La NASPI rappresenta un sostegno fondamentale per coloro che, in modo involontario, perdono il loro impiego, costituendo un vero e proprio “ossigeno” finanziario. In questo contesto, i dubbi sono praticamente nulli, poiché l’indennità per disoccupati dell’INPS assume un ruolo cruciale nel caso di perdita di reddito da lavoro dipendente. La mancanza di tale beneficio può essere particolarmente spiacevole, soprattutto se la perdita è causata da interpretazioni errate delle normative da parte dei disoccupati stessi.

Reddito presunto, obbligo di comunicarlo se prendi la Naspi

In linea generale, la NASPI viene concessa ai lavoratori che, per ragioni indipendenti dalla loro volontà, perdono il posto di lavoro al fine di compensare la mancanza di reddito che ne deriva. L’indennità è erogata per un periodo pari alla metà delle settimane lavorate nei quattro anni precedenti la perdita del posto di lavoro, con una durata massima di 24 mesi. Tuttavia, se il disoccupato trova un nuovo impiego durante la percezione della NASPI o continua a svolgere attività cumulabili con questa, è obbligatorio comunicarlo all’INPS. Questo consente all’Istituto di verificare la continuità del diritto alla NASPI e di valutare se l’importo dell’indennità deve essere confermato o ridotto.

I disoccupati con Partita IVA aperta, anche se non utilizzata, devono comunicare all’INPS il reddito presunto derivante da tale attività. Anche se questo reddito è nullo a causa dell’inattività della Partita IVA, la comunicazione rimane obbligatoria. La mancata comunicazione di un’attività lavorativa autonoma già in corso al momento della richiesta può portare alla decadenza immediata dalla NASPI.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n° 846 del 9 gennaio 2024, ha sottolineato che oltre alla mancata comunicazione di nuove attività avviate dopo l’inizio della NASPI, la decadenza può verificarsi anche se il disoccupato non comunica i redditi presunti derivanti da attività svolte prima dell’avvio della NASPI. Tale comunicazione deve pervenire all’INPS entro 30 giorni dalla richiesta di NASPI.

Cos’è il reddito presunto?

Il reddito presunto è la stima degli introiti che si prevede di percepire nell’anno successivo a quello in corso durante la fruizione del sussidio. Di solito, questa obbligazione riguarda coloro che, oltre alla NASPI, ricevono redditi derivanti da attività lavorative supplementari (entro certi limiti).

I beneficiari della disoccupazione che nel corso del 2023 avevano dichiarato il reddito stimato derivante da prestazioni professionali devono ripetere tale procedura per il 2024.

Per entrare nei dettagli, sono chiamati a fare questa dichiarazione (entro specifici limiti di reddito):

  1. Coloro che ricevono l’indennità di disoccupazione e avviano un’attività lavorativa autonoma, pur avendo la possibilità di continuare a percepire il sussidio.
  2. Coloro che ricevono l’indennità di disoccupazione NASPI e iniziano un’attività lavorativa subordinata, pur potendo proseguire nel ricevere il sussidio.