Difensore arcigno, professionista serio e sempre concentrato, uno di quelli che usciva sempre dal campo con la maglia sudata. Luigi Garzya ha condiviso lo spogliatoio con grandi campioni e si è sempre fatto valere, dando il suo contributo in ogni esperienza vissuta. Con la maglia della Roma, gli anni più importanti della sua carriera. A volerlo in giallorosso fu Ottavio Bianchi, poi passò sotto la guida di Boskov e mister Mazzone. Tre stagioni, dal 1991 al 1994 nella Capitale, squadra a cui è rimasto sempre legato, innamorandosi in maniera irreversibile della magia dello stadio Olimpico. Per commentare l’esordio di De Rossi, in Roma-Verona, Garzya è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Buona la prima per De Rossi in Roma-Verona, Garzya a Tag24

Buona la prima per mister Daniele De Rossi. Non era così scontato che scossone che ha coinvolto la Roma potesse avere effetto immediato. L’esonero di Mourinho aveva sconvolto la parte di città giallorossa e lo stadio Olimpico, contro il Verona, era un ambiente tutt’altro che favorevole. Se da una parte, il ritorno a casa di un ex calciatore che ha scritto la storia, non poteva che far piacere al popolo romanista; dall’altra la delusione per l’epilogo con lo Special One e la rabbia nei confronti della società era ed è ancora forte. Il nuovo allenatore pensa solo a lavorare. Pochi giorni non può essergli bastati per risistemare le cose, ma qualche risposta, da parte della squadra è arrivata, nonostante attimi di difficoltà e sofferenza. Per commentare l’esordio di De Rossi in Roma-Verona, Garzya, che in carriera ha vestito la maglia del club capitolino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Non era semplice dal punto di vista ambientale, ma come hai visto l’esordio di De Rossi contro il Verona?

“Sono partite atipiche. In tre giorni non è che può cambiare la Roma, l’unica cosa diversa può essere l’aspetto psicologico, non tecnico perchè i calciatori sono gli stessi. Avrà tanto da lavorare. Però sono contento per lui, prima di tutto perchè mi piace come persona, anche se come allenatore va ancora valutato visto che ha poca esperienza. Lui è la Roma. Ci sono solo due persone che hanno scritto la storia moderna del club e sono lui e Totti”.

Cosa può cambiare adesso, rispetto a Mourinho?

“Mi auguro che possa scattare qualcosa nella testa dei calciatori. Gli accorgimenti tattici ci saranno, questo è ovvio, ma ciò che può influire di più è l’aspetto psicologico. E’ subentrato un nuovo allenatore, che avrà un metodo diverso di lavoro e qualcosa dovrà cambiare per forza”.

Mou ha detto più volte che questa squadra non è da quarto posto. Secondo te quali sono gli obiettivi stagionali del club?

“Lo sappiamo tuti che questa non è una squadra fortissima, non tanto perchè la Roma è scarsa ma più che altro perchè ci sono formazoni che sono un gradino sopra. Quella di quest’anno però è un’occasione unica, vista l’assenza, almeno per ora, del Napoli. I giallorossi dovranno cercare di raggiungere il traguardo. Se ci stanno pensando Fiorentina, Bologna e Atalanta, perchè non dovrebbe farlo la Roma? E’ difficile, per carità, e lo sa anche De Rossi. Questa squadra ha solo due fuoriclasse, massimo tre. Di questi, uno sta sempre male. Se avesse Dyabala sempre a disposizione sarebbe un’altra storia, ma lo sappiamo noi e lo sanno loro. Mourinho non ha torto quando dice che ci sono squadre più forti e per arrivare lì su serve qualcosa in più”.

Qualcuno, secondo te, aveva voltato le spalle a Mounrinho?

“Sinceramente non credo, anche se molte dichiarazioni nel corso dell’anno se le sarebbe potute risparmiare. Parlo da ex calciatore e so bene che è poco gratificante sentirsi dire determinate cose. Poi che Milan, Napoli, Inter e Juventus siano più forti, è il segreto di Pulcinella. L’allenatore però dovrebbe dire sempre che la sua squadra è la più forte e motivare lo spogliatoio in modo diverso”.

De Rossi può giocarsi le sue chance anche per il futuro?

“Dipende molto da come andrà a finire e da quali risultati raggiungerà con questa squadra. E’ ancora in corsa per l’Europa League e può giocarsi le sue carte in campionato, visto che c’è un intero girone di ritorno e lo farà fino alla morte. Ha il vantaggio di conoscere bene l’ambiente, perchè questa è Roma, non una piazza normale”.

Ti chiedo infine, cosa ne pensi della società?

“Il mondo è cambiato anche sotto questo punto di vista. Dove sta la società? Qui è difficile anche prendere una ppuntamento per parlare con il presidente. Gli americani hanno una mentalità diversa e lo hanno dimsotrato. Puoi essere anche Mounrinho, ma se non porti risultati questi ti esonerano”.