Ocse ha pubblicato un report dove mette in evidenza quali sono i problemi che l’Italia deve affrontare. Scopriamoli.
Ocse ha pubblicato l’Economic Survey del mese di gennaio 2024 e ha delineato la situazione economica italiana, mettendo in evidenza quali sono le criticità ed i ritardi che devono essere risolti con ambizione.
Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico il Belpaese evidenza delle debolezze nel sistema previdenziale, nel tessuto produttivo, nella gestione del bilancio statale e nel mercato occupazionale.
La crescita in Italia è stata lenta ma resiliente, tuttavia le sfide che devono essere affrontate nel medio-lungo termine sono ancora differenti per imboccare una crescita duratura nel tempo. Per evitare di non riuscire a superare shock e una crisi lunga e rischiosa, l’Italia deve porsi degli obiettivi e deve essere in grado di raggiungerli con ambizione.
Scopriamo in questa guida quali sono i problemi che l’Italia è chiamata a risolvere dall’Ocse.
Report Ocse, ecco i problemi che l’Italia deve affrontare
Ocse ha messo in evidenza la situazione economica dell’Italia e ha ammonito il Belpaese ad affrontare determinate debolezze e criticità, che devono essere risolte in modo tale che la crescita economica torni ad essere duratura.
Le debolezze riguardano il debito pubblico italiano che rimane uno dei più elevati in Europa insieme al Portogallo, Grecia e Spagna. Ulteriori criticità riguardano il sistema produttivo nazionale, il sistema previdenziale ed il mercato del lavoro.
Debito pubblico italiano
L’Italia rimane uno dei paesi con il più elevato livello di debito pubblico: nell’anno appena archiviato il livello di indebitamento tricolore ha raggiunto e sfiorato i 3mila miliardi di euro, ovvero i 140 punti percentuali rispetto al PIL, che secondo le stime crescerà dello 0,6% nel 2024 per Banca d’Italia.
Il debito pubblico del Belpaese ha raggiunto il suo massimo storico nel 2020, mentre il minimo è stato raggiunto nel 2007. Grazie all’adozione delle attuali politiche fiscali e dei tagli alla spesa pubblica, il livello del debito pubblico italiano è destinato ad imboccare il trend ribassista.
Per assicurare allo Stato italiano entrate certe, Ocse si raccomanda di detassare gli stipendi e di tassare l’eredità e gli immobili. Tra le regioni italiane c’è una certa eterogeneità, il Lazio è la regione che ha il più elevato livello di indebitamento, seguita dalla Campania, Lombardia, Piemonte e Sicilia. Le regioni meno indebitate sono le seguenti: Valle d’Aosta, Basilicata e Molise.
Il sistema previdenziale
Il sistema previdenziale nazionale necessita di importanti riforme che vadano a superare le criticità del welfare italiano. Gli assegni previdenziali sono una componente che pesa sulla spesa complessiva statale. Ocse si raccomanda di sostituire la de-indicizzazione dei cedolini previdenziali Inps con un’imposta che vada a gravare sugli assegni di importo elevato.
Mercato occupazionale
Altra criticità riguarda il mercato occupazionale nazionale: il tasso di occupazione è tra i più bassi in Europa, la disoccupazione dei giovani è piuttosto elevata e le donne lavorano poco. Ocse raccomanda all’Italia di rafforzare il sistema formativo e di incentivare il congedo di paternità.
Tessuto produttivo italiano
Negli ultimi anni l’Italia ha vissuto una stagnazione cagionata da una crescita produttiva ferma. Sono necessarie riforme della concorrenza e della Pubblica Amministrazione per poter stimolare la crescita del tessuto produttivo italiano.
Altre raccomandazioni dell’Ocse riguardano la necessità di spingere l’efficienza del sistema giudiziario in modo tale da implementare piani di investimento pubblico.
Transizione energetica
L’Italia deve puntare all’accelerazione della transizione energetica: secondo l’Ocse ci sono differenti punti di debolezza e di criticità che l’Italia dovrebbe essere in grado di affrontare.
Tra questi mirano citazione i seguenti: la scarsa decarbonizzazione del trasporto pubblico, la carenza di investimento nelle ricariche per i macchinari elettrici, l’inadeguato sistema di tassazione dei combustibili fossili e le complesse procedure di autorizzazione che vanno a frenare l’installazione di capacità di fonti rinnovabili.