Export agroalimentare in crisi: l’analisi della Coldiretti ha messo in evidenza che quasi il 90% dei prodotti esportati per via marittima si deve confrontare con gli attacchi dei ribelli houthi nel Mar Rosso.
Secondo l’analisi condotta dalla Coldiretti l’export dei prodotti agroalimentari del Made in Italy vale oltre 5 miliardi di euro per il Belpaese. La recente crisi del Mar Rosso sta mettendo seriamente in difficoltà il comparto agroalimentare italiano dato che il 90% dei beni giunge in Oriente via mare. Il blocco delle navi di spedizione sta mettendo in difficoltà il settore agroalimentare con conseguenze piuttosto negative sull’economia italiana.
Export agroalimentare in crisi: Coldiretti lancia l’allerta
La crisi del Mar Rosso e il blocco dei traffici marittimi hanno portato all’incremento vertiginoso dei tempi di percorrenza e dei costi di logistica. Secondo la Coldiretti quasi il 90% dei beni agroalimentari raggiunge il continente asiatico via mare.
Il blocco delle navi mercantili nel Canale di Suez ha portato ad un allungamento delle rotte marittime tra Occidente e Oriente. La situazione di tensione impatta negativamente sui flussi commerciali dei prodotti deperibili, tra cui la frutta e gli ortaggi freschi.
Con gli aumenti dei costi dei trasporti marittimi e con l’allungamento delle tempistiche si potrebbero creare rilevanti problemi di conservazione dei prodotti agroalimentari deperibili.
Export agroalimentare italiano: quali sono i timori derivanti dalla crisi del Mar Rosso?
Ciò impatterà sul giro d’affari dell’intero sistema agroalimentare italiano: l’esportazione dell’ortofrutta fresca ha un valore pari ad un miliardo di euro, i prodotti da forno e la pasta alimentare ha un giro d’affari pari a 800 milioni di euro, il comparto dolciario vale 400 milioni ed il settore viti-vinicolo ha un valore pari a oltre mezzo miliardo di euro.
L’Italia è tra i principali paesi fornitori di vini rossi della Cina e degli Stati Uniti d’America. Tenendo in considerazione la stagionalità dei prodotti agroalimentari il crollo dell’export riguarderà soprattutto i kiwi, gli agrumi, le mele e le susine. Il blocco dei traffici nel canale di Suez costringerà le navi a circumnavigare il continente nero e aumenteranno i costi dei trasporti marittimi.
Di conseguenza, l’incremento degli oneri avrà come effetto diretto quello di aumentare di dieci centesimi il prezzo dei prodotti agroalimentari al chilo. Il principale timore sollevato dall’Associazione agricola italiana è rappresentato dal rischio di perdere competitività e quote di mercato con il protrarsi della minaccia commerciale.
Secondo le proiezioni della Coldiretti le criticità derivanti dalla crisi del Mar Rosso andranno a colpire un settore in grande espansione. L’export dei prodotti agroalimentari ha raggiunto il valore massimo pari a oltre 60 miliardi di euro con una crescita pari a 6 punti percentuali nel 2023 rispetto all’anno precedente.
Anche Confindustria ha lanciato il monito: la crisi del Mar Rosso avrà effetti negativi sull’economia italiana. Il nuovo anno 2024 sarà ricco di tensioni e di minacce per l’economia tricolore. Il blocco del canale di Suez rischia di portare ad un netto peggioramento dello scenario economico nazionale.
Gli analisti mettono in guardia che le proiezioni per l’export tricolore sono piuttosto incerte. Le conseguenze economiche derivanti dalle minacce del trasporto marittimo nel Mar Rosso dipendono dalla durata del blocco dei traffici in questo tratto di mare. In questa prima ventina di giorni del 2024 il traffico delle navi mercantili nel Canale di Suez si è più che dimezzato e i costi di logistica dal continente asiatico al Vecchio Continente sono aumentati di oltre 90 punti percentuali.
Oltre il 50% degli scambi commerciali italiani avviene via mare: ben si comprende come il commercio marittimo rivesta un ruolo fondamentale. I comparti che subiranno contraccolpi maggiori a seguito del blocco dei trasporti marittimi sono: settore energetico e del petrolio, quello dei beni elettronici, il settore agroalimentare ed il comparto conciario.