Un pezzo di storia che saluta un altro pezzo di storia. Dino Zoff e Gigi Riva hanno scritto pagine indelebili del calcio italiano, dalla Serie A alla Nazionale italiana, sia in campo che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Un portiere e un attaccante, diversi, opposti per alcuni versi, ma idoli indiscutibili dei club con cui hanno giocato. La morte di Gigi Riva ha scosso tutto il mondo del pallone e Zoff, che ha condiviso con il bomber momenti straordinari di calcio e di vita, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Morte Gigi Riva, il ricordo di Zoff a Tag24

L’Italia del calcio piange una delle sue leggende più importanti. Gigi Riva, che era ricoverato all’ospedale del Brotzu di Cagliari, si è spento ieri all’età di 79 anni. Un mito, un idolo per Cagliari e non solo, uno che ha scritto la storia di questo sport e della Nazionale italiana e che detiene ancora oggi il record di gol segnati, ben 35, con la maglia azzurra. Un bomber micidiale, emblema di un calcio che non esiste più; uno che ha legato tutta la sua carriera ad una sola maglia, quella del club sardo, di cui è diventato simbolo ed eroe. Li ha guidati verso la vittoria del primo storico scudetto e ha rinuciato ad offerte importanti pur di rimanere a Cagliari. La morte di Gigi Riva ha scosso il mondo del calcio e Dino Zoff, che con l’attaccante ha condiviso momenti indimenticabili, è intervenuto in esclusiva a Tag24 per ricordarlo.

Gigi Riva ha segnato la storia del calcio. Qual è il suo ricordo, cosa ha rappresentato per l’Italia e soprattutto per Cagliari?

“E’ stato un calciatore straordinazio, direi inarrivabile fino a questo momento. Un uomo di sport, coraggioso, uno che sapeva stare alle regole. Gigi Riva è stato un esempio, che dovrebbero far vedere costantemente nelle scuole calcio. Lui era uno che non faceva mai sceneggiate di nessun genere e sotto questo aspetto dovrebbe essere riproposto oggi. Tra l’altro questo era anche sinonimo di un grande uomo, forte e di spessore. E’ stato molto importante per il calcio italiano e spero che il calcio moderno possa prendere qualcosa dalle sue prestazioni. Per la Sardegna, poi, ha rappresentato la rivalsa, dal punto di vista mondiale, di una regione intera. Un senso di appartenenza incredibile, un legame indissolubile. Sarà un ricordo indelebile per il Cagliari”.

Uno che ha avuto la forza e la capacità di dire di no alla Juventus di Agnelli, e non solo. Quel calcio non esiste più?

“Beh direi di no, effettivamente non esiste più. Lui ha legato tutta la sua vita alla Sardegna e questo poi presuppone tutto il seguito che ha avuto”.

Che cosa ha rappresentato invece per la Nazionale italiana e quanto è stato importante per la vittoria del Mondiale del 2006?

“E’ stato importante nel 2006, non ci piove, ma la storia con la Nazionale italiana l’ha scritta ben prima, da calciatore. Gigi Riva è stato decisivo nell’Europeo del 1968, con i suoi gol e le sue prestazioi. Ha rappresentato una svolta notevole per gli Azzurri, un calciatore straordinario. Poi, successivamente, è stato fondamentale con i suoi consigli, ma non confondiamo le cose. Quello che ha fatto in campo, anche nei Mondiali del ’70, dice esattamente chi fosse Riva. Ha fatto cose importantissime e sono tutte tangibili. Poi è ovvio che un calciatore, un uomo del genere, dà sempre un contributo notevole, anche agendo dietro le quinte. I suoi consigli hanno aiutato a vincere, ma ribadisco che davvero determinante lo è stato in campo”.

Extra campo, invece, qual è il suo ricordo e che tipo di rapporto avete avuto?

“Abbiamo sempre avuto un rapporto molto bello e amichevole. Tra l’altro abbiamo fatto il servizio militare insieme, pensate quanti anni fa ci siamo conosciuti. Poi c’è stato il percorso calcistico, abbiamo condiviso molte cose nel corso degli anni. Nel 2000 ero allenatore dell’Italia e lui ricorpiva un ruolo all’interno della Federazione. Quello è stato davvero un periodo lungo, intenso e piacevole“.