Guerra a Gaza, Tajani atteso da domani in Libano, Palestina e Israele. Continuano i colloqui fra Turchia e Iran.
La guerra a Gaza giunge al giorno numero 108. Israele, secondo la stampa locale, avrebbe offerto ad Hamas due mesi di tregua in camabio degli ostaggi. Una proposta che arriverebbe dopo le proteste di ieri dei parenti degli ostaggi che hanno fatto irruzione nella Knesset, il Parlamento israeliano.
Gli USA contrattaccano: colpite basi filoiraniane
Un funzionario statunitense ha annunciato alla CNN che gli Stati Uniti hanno contrattaccato in risposta al bombardamento dei droni sulla base irachena che ospitava i soldati americani.
Non sono note quante e quali basi filoiraniane siano state colpite.
Droni attaccano base aerea americana in Iraq
Diversi droni hanno preso di mira una base aerea in Iraq che ospita truppe statunitensi, causando feriti e danni. Lo ha detto un ufficiale statunitense.
L’attacco ha colpito la base di Ain al-Assad nella provincia occidentale di Anbar.
Il primo ministro iracheno Mohamed Shia al-Sudani chiede ora alla coalizione internazionale di lasciare il Paese. Ci sono circa 2.500 soldati americani in Iraq e circa 900 in Siria.
Blinken: “No a soluzioni permanenti a Gaza”
Se c’è bisogno di soluzioni di transizione è una cosa, ma se parliamo dello status permanente di Gaza, noi siamo stati chiari: su questo punto non ci stiamo
Così si è espresso Anthony Blinken, il segretario di Stato americano.
Guterres: “Inaccettabile il no di Israele ai due Stati”
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha definito “inaccettabile” la posizione di Israele, contraria alla soluzione di due Stati con la Palestina.
L’intera popolazione di Gaza sta affrontando un livello di distruzione che non ha precedenti nella storia recente. Niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese. La chiara e ripetuta bocciatura della soluzione dei due Stati ai più alti livelli del governo di Israele è inaccettabile
Pse: “Ottima soluzione di Borrell: necessari due Stati”
Il presidente del Pse, Stefan Löfven, ha dichiarato:
Accogliamo con favore e sosteniamo l’iniziativa dell’Alto rappresentante Borrell per la pace e la sicurezza, che mira a una soluzione globale che ponga fine al ciclo di violenza in Medio Oriente. L’Unione europea è sempre stata un progetto di pace e questo piano è all’altezza di questa eredità. È importante mantenere viva la speranza che la violenza e lo spargimento di sangue possano essere eliminati in Israele e Palestina. C’è un urgente bisogno di riavviare il processo di pace per raggiungere una soluzione negoziata a due Stati e una risoluzione duratura di questo conflitto che rispetti i diritti di tutte le comunità coinvolte
Tajani atteso da domani in Libano, Palestina e Israele
La Farnesina ha annunciato in una nota che il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, sarà atteso da domani in Libano, Palestina e Israele.
Quattro le città in cui il Ministro sarà in visita: Beirut, Gerusalemme, Tel Aviv e Ramallah.
Tajani ha così commentato il suo viaggio:
L’Italia sta continuando a lavorare per scongiurare il rischio di un allargamento del conflitto e per favorire una de-escalation. Dobbiamo ripristinare al più presto un orizzonte politico verso una soluzione a due Stati, che rappresenta la risposta più efficace alla violenza efferata di Hamas
Erdogan attende Raisi ad Ankara domani
Il presidente turco Erdogan attende domani la visita del presidente iraniano Ebrahim Raisi ad Ankara, dove discuteranno della serie di protocolli di cooperazione e della firma di 10 documenti che sanciranno un consolidamento delle relazioni commerciali, economiche a anche culturali tra Ankara e Teheran.
Ma a decidere il destino del colloqui è la crisi in corso a Gaza e l’intervento israeliano nella Striscia.
Entrambi i Paesi sono tradizionalmente critici nei confronti delle scelte del governo israeliano e storicamente schierati al fianco della Palestina, ma fa discutere la scelta di Erdogan di non cessare gli scambi con lo Stato Ebraico.
Non c’è alcuna ragione per non compiere passi al fianco dell’Iran
Ha dichiarato Erdogan, dopo il vertice di Riyad. Si teme un’escalation del conflitto, ma a rischio sono anche le prossime elezioni, in cui il presidente turco vuole riprendere i punti nevralgici del Paese.
Ankara e Teheran sono tra i pochi a mantenere vivi i rapporti con Hamas e poter mediare per la liberazione degli ostaggi.
Attacco hacker a cinema a Tel Aviv
Un attacco hacker è avvenuto oggi in un cinema di Tel Aviv. L’hacker ha proiettato messaggi minacciosi e immagini del massiccio attacco di Hamas in Israele del 7 ottobre.
La polizia sta indagando, così ha riferito Yedioth Ahronoth. Nel messaggio sullo schermo si legge:
Stupidi ebrei, siete tutti terroristi assassini. Siete dei codardi. Vi assumerete la responsabilità delle centinaia di bambini innocenti che sono morti a Gaza. Non vi daremo pace, nemmeno nei nostri cinema, finché i vostri massacri non finiranno. Vi distruggeremo tutti
Colloqui in corso fra Israele e Hamas
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, si è cautamente espresso con “ottimismo” riguardo i colloqui in corso per raggiungere un accordo tra Israele e Hamas.
Secondo quanto riferito dal portavoce ci sono
Discussioni serie da entrambe le parti, abbiamo presentato idee a entrambe le parti, riceviamo un flusso costante di risposte da entrambe le parti, e questo di per sé è motivo di ottimismo
Fonti egiziane hanno comunicato che Hamas ha rifiutato la proposta israeliana di una tregua di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi, la liberazione di detenuti palestinesi e la possibilità dell’esilio per i leader del Movimento islamico.
Unrwa: “Sei palestinesi uccisi in nostro rifugio colpito”
Il commissario generale dell’agenzia Onu per i palestinesi, Philippe Lazzarini, ha riferito della situazione gravissima che vivono i rifugiati palestinesi nella Striscia di Gaza:
“Uno dei più grandi rifugi dell’Unrwa a Khan Yunis (sud di Gaza) è stato colpito durante le operazioni militari di ieri. Almeno 6 rifugiati sono rimasti uccisi e molti altri feriti duranti gli intensi combattimenti intorno al nostro rifugio. Esorto tutte le parti a prendere ogni precauzione per ridurre al minimo i danni e proteggere i civili, le strutture mediche e il personale Onu locale in conformità con il diritto internazionale“.
Borrell: “Israele non può mettere un veto su Palestina”
L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in conferenza stampa, ha affermato:
“Una cosa è chiara: Israele non può avere il diritto di veto sull’autodeterminazione del popolo palestinese. Le Nazioni Unite riconoscono e hanno riconosciuto più volte il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Nessuno può porre il veto“.
Sunak, non esiteremo a rispondere ancora a raid Houthi
Il Regno Unito “non esiterà a rispondere ancora” se gli attacchi dei ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi continueranno. Lo ha affermato il premier britannico, Rishi Sunak.
Al-Sisi a Meloni: “Impegno condiviso per una pace duratura”
Il presidente egiziano Al-Sisi, tramite l’ambasciatore dell’Egitto in Italia Bassam Rady, ha fatto sapere alla premier Giorgia Meloni che l’obiettivo di entrambi i paesi è quello di favorire “una pace duratura” nella regione del Medio Oriente.
Rady ha fatto sapere che l’obiettivo è di favorire gli scambi fra Italia ed Egitto, apprezzando gli sforzi italiani per gli aiuti umanitari a Gaza. L’ambasciatore ha poi aggiunto:
“L’Egitto e l’Italia hanno una profonda amicizia storica basata sul rispetto reciproco e sull’impegno condiviso per il raggiungimento della stabilità, della pace, dello sviluppo e della cooperazione nella regione del Mediterraneo, sottolineando il grande sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due Paesi durante il 2023 dimostrata dal numero di visite ad alto livello scambiate tra le due parti nonché nel regolare coordinamento tra di loro su tutte le questioni regionali e internazionali“.
Un ex ostaggio di Hamas racconta: “Ci sono stati stupri continui”
Aviva Siegel, una degli ostaggi liberati da Hamas, ha parlato del suo rapimento da parte dei terroristi davanti alla Knesset, il parlamento israeliano.
Siegel ha raccontato che non soltanto sono state le donne ad essere stuprate, ma ciò è capitato anche agli uomini tenuti in ostaggio nei tunnel usati da Hamas:
“I terroristi portano vestiti che non vanno bene per le ragazze, le vestono come le bambole. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono. Ed è incredibile che siano ancora li. Voglio dirvi che anche ai ragazzi toccano queste cose: non possono rimanere incinti ma ci passano anche loro. E qualcosa ora deve cambiare. Vorrei tornare ostaggio per proteggere quelle ragazze, come ho fatto quando ero li“.
Il marito di Siegel è ancora tenuto ostaggio da Hamas. Durante il suo racconto alla Knesset non erano presenti ministri del governo.
L’Esercito israeliano ha circondato Khan Younis
L’Esercito israeliano (IDF) ha circondato la roccaforte di Hamas nel sud di Gaza, Khan Younis.
L’Esercito ha spiegato che molti miliziani di Hamas sono rimasti uccisi in combattimenti corpo a corpo e che sono stati distrutti diversi armamenti in mano ai terroristi.
Nel frattempo, Hezbollah ha attaccato il centro di comando dell’esercito israeliano nel Nord di Israele.
25.490 palestinesi uccisi nella Striscia dall’inizio guerra
Il Ministero della Sanità palestinese, controllato da Hamas, ha diramato il bollettino sulle morti occorse durante la guerra contro Israele.
25.490 palestinesi sono rimasti uccisi, mentre i feriti sono 63.354. Gli ultimi raid dell’IDF, riferisce sempre il ministero di Gaza, hanno ucciso almeno 195 palestinesi e ne hanno feriti 354.
I ribelli Houthi minacciano ritorsioni dopo gli attacchi anglo-americani
Il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, promette la vendetta del proprio gruppo contro gli attacchi che Regno Unito e Stati Uniti stanno portando avanti contro diverse regioni yemenite, come Sanaa, Hodeida, Taez e Al-Bayda.
Sono stati colpiti magazzini sotterranei delle milizie e basi di controllo aereo e missili balistici, come ha affermato il Pentagono.
Il ministro degli esteri turco Fidan incontra l’omologo Lavrov a New York
Prima dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in programma oggi a New York, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha incontrato il suo omologo russo Lavrov.
Il colloquio ha avuto come argomento principale la necessità, condivisa da Russia e Turchia, di creare uno stato palestinese e di porre fine all’intervento israeliano.
Russi e turchi possono condividere un canale diplomatico diretto con Hamas.
Una palestinese armata di coltello uccisa in Cisgiordania
Nell’insediamento di Psagot, in Cisgiordania, una donna palestinese armata di coltello è stata uccisa dai soldati israeliani lì presenti.
L’IDF ha reso noto, secondo il Jerusalem Post, che la donna è stata uccisa con colpi d’arma da fuoco mentre si stava avvicinando alla recinzione perimetrale dell’insediamento. Nessun soldato israeliano è rimasto ferito.
Iran: “I ribelli Houthi operano in modo indipendente nel Mar Rosso”
Il comandante della Marina dei Pasdaran, la Guardia rivoluzionaria iraniana, ha affermato che i ribelli yemeniti Houthi opererebbero nel Mar Rosso in modo indipendente, senza essere appoggiati da qualcuno:
“Lo Yemen è un paese indipendente con un esercito forte e ha anche un leader forte che agisce in modo indipendente e non prende ordini da nessuno. Le operazioni navali dello Yemen nello stretto di Bab al-Mandeb e l’ostacolare il transito di navi appartenenti al regime sionista o che scelgono il regime occupante come destinazione sono in linea con il sostegno ai musulmani“.
Ciò avrebbe termine se gli Stati Uniti ed i loro alleati occidentali smettessero di appoggiare Israele.
Il ministro degli Esteri Lavrov: “Niente giustifica gli attacchi di Hamas”
In un’intervista alla CBS, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha affermato che le violenze portate avanti da Hamas nascono dalla mancanza di uno stato palestinese, ma niente può giustificarle.
“A meno che questa ingiustizia non venga corretta e che non venga creato uno Stato palestinese, di tanto in tanto emergerà sempre più violenza in Palestina e in altre parti del mondo arabo e musulmano“.
Solo la nascita di uno stato palestinese può far terminare le violenze fra Israele e Hamas.
Il ministro della Sicurezza israeliano Ben-Gvir: “Uccidere i nazisti a Gaza per onorare le nostre vittime”
Altre dichiarazioni di forte impatto da parte del ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben Gvir. La morte di 21 soldati israeliani ha profondamente colpito la popolazione israeliana e Ben Gvir ha affermato:
“Dobbiamo continuare a sottomettere, schiacciare e falciare il nemico nazista a Gaza, con tutte le nostre forze. Vorrei che fossimo degni di loro e adempissimo la loro volontà, scritta con il sangue: schiacciare e distruggere Hamas e restituire tutti gli ostaggi. Sia benedetta la loro memoria“.
Lavrov: “Il coinvolgimento del Libano non è accettabile”
Parlando con il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, il suo omologo russo Serghei Lavrov ha commentato in maniera negativa la notizia di un possibile allargamento del conflitto israelo-palestinese anche al Libano.
E’ quanto pubblicato in una nota dal Ministero degli Esteri russo:
“Lavrov ha sottolineato l’inaccettabilità di qualsiasi escalation del conflitto israelo-palestinese e del coinvolgimento in esso di altri stati della regione, compreso il Libano. E’ stata riaffermata l’importanza degli sforzi collettivi volti a garantire un cessate il fuoco immediato a Gaza e a risolvere i gravi problemi umanitari“.