La Settimana Enigmistica iniziò il suo viaggio nel lontano 23 gennaio 1932. Fondato da Giorgio Sisini, ingegnere di origini sarde ed enigmista, il periodico ha segnato l’inizio di un’era con il suo primo numero, oggi un vero e proprio pezzo di storia editoriale. Il lancio della rivista avvenne con una tiratura iniziale di seimila copie, un costo di 50 centesimi di lire, e una copertina che presentava un’immagine dell’attrice messicana Lupe Vélez, composta dalle caselle nere del cruciverba, un omaggio all’estetica del Das Rätsel austriaco.
L’evoluzione grafica della Settimana Enigmistica: continuità e innovazione
Nei suoi primi 19 numeri, La Settimana Enigmistica ha sperimentato con immagini grafiche nella copertina, prima di stabilizzarsi con la sua iconica foto in bianco e nero. La rivista è celebre per la sua coerente linea editoriale, caratterizzata da una riservatezza quasi leggendaria e un’immutabile formula di successo che ha resistito per quasi un secolo.
Attualmente, La Settimana Enigmistica si presenta con 48 pagine e un design che ha subito l’ultimo restyling nel 1995. La copertina, sempre fedele alla tradizione, alterna immagini di personaggi famosi maschili e femminili sui numeri pari e dispari, rispettivamente. Questa peculiarità, insieme alla scelta dei caratteri tipografici (Frutiger e Times New Roman), costituisce una delle tante chicche che affascinano i lettori.
Con oltre 4.500 numeri pubblicati, La Settimana Enigmistica si è affermata come una delle pubblicazioni più longeve e amate in Italia. Nonostante due brevi interruzioni durante il secondo conflitto mondiale, il periodico ha mantenuto una costante presenza nelle edicole italiane, diventando una tradizione per gli appassionati di enigmistica.
Paolo Bartezzaghi e il cruciverba moderno
La rivista ha avuto il privilegio di collaborare con eminenti enigmisti, tra cui spicca il nome di Pietro Bartezzaghi. Conosciuto per i suoi cruciverba a schema libero, Bartezzaghi ha giocato un ruolo fondamentale nella modernizzazione del cruciverba, introducendo riferimenti all’attualità, alla politica, neologismi e parole straniere, e consolidando così la rivista come un punto di riferimento culturale.
Sotto la guida di Bartezzaghi, i cruciverba della Settimana Enigmistica sono diventati famosi per la loro difficoltà e originalità, guadagnandosi il soprannome di “Il Bartezzaghi“. Questo cambiamento ha rappresentato una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’enigmistica, rendendo la rivista un punto di riferimento per gli appassionati e conservando allo stesso tempo il suo spirito tradizionale.
La Settimana Enigmistica: una Storia all’insegna dei numeri
La Settimana Enigmistica non è solo una rivista di enigmistica, bensì un’icona culturale che ha segnato generazioni di italiani. Dalle sue pagine ricche di Rebus, Cruciverba, Giochi a Quiz e rubriche storiche, la rivista è riconosciuta come un pilastro dell’enigmistica in Italia, un vero e proprio monumento editoriale che continua a intrattenere e stimolare le menti dei suoi lettori.
Dal 23 gennaio 1932, il periodico ha continuato a pubblicare i suoi numeri in modo progressivo, accumulandoli settimana dopo settimana, anno dopo anno. Una caratteristica unica di questa storica rivista è che tutto all’interno, dai giochi ai rebus fino alle parole crociate, è numerato, creando così un inventario infinito che testimonia la sua ricca tradizione.
Nonostante un leggero restyling nel 1995, che introdusse il colore all’interno della rivista, il periodico ha conservato la sua tradizionale testata in copertina. Due sono stati gli unici ritardi nella sua pubblicazione, entrambi dovuti a gravi eventi bellici nel 1943 e nel 1945, ma da allora la rivista ha sempre mantenuto la sua puntualità impeccabile.
La Settimana Enigmistica: dal primo all’ultimo numero, quasi sempre immutabile
Con le sue pubblicazioni regolari, la rivista ha segnato generazioni di lettori, mantenendo un legame speciale con il suo pubblico. La sua formula editoriale unica ha resistito incredibilmente alla prova del tempo.
La natura immutabile della Settimana Enigmistica è una delle sue caratteristiche più affascinanti. La rivista ha sempre rappresentato una sorta di rifugio contro le rapide evoluzioni del mondo esterno, offrendo ai suoi lettori un’esperienza rilassante e familiare. Anche nei suoi slogan pubblicitari, la rivista ha saputo mantenere un tono conservatore e rispettoso delle tradizioni, pur senza mai esprimere opinioni politiche.
La redazione de La Settimana Enigmistica, situata a Milano in Piazza Cinque Giornate (ma la sede storica che compare sul numero 1 era situata in via Enrico Noë 43), è un luogo che sembra sospeso nel tempo. Qui, il lavoro si svolge ancora con matita e gomma, in un ambiente che più ricorda un ufficio assicurativo che la redazione di un giornale. La redazione rifugge dal clamore del mondo esterno, preservando un’atmosfera di silenzio e concentrazione, dove ogni dettaglio, dalla dimensione delle scrivanie alla disposizione degli uffici, è curato con attenzione maniacale.