La scelta di De Fusco a nuovo direttore del Teatro di Roma ha indispettito non soltanto l’opposizione rappresentata dal PD, ma anche il Comune di Roma. Entrambi contestano un CdA organizzato senza il consenso del suo presidente, vedendo l’interesse del deputato di FdI Federico Mollicone come indebito.

Accuse rispedite però al mittente, non soltanto da Mollicone stesso ma anche da Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia. Per loro la nomina di De Fusco è stata una scelta necessaria: “Serviva per garantire il funzionamento del teatro”.

Teatro di Roma, Mollicone (FdI): “Gli artisti hanno fatto un sit-in politico, non c’è nessuna occupazione abusiva del teatro”

Gli interventi di Mollicone e Barelli, raccolti da Tag24, vertono su due punti: l’assoluta correttezza dell’ultimo CdA del Teatro di Roma e la necessità per il centrodestra di affermarsi anche a livello culturale. In questo senso va detto che soprattutto per FdI ciò passa con la sostituzione di direttori e gestori di teatri ed enti culturali, considerati feudi della sinistra ostili a ciò che pensa la destra.

In tal senso Mollicone legge il sit-in di persone che hanno protestato per la nomina di De Fusco: decisione tutta politica, che già attori o attrici come Barbara Ronchi hanno stigmatizzato:

Quello dell’altro giorno era un sit-in politico indetto dal Partito Democratico e non solo dagli artisti… E’ tutto legittimo, c’è il diritto di critica, di protesta, ci mancherebbe altro, non c’è nessuna occupazione abusiva del Teatro di Roma per il semplice motivo che la tanto contestata riunione del CdA sapete chi l’ha convocata? Il presidente Siciliano, perché non si trattava di un’autoconvocazione del vicepresidente e quindi del Ministero della Regione Lazio, bensì dell’aggiornamento di una riunione del CdA sospesa convocata dal presidente Siciliano.

Da presidente della Commissione Cultura Mollicone segue con partecipazione la vicenda del Teatro di Roma (secondo alcuni anche troppo, in sinergia con il ministro Sangiuliano), ma il CdA andava convocato perché in caso contrario i fondi nazionali per il funzionamento del teatro sarebbero andati persi:

Il tema è molto, molto serio e per questo da presidente della Commissione Cultura, me ne sto occupando come mi occupo di tutte le istituzioni culturali che siano stabili, lirici: fa parte della funzione della Commissione Cultura che è vigilante sui bilanci di questi enti e di queste fondazioni. Il tema è molto urgente perché il Teatro è in esercizio provvisorio: questo vuol dire che se non si approva il bilancio al più presto rischia il commissariamento! E oltretutto il presidente Siciliano continua a differire il CdA a piacimento e non può farlo: questo non lo dice Fratelli d’Italia, ma gli organi di vigilanza che erano presenti a quella riunione del CdA che li hanno firmati i verbali e che hanno certificato l’assoluta correttezza di quella riunione, per permettere ad un direttore di fare una stagione, senza la quale il Teatro perde anche i fondi nazionali.

Francesco Siciliano non ne esce bene da quanto appena detto. Secondo Mollicone, il predecessore di De Fusco non si curava proprio di gestire correttamente il teatro, cosa che costituiva un danno per la sua situazione finanziaria:

Rinnovo l’appello al dialogo e alla condivisione: non è stato fatto nessun blitz, semplicemente c’è senso di responsabilità da parte dei soci, che sono Ministero e Regione, rappresentati all’interno del CdA, nel capire l’urgenza rispetto alla situazione finanziaria del Teatro, di cui il presidente Siciliano sembra non preoccuparsi minimamente.

Teatro di Roma, Barelli (FI): “Chi occupa la cultura è la sinistra, è provocatorio dire che solo le nostre scelte non vadano bene”

Infine tocca a Paolo Barelli, capogruppo alla Camera di Forza Italia. Barelli sceglie di restare sul vago per quanto concerne l’argomento specifico, ma si allinea a Mollicone sull’aspetto culturale della vicenda.

Per il forzista è la sinistra che negli anni passati ha sempre indicato chi dovesse gestire i luoghi della cultura, presupponendo una competenza che Barelli ritiene esserci anche fra le fila della destra:

Io non credo che ci sia un problema, non è che bisogna andare a chiedere alla sinistra chi debba andare di qui o chi deve andare di là. Io credo che la cosa più importante e fondamentale sia la competenza e la competenza a livello culturale non c’è solo da una parte. Io non voglio entrare nella questione, ma ritengo che sarebbe un po’ provocatorio dire che le scelte che fa la sinistra vadano bene e le scelte che poi fa un governo di centrodestra o di un ministro che è una persona per bene, una persona di cultura peraltro giornalista affermato, non vada bene… Occupazione abusiva della cultura? Sant’Iddio, se c’è un’accusa in questo senso forse andrebbe fatta alla sinistra.