La protesta deve essere garantita, il diritto di parola è un fondamento della democrazia e protestare a parole non deve mai venire meno, ma solo le parole devono essere le armi da utilizzare per dimostrare le proprie idee che siano pro o contro qualsiasi cosa.

Ieri a Vicenza non è stato così: nell’occasione di” VicenzaOro”, un gruppo nutrito di manifestanti provenienti dai centri sociali, ammontanti ad alcune migliaia, ha ingaggiato un vero e proprio combattimento contro le forze dell’ordine che, naturalmente, hanno dovuto proteggere i bersagli della protesta facinorosa ed aggressiva che non si è limitata a sventolare bandiere o sfoggiare striscioni ma si è palesata con tanto di attrezzature da guerriglia metropolitana come scudi, bastoni, caschi et similia, quindi chiaramente organizzati per sostenere un possibile scontro voluto da loro, come per altro è avvenuto.

L’obiettivo del corteo era legato alla presenza di un padiglione israeliano all’interno della mostra orafa e i dimostranti inneggiavano alla Palestina libera e contro le azioni dell’esercito di Israele nella striscia di Gaza.

La guerriglia metropolitana declinata dai centri sociali

I disordini si sono creati quando un gruppo di manifestanti ha tentato di deviare dal percorso designato del corteo per raggiungere il centro fieristico di Vicenza.

A seguito degli scontri, stile guerriglia urbana, si devono contare i feriti: 10 in tutto fra le forze dell’ordine che lige al proprio dovere hanno fatto scudo all’irruenza degli appartenenti ai centri sociali, che come già successo erano ben addestrati allo stile moderno della lotta armata.

Dalle scritte sugli striscioni sfoggiati durante il corteo si è potuto leggere quanto queste persone siano distanti dalla politica attuale e quanto si rifacciano a modelli ormai desueti, poiché inneggiavano ad un personaggio ormai catalogato negli annali della storia e perciò ben definito ma anche finito, dato che non è più fra noi da molto tempo, ossia Lenin, che tutto ha ma, di sicuro, non la conformazione di un uomo democratico e ciò va a cozzare sonoramente contro la democraticità del diritto di parola.

Nessuna dichiarazione della sinistra sui fatti legati alla guerriglia metropolitana combattuta a Vicenza

Tutto ciò è avvenuto nel più totale silenzio della sinistra parlamentare, che non ha aperto minimamente bocca per condannare gli scontri avvenuti a Vicenza -micidiale il reel sulla pagina Instagram di Fratelli d’Italia con Elly Schlein protagonista-, senza ricordarsi che le forze dell’ordine agiscono anche a loro difesa se necessario e non fanno distinzioni di credo politico, quando sono chiamate a proteggere la democrazia (in questo caso in senso lato, ossia proteggere tutti coloro che rientrano nella cornice della democrazia professata).

Le dichiarazioni del governo sulla guerriglia metropolitana scatenata a VicenzaOro

Dal governo invece sono risaltate le dichiarazioni di vicinanza agli agenti feriti sia da parte del Presidente del Senato Ignazio La Russa che dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Ignazio La Russa, secondo quanto scritto sul sito Rai News.it, ha dichiarato che: “Trovo grave e ingiustificabile quanto avvenuto oggi a Vicenza dove dei manifestanti dei centri sociali hanno deviato il percorso del loro corteo per protestare contro la presenza di alcuni operatori di Israele alla Fiera VicenzaOro venendo a contatto con le Forze dell’ordine. La condanna per questi atti di violenza e antisemitismo deve essere netta e unanime. Nessuna tolleranza è ammissibile. A Israele e agli agenti di polizia rimasti feriti giunga la vicinanza mia personale e del Senato della Repubblica”.

Mentre il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha chiamato il questore di Vicenza, Dario Sallustio, per far presente la propria vicinanza agli agenti rimasti feriti dagli scontri con i manifestanti dei centri sociali. Il titolare del Viminale, sempre secondo cosa riporta l’articolo presente sul sito Rai News.it, ha espresso al questore il proprio “apprezzamento per come le forze di polizia hanno saputo gestire ancora una volta, con la consueta professionalità, una situazione difficile, evitando guai peggiori e confermandosi presidio fondamentale di difesa della democrazia e della libertà”.