Sul sito del Dipartimento delle Finanze sono stati emessi i dati riguardanti la scelta fatta dai contribuenti in base alle dichiarazioni dei redditi 2023, a riguardo della donazione del 2 per mille del totale dell’imposta che risulta dalla dichiarazione stessa.

Dall’anno finanziario 2014 con decorrenza dall’anno precedente in funzione del periodo di imposta, il contribuente può donare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento fra l’altro di un partito politico al momento che presenta la propria dichiarazione dei redditi.

In base al decreto-legge 149/2013, i partiti che possono usufruire della destinazione del due per mille dei contribuenti volontari sono quelli che hanno trasmesso il proprio statuto alla Commissione di garanzia degli statuti e che la Commissione stessa abbia deciso che il partito in questione abbia uno statuto conforme alle disposizioni dell’articolo 3 della norma in oggetto.

Dai numeri riportati del due per mille donato emergono dati molto interessanti

Intanto, dal totale degli importi donati nell’anno di imposta 2022 a confronto con l’anno di imposta 2021, risulta una cifra che è grossomodo la metà di quella donata da tutti coloro che hanno scelto di farlo nel 2021, che ciò voglia dire che metà degli italiani che donano il loro due per mille ai partiti politici dal 20121 al 2022 hanno preferito astenersi dal farlo?

Una domanda sorge spontanea: perché?

Forse questa metà di contribuenti non ha avuto nel 2022 una dichiarazione alta quanto l’anno precedente e quindi la cifra si è ridotta solo proporzionalmente alla cifra totale da dichiarare, ma potrebbe anche essere che la metà degli italiani che non hanno donato abbia deciso di astenersi perché non crede più nei dettami del proprio partito politico e magari hanno scelto di donare il due per mille ad un’associazione che di politico non ha nulla, o forse si sono semplicemente tenuti i soldi in tasca.

Una classifica diversa secondo i donatori del due per mille

Un altro dato interessante emerge dalla lettura dei numeri: se mettiamo in ordine decrescente i totali donati a ciascun partito politico, balza immediatamente all’occhio il fatto che il primo partito politico secondo questa particolare classifica non è Fratelli d’Italia ma il PD, che non solo è il primo partito secondo i donatori da dichiarazione dei redditi, ma la cifra donatagli è praticamente il doppio di quella raccolta da FDI, che si piazza al secondo posto, seguita a notevole distanza dai 5 stelle che sono tallonati dalla Lega, che raccoglie pochi denari in più di Azione e pochi in meno di Italia Viva.

Un altro dato molto interessante è il posizionamento in classifica di Forza Italia: sotto a Europa Verde, Sinistra Italiana e Più Europa, attestandosi soltanto al decimo posto con circa 620.000 euro a differenza dei tre partiti della sinistra che raccolgono 870.000, 820.000 e 720.000 euro circa a testa.

Non tutti i donatori del due per mille sono prodighi allo stesso modo

Un ultimo dato che vale la pena sottolineare è la percentuale di contribuenti che hanno donato il loro due per mille ai partiti politici, confrontata con il totale delle scelte effettuate: il Partito Democratico mette assieme il 30,45% di questo totale e Fratelli d’Italia il 19,94%, queste percentuali sono congrue e plausibili in funzione del denaro raccolto, dato che il PD ha accumulato per la precisione 8.118.192 euro e FDI ha raccolto 4.807.551 euro.

Ma se andiamo a guardare più in basso, confrontando il totale raccolto dalla Lega che ammonta a 1.106.828 euro per una percentuale di contribuenti del 5,26% e quello raccolto, per esempio, da Italia Viva che ha accumulato 1.135.044 euro per una percentuale del 3,30% dei contribuenti, si può desumere che praticamente, a parità di cifra accumulata, le percentuali dei donatori sono invece decisamente diverse, il 3,30% per Italia Viva contro il 5,26% della Lega, perciò i donatori della lega evidentemente sono più parchi nell’allargare i cordoni della borsa.