Marco Lamantia è agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio stradale. Domenica scorsa, 21 gennaio, il 56enne indagato avrebbe investito e ucciso Giuseppe Grippaldi a Borgaro, in provincia di Torino, mentre era in sella alla sua bicicletta. L’uomo a bordo dell’auto pirata che lo ha travolto non si è fermato a prestare soccorso. Testimonianze e immagini delle telecamere di video sorveglianza hanno permesso agli inquirenti di individuare il responsabile dell’incidente. La sua auto, una Fiat Panda, era nascosta sotto un telone nel parcheggio condominiale.

Agli arresti domiciliari l’uomo che ha investito e ucciso il ciclista a Borgaro, in provincia di Torino, domenica 21 gennaio

Grazie a un controllo incrociato tra le immagini delle telecamere di video sorveglianza, le dichiarazioni di diversi testimoni, i dati raccolti dai varchi di accesso e frammenti dell’auto, i carabinieri di Caselle hanno fermato nella tarda serata di ieri, lunedì 22 gennaio, il probabile responsabile della morte di Giuseppe Grippaldi. Il ciclista 46enne è stato travolto e ucciso nel pomeriggio di domenica scorsa, 21 gennaio, lungo via santa Cristina a Borgaro Torinese, nei pressi del distributore Esso.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Ivrea e condotte dal Pm Daniele Piergianni. In seconda battuta, l’autorità giudiziaria di Torino, coordinata dal Pm Paolo Scafi, ha disposto gli arresti domiciliari per Marco Lamantia, di anni 56 e residente a Caselle, ora in attesa di giudizio. L’accusa è di omicidio stradale e di omissione di soccorso.

L’auto coinvolta nell’incidente mortale a Borgaro occultata sotto un telone

L’auto dell’indagato, una Fiat Panda, è stata trovata nel parcheggio del suo condominio, occultata sotto un telone. Frammenti dell’autovettura sono stati rinvenuti anche su luogo dell’incidente e costituiranno un indizio decisivo nel processo a carico di Lamantia, fuggito dopo l’impatto con il ciclista senza prestare soccorso alla vittima.