E’ stato presentato quest’oggi il percorso dell’AlUla Tour 2024, manifestazione che fino allo scorso anno era denominata Saudi Tour. Le cinque tappe si svolgeranno tutte nella regione di AlUla, destinazione turistica che tanto sta investendo nel mondo del ciclismo professionistico al fianco della Jayco-AlUla, formazione che prenderà parte alla corsa saudita con l’obiettivo di ben figurare con il suo velocista di riferimento, Dylan Groenewegen.

AlUla Tour 2024, si parte dalle Tombe di Hegra

La corsa si volgerà dal 30 gennaio al 3 febbraio e sarà la quarta edizione della manifestazione. La partenza della prima tappa è prevista ai piedi delle Tombe di Hegra, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2008. La frazione sarà completamente pianeggiante, quindi i velocisti dovranno mettere in conto una bella battaglia contro Dylan Groenewegen, che ha già mostrato di essere in forma dopo la vittoria nella prima gara europea della stagione. All’interno della formazione australiana ci sarà anche Simon Yates, quarto all’ultimo Tour de France e autore di una buona prestazione al Tour Down Under, la prima corsa World Tour dell’anno. Particolarmente impegnativa sarà invece l’ultima frazione dell’AlUla Tour 2024, in quanto i corridori affronteranno l’ascesa verso Skyviews of Harrat Uwayrid, dove dovrebbe esserci un’importante battaglia per la classifica generale: la salita conclusiva presenta infatti un chilometro con pendenza al 17%. Una salita spaccagambe, anche per i corridori più in forma.

Montagne saudite all’AlUla Tour 2024

Prima di raggiungere la quinta tappa, i corridori dovranno percorrere diverse centinaia di chilometri attraverso le strade tortuose del deserto e delle montagne saudite. La seconda frazione presenta un finale accidentato che porta alla riserva naturale di Sharaan, mentre la terza tappa ha il potenziale per sconvolgere la classifica generale grazie al traguardo posto all’AlUla Camel Cup Track. Il direttore di gara Jean-Marc Marino ha spiegato che il vento giocherà un ruolo fondamentale in quella circostanza: i corridori sono avvisati, i ventagli potrebbero permettere ai migliori di non perdere troppo tempo in classifica generale. La penultima tappa, da Hegra a Maraya, dovrebbe essere invece una frazione interlocutoria prima del gran finale.

Le squadre

Per l’AlUla Tour 2024 non saranno presenti al via formazioni italiane. Lo scorso anno fu presente ai nastri di partenza il Team corratec – Selle Italia, formazione che quest’oggi ha annunciato la nuova denominazione in Team corratec – Vini Fantini. Stavolta, invece, non vedremo formazioni del nostro Paese, in quanto il comitato organizzatore ha già annunciato che, oltre alle 9 formazioni World Tour, saranno presenti cinque team Professional, tre team Continental e la nazionale dell’Arabia Saudita. La presenza di nove squadre della massima categoria è sicuramente un vanto per questa giovane corsa dell’UCI Asia Tour, appuntamento importante anche per chi vuole affrontare manifestazioni come lo UAE Tour, previsto per la fine di febbraio. Lo scorso anno, i corridori azzurri si sono tolti delle belle soddisfazioni: il migliore dei nostri è stato Davide Formolo, secondo in classifica generale a otto secondi dal vincitore, il portoghese Ruben Guerreiro. Importanti anche le vittorie di tappa, con Jonathan Milan che ha conquistato un successo parziale; nell’ultima frazione dello scorso anno, inoltre, ci fu la doppietta tricolore con Simone Consonni che ha battuto Matteo Malucelli sul traguardo di Maraya. A distinguersi nella classifica dei giovani fu invece il colombiano Santiago Buitrago, corridore che si è messo in grande evidenza, nel corso della sua carriera, al Giro d’Italia, e che vuole consacrarsi definitivamente nelle corse a tappe, terreno ideale per le sue caratteristiche tecniche. Nell’attesa di conoscere i nomi degli altri big al via, gli organizzatori dell’AlUla Tour 2024 hanno messo su un percorso davvero molto affascinante: la località saudita, tra l’altro, quest’anno ospiterà anche il campionato mondiale dei cicloamatori, a confermare la voglia di ciclismo che si respira anche in Arabia Saudita e più in generale nel Medio Oriente.