore a 8 consente di ridurre di un anno i termini di accertamento, mentre la dichiarazione di non aver effettuato incassi e pagamenti per importi superiori a 500 euro in modalità non tracciabili permette una riduzione di due anni.

Dal 2019, con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica, i soggetti che garantiscono la tracciabilità dei pagamenti possono infatti beneficiare di una riduzione di due anni dei termini di accertamento, limitatamente ai redditi d’impresa e di lavoro autonomo. Questa misura premiale, insieme ad altre opzioni di riduzione dei termini, fa parte di una strategia volta a incentivare comportamenti trasparenti e conformi alle norme fiscali.

Limiti temporali termini di accertamento: la normativa generale

I termini di decadenza per l’accertamento delle imposte sono stabiliti dal DPR 600/73 e modificati dalla legge n. 208/2015. Gli avvisi di accertamento per le imposte dirette e l’IVA devono essere notificati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione, o entro il settimo anno in caso di omessa presentazione. Questi termini sono applicati a partire dal periodo di imposta 2016, con differenze significative rispetto ai periodi precedenti.

Per le imposte dirette e l’IRAP, i termini di accertamento sono disciplinati dall’articolo 43 del DPR n. 600/73. Le modifiche introdotte dalla Legge n. 208/2015 hanno esteso questi termini, offrendo all’Amministrazione finanziaria un arco temporale più ampio per esaminare le dichiarazioni dei contribuenti.

Sospensione termini di accertamento

Importante notare che eventi straordinari, come le sospensioni stabilite dal decreto Cura Italia, possono influenzare i termini di accertamento. Queste sospensioni hanno causato uno slittamento delle scadenze, estendendo i termini di 85 giorni per alcune annualità.

Raddoppio termini di accertamento abrogato

La Legge n. 208/2015 ha abrogato l’istituto del raddoppio dei termini di accertamento, un cambiamento significativo che ha eliminato la distinzione tra evasori con comportamenti penalmente rilevanti e contribuenti con mere inesattezze.

Accertamento redditi e imposte: condizioni particolari per quanto riguarda i paradisi fiscali

Il contesto fiscale internazionale e le attività detenute in paradisi fiscali richiedono un’attenzione particolare per quanto riguarda i termini di accertamento. Secondo la normativa vigente, delineata dall’articolo 12 del D.L. n. 78/2009, le attività finanziarie detenute in Stati o territori con regime fiscale privilegiato sono soggette a un regime di accertamento specifico. In presenza di violazioni degli obblighi di dichiarazione, il periodo entro cui l’Agenzia delle Entrate può intervenire è sostanzialmente raddoppiato. Questo ampliamento dei termini di accertamento consente un’indagine più approfondita su possibili evasione fiscale internazionale.

Questa estensione dei termini si traduce in una capacità maggiore dell’Agenzia delle Entrate di indagare e rettificare le dichiarazioni fiscali relative a investimenti in paradisi fiscali. Il termine per l’accertamento in questi casi è fissato al 31 dicembre del decimo anno successivo alla presentazione della dichiarazione, o al quattordicesimo anno in caso di omessa presentazione. Questo allungamento dei termini si applica anche alle sanzioni per omessa compilazione del quadro RW, regolamentato dall’articolo 20 del D. Lgs. n. 472/97.

Accertamento IVA e imposte d’atto: limiti temporali

Per l’IVA, i termini di accertamento sono regolati dall’art. 57 del DPR n. 633/72, con un termine di decadenza fissato al 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione. Per l’imposta di registro e le imposte ipotecarie e catastali, si applicano regole simili, come delineato dagli articoli 76 del DPR n. 131/86 e 17 del D.Lgs. n. 347/90.

Termini di accertamento per i tributi locali

Anche per i tributi locali, come IMU e TASI, esistono termini di decadenza specifici. Secondo l’art. 1 co. 161 della Legge n. 296/2006, la notifica degli avvisi di accertamento deve avvenire entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di dichiarazione o versamento.