Perdere il lavoro e prendere la Naspi, ma quali effetti sulla pensione. Negli ultimi giorni, anche in vista dell’entrata in vigore delle nuove regole pensionistiche, abbiamo ricevuto numerose domande riguardanti gli effetti della Naspi sulla pensione; pertanto, analizzeremo nel dettaglio quali piani pensionistici scegliere per chi fruisce dell’indennità di disoccupazione Naspi.

Pensione, Naspi e lavoro

La perdita del lavoro non è mai una situazione semplice da gestire, specialmente se si innescano degli impedimenti che non permettono la collocazione immediata presso altro datore di lavoro.

In questi casi, o per altre circostanze, dal licenziamento alla disoccupazione, a risollevare le sorti economiche dei lavoratori arriva l’indennità di disoccupazione Naspi.

In alcune circostanze, l’indennità aiuta a perfezionare il diritto alla pensione o all’accesso all’anticipo pensionistico.

Come funziona la Naspi

La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) è una indennità mensile di disoccupazione, regolarmente pagata dall’INPS fino a un massimo di 24 mesi.

Possono accedere al beneficio i lavoratori con rapporto di lavoro subordinato che hanno perduto involontariamente l’occupazione, in presenza di almeno 13 settimane di contribuzione registrati nei quattro anni precedenti alla cessazione del rapporto lavorativo.

In breve, l’indennità di disoccupazione NASpI, spetta:

  • dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno. Dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata dopo l’ottavo giorno successivo alla cessazione, ma entro i termini di legge;
  • dall’ottavo giorno successivo al termine del periodo di maternità, malattia, infortunio sul lavoro/malattia professionale o preavviso, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno. Dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata dopo l’ottavo giorno ma entro i termini di legge;
  • dal trentottesimo giorno successivo al licenziamento per giusta causa, se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno. Dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata oltre il trentottesimo giorno successivo al licenziamento, ma entro i termini di legge.

Quanto vale la Naspi ai fini pensionistici?

I contributi figurativi della Naspi sono validi ai fini previdenziali. I percettori della Naspi non perdono il diritto alla pensione; tutt’altro, possono rientrare nelle condizioni previste per l’accesso all’Ape sociale, Quota 41 precoci, ma anche per perfezionare i contributi per la pensione di vecchiaia.

I fruitori della Naspi che intendono accedere all’anticipo pensionistico Ape sociale devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • 63 anni e 5 mesi di età:
  • un’anzianità contributiva 30 anni;
  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, ovvero per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.

Quota 41 precoci: quanto vale la Naspi per la pensione

I percettori della Naspi che intendono avvalersi della pensione Quota 41 precoci devono soddisfare diversi requisiti di seguito indicati:

  • 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età;
  • 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi;
  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi.

Infine, attraverso la Naspi è possibile collocarsi a riposo tramite la pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 anni di contributi. Come? Ad esempio, se il lavoratore è stato licenziato con 18 anni di contributi, può perfezionare il requisito contributivo utilizzando i due anni di indennità di disoccupazione.”