Di nuovo prima, nonostante l’Inter debba recuperare il match contro l’Atalanta causa Supercoppa. Ma la Juventus si gode comunque il primato dopo la vittoria contro il Lecce. Prova di forza, così come dimostrato negli ultimi mesi, la squadra di Allegri è una macchina che bada al sodo e porta a casa risultati.

Un cambiamento netto avvenuto grazie al pragmatismo del suo tecnico, riuscito a sfruttare il materiale a disposizione, tra giovani e vecchi nomi capaci di ripresentarsi in grande stile. Discorso che si abbina a quello che è l’uomo del momento, ovvero Dusan Vlahovic. Il serbo ora dà risposte, segna con continuità, ma sopratutto sembra maturato sotto ogni punto di vista. Lo dimostrano i gol, ma sopratutto il modo in cui sta in campo. E Allegri sorride, nella speranza di aver recuperato quella macchina da gol vista con la Fiorentina.

Juventus, è tornato Dusan Vlahovic?

La Juventus esulta, Vlahovic insieme a lei. La doppietta contro il Lecce è stata la ciliegina di una settimana ricca di soddisfazioni per DV9. Una replica dell’altra doppietta, quella di martedì contro il Sassuolo, che aveva galvanizzato e non poco squadra e ambiente.

Contro la squadra di D’Aversa è arrivata la conferma, Dusan c’è e non si vuole fermare. Il suo 2024 è iniziato con il botto, con cinque gol totali in cinque partite, miglior bomber nei maggiori campionati europei, come lui ancora nessuno. Ce n’è per tutti i gusti: di testa, su punizione, d’inserimento. Un ventaglio pieno di scelte a cui il giocatore attinge con sicurezza e consapevolezza.

Mancava proprio questo al numero nove, credere in se stesso e scendere in campo con tranquillità. Cosa che non era più di casa da molto tempo. Tutto a causa di tante variabili, a partire dai troppi infortuni che non gli hanno permesso di procedere con continuità, ad un modo di giocare richiesto da Allegri che non riusciva a far suo.

Perchè il discorso è diverso rispetto ai suoi trascorsi con la Fiorentina. Lì c’era una squadra che giocava solo ed esclusivamente per lui, rifornendolo di palloni a non finire. Con la Juventus un’altra storia, Allegri voleva un attaccante polivalente, capace di attaccare gli spazi avversari come lui sa fare, ma capace anche di poter gestire il pallone spalle alla porta dialogando con i compagni, aprendo spazi e facendo salire la linea.

Un lavorone per Vlahovic, che spesso e volentieri non è riuscito ad eseguire il compito a dovere. Segnali di ripresa ci sono stati proprio a partire dal big match contro l’Inter, lì dove Dusan è riuscito a lasciare la sua firma. Da quel momento l’exploit, racchiuso specialmente in un inizio 2024 da applausi con cinque gol in cinque partite, riuscendo ad arrivare a 11 gol stagionali. Il primo? Lautaro Martinez a quota 18. E Vlahovic lo ha messo nel mirino.

Una risalita faticosa

Si gode il momento Vlahovic, ha faticato e non poco per poter essere nuovamente protagonista, dato che il passaggio alla Juventus ha portato il giocatore a farsi strada tra tanti ostacoli, mentali e fisici. La pubalgia non gli ha lasciato tregua, si è messo sempre in mezzo alla sua strada, portandolo ad offrire prestazioni altalenanti. Tutto racchiuso in pochi gol e partite insufficienti per chi era arrivato a Torino con i gradi di nuovo bomber.

A Vlahovic è pesata eccome la situazione nella Juventus. Non riusciva a levarsi di dosso la pressione del caso, risultando spesso nervoso in campo e poco lucido, concetti che lo hanno portato a non essere performante in campo. In mezzo anche il mercato estivo passato, con lui e Lukaku protagonisti.

Doveva essere lo scambio dell’anno, il serbo al Chelsea, il belga alla Juventus. Un incrocio di destini che non era una semplice voce, ma un fatto concreto portato avanti per tante settimane. Alla fine niente da fare, Dusan è rimasto a Torino, con Romelu ad abbracciare la Roma. DV9 ha accettato di buon grado, non voleva andarsene, voleva dimostrare di essere quell’attaccante capace di poter essere il punto di riferimento di un popolo intero.

Si è messo sotto, con l’obiettivo di inculcarsi in testa il credo allegriano, fatto di gol e manovra. Pochi palloni a disposizione da tramutare in gol, perchè il resto era palleggio spalle alla porta. Il risultato è stato gol a spizzichi e tanta volontà che spesso non ha accompagnato a prestazioni di alto livello. In mezzo pure le noie muscolari che non gli hanno permesso di procedere con continuità, compresa anche qualche panchina di troppo.

Ha funzionato, perchè Vlahovic è tornato in campo con più fame, ma sopratutto convinzione. I segnali verso la fine del 2023, specie con il gol contro l’Inter che ha riacceso in lui il fuoco sacro. Esploso ad inizio anno, dove sta lasciando il segno in maniera dirompente. In un colpo solo cinque gol in cinque partite e nuovamente doppia cifra nella classifica marcatori di Serie A (con questa fanno quattro consecutive). Ora non si vuole fermare Vlahovic, pare abbia trovato la sua forma mentis. E se la tiene stretta.