Nella giornata segnata dall’irruzione dei familiari degli ostaggi israeliani a Gaza al Knesset, il parlamento di Tel Aviv, una donna liberata con la figlia racconta all’assemblea nazionale le violenze a cui sono sottoposti coloro che ancora restano nelle mani dei terroristi. L’ex ostaggio ha descritto in che modo sia donne che uomini subiscano ripetuti abusi sessuali, aggiungendo che le giovani vengono agghindate come delle bambole, per poi essere violentate. “È incredibile che siano ancora lì” ha poi denunciato la testimone diretta delle vessazioni, unendosi al coro di proteste dei parenti degli ostaggi, il cui destino appare sempre più incerto e terrificante.
Ex ostaggio racconta al Parlamento di Israele le violenze sessuali sui sequestrati a Gaza: “Le ragazze sono bambole con cui fare quello che si vuole”
Dopo l’irruzione nel Knesset, il parlamento israeliano, da parte dei familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, Aviva Siegel e sua figlia Shir raccontano quanto hanno visto nei giorni della prigionia. Rapite entrambe dal Kibbutz Kfar Aza in quel fatidico 7 ottobre, sono state poi liberate. Nelle mani dei combattenti palestinesi però resta il marito della donna, Keith.
Nei tunnel sotto la Striscia di Gaza, dove sono tenuti nascosti gli ostaggi, Aviva e sua figlia hanno assistito impotenti alle violenze a cui vengono sottoposti sia uomini che donne. Secondo i racconti della Siegel, i terroristi vestono le ragazze sequestrate con abiti tali da renderle delle “bambole“, dopo di che abusano di loro, utilizzandole appunto come dei giocattoli con cui “possono fare quello che vogliono”. Una denuncia che si unisce al coro di proteste sempre più insistenti verso il governo di Benjamin Netanyahu, accusato di non fare abbastanza per riportare indietro gli ostaggi.
Abusi su uomini e donne ostaggi, Aviva Siegel al Knesset: “Vorrei tornare lì per proteggerli”
Le violenze vengono perpetuate sia sulle donne che sugli uomini. “È incredibile che siano ancora lì” afferma indignata Aviva Siegel, le cui dichiarazioni dinanzi al Knesset sono state riportate anche dal quotidiano locale Times of Israel. “Vorrei tornare ostaggio per proteggere quelle ragazze, come ho fatto quando ero lì – continua Siegel – Mi sentivo come se fossero le mie figlie”.
Molte delle giovani abusate potrebbero essere rimaste incinta, così come denuncia anche un altro ex ostaggio, Chen Goldstein Almog. “Quanto ha raccontato mia madre è solo la punta dell’iceberg“, ha dichiarato infine Shir, la figlia della Siegel, liberata insieme alla madre.