Penna bianca’ Fabrizio Ravanelli, ha scritto la pagina più importante della sua carriera da calciatore quando vestiva la maglia della Juventus. Con la Vecchia Signora ha vinto tutto sia a livello nazionale, con lo Scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa ma anche a livello europeo, con la Coppa Uefa e la Champions League. Una breve parentesi da allenatore, prima di approdare in tv. Oggi opinionista di successo, per commentare la finale di Supercoppa, Napoli-Inter, Ravanelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Supercoppa, Napoli-Inter: Ravanelli a Tag24

Tra mille polemiche, Simone Inzaghi conquista l’ennesima Supercoppa della sua carriera. E’ stata una partita sofferta, quella giocata a Riad tra Napoli e Inter, ma alla fine, quando mancavano una manciata di minuti ai calci di rigore, capitan Lautaro trova il tap-in vincente, che regala la vittoria ai nerazzurri. Una gioia enorme per il popolo interista e al contempo una delusione tremenda per i tifosi napoletani. L’espulsione di Simeone, intorno al sessantesimo, non è andata giù a Mazzarri e alla società, che non ha apprezzato la gestione del match da parte di Rapuano, nè quella dei cartellini. Una gara condizionata dal direttore arbitrale? E’ chiaro che affrontare buona parte del secondo tempo, in inferiorità numerica, pesa parecchio nella disamina del match. Ma nonostante tutto il Napoli era riuscito ad arginare lo strapotere dell’Inter. Per commentare la finale di Supercoppa, Napoli-Inter, Ravanelli è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Con un guizzo finale l’Inter porta a casa la Supercoppa. Vittoria meritata da parte della squadra di Inzaghi o sarebbero stati più giusti i rigori?

“Credo che la partita l’abbia fatta l’Inter, e che alla fine dei conti il risultato sia giusto, anche se fino a che il Napoli non è andato in inferiorità numerica, sarebbe potuto succedere di tutto in ogni momento. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto. Poi in 10 contro 11 le cose sono cambiate. La squadra di Mazzarri si è abbassata tanto e quella di Inzaghi ha preso in mano il dominio del match. Sono stati bravi a concretizzare quella bellissima azione, quasi alla fine della partita, con il solito Lautaro Martinez”.

Tante polemiche nei confronti della gestione arbitrale di Rapuano. Cosa pensi della gestione dei cartellini? L’espulsione di Simeone quanto ha condizionato il match?

“Non credo sia carino da parte mia giudicare l’operato dell’arbitro. E’ logico però ed è evidente che Rapuano non abbia vissuto la sua miglior serata. Ha fatto degli errori grossolani, che in una finale pesano in modo particolare. Alla fine, purtroppo, ha condizionato la gara. Capita spesso ai calciatori di non essere in giornata. Sono sicuro che quando riguarderà la partita, magari insieme a Rocchi, non saranno contenti”.

Mazzarri non si presenta nè alla premiazione, nè in conferenza post partita. E’ stato un errore da parte del mister?

“Sinceramente Mazzarri lo capisco, a caldo la sua è una reazione che ci può stare. Io ho avuto un’esperienza diversa in panchina e anche se lo ha fatto solo per due anni a livello professionistico, in Serie A francese e in Serie A Ucraina, so bene che cosa quella finale rappresentasse per lui. Non era solo una partita, ma la possibilità di vincere un trofeo dopo essere stato per qualche anno fuori dal giro. E poi era un viatico fondamentale per potersi presentare a fine stagione dal Presidente De Laurentiis come candidato numero uno per la panchina del Napoli. Sarebbe stato un bel biglietto da visita, mentre perdendo la Coppa sono scemate un po’ anche le sue possibilità per il futuro. Non sono un ipocrita e non giudico il suo comportamento come mancanza di professionalità. Evidentemente a caldo era molto abbattuto e giustifica il suo comportamento”.

Dall’altra parte Inzaghi è Re di Coppe, nelle gare secche non sbaglia mai. E’ un allenatore che ha completato il suo processo di maturazione o ancora no?

“Tutti noi e sopratutto lui, visto che è molto giovane, può crescere ancora tanto. Per essere considerato però un allenatore super vincente, deve arrivare a una Champions League. Quando vinci un trofeo internazionale, puoi entrare nell’Olimpo degli allenatori. Inzaghi ha tutte le carte in regola per farlo. In questo momento è un grande allenatore, ma per diventare importantissimo manca ancora qualche tassello. Intanto, al primo passo, è quello di vincere lo scudetto”.

Ultima domanda, da questa vittoria l’Inter conquista entusiasmo anche per il campionato. Da dove dovrà invece ripartire il Napoli?

“Il Napoli deve ripartire dalla prestazione, perché undici contro undici, se l’è giocata alla pari. Tra l’altro non ci dimentichiamo che agli azzurri mancavano due pilastri fondamentali come Osimhen e Anguissa, impegnati con le loro Nazionali. È come se all’Inter togliessimo Calhanoglu e Lautaro. Questa squadra deve ripartire dalle sue certezze, con la consapevolezza di avere ancora poco da migliorare. Quando mette in campo il giusto atteggiamento, è ancora una delle più forti del nostro campionato. L’Inter invece aggiunte un altro trofeo alla sua bacheca, già molto piena. Dà continuità ai suoi successi e a questo ciclo che è stato aperto, diversi anni fa, con l’arrivo di Conte. Farà penare tutte le squadre italiane che l’affronteranno, e penso possa giocarsi le sue carte anche a livello internazionale”.