Si chiamavano Vincenzo Carnicelli e Annalisa Rizzo, i due coniugi di 63 e 43 anni trovati morti in casa ad Agropoli, nel Salernitano, nelle scorse ore. Secondo i carabinieri, intervenuti dopo la segnalazione di alcuni vicini di casa che li avevano sentiti litigare animatamente, il loro potrebbe essere l’ennesimo caso di femminicidio-suicidio registratosi in Italia.
Un caso simile a quello che poco più di dieci giorni fa aveva sconvolto la piccola cittadina di Valfloriana, a Trento, dove la 37enne Ester Palmieri era stata uccisa dal marito Igor Moser – poi morto suicida – mentre i tre figli erano a scuola. Si stavano separando: secondo i conoscenti, l’uomo non riusciva ad accettarlo e si era fatto “sempre più insistente”.
Chi sono Vincenzo Carnicelli e Annalisa Rizzo, i coniugi trovati morti in casa ad Agropoli
Vincenzo Carnicelli aveva 63 anni e lavorava come pizzaiolo. Stando a quanto emerso finora, potrebbe aver ucciso la moglie di venti anni più giovane Annalisa Rizzo, impiegata di banca, per poi togliersi a sua volta la vita, mentre la figlia di 13 anni dormiva nella cameretta della loro abitazione di via Gaetano Donizetti ad Agropoli, nel Salernitano.
A dare l’allarme, permettendo il ritrovamento dei loro corpi senza vita, sarebbero stati alcuni vicini di casa che, dopo aver sentito delle urla provenire dalla loro abitazione, si sarebbero messi in contatto con i carabinieri, raggiunti telefonicamente anche dalla mamma della 43enne, preoccupata di non riuscire a contattarla, dando l’allarme.
Sembra che avessero avuto una violenta lite. Accanto ai loro corpi i carabinieri della compagnia locale, intervenuti sul posto insieme al comando del capitano Giuseppe Colella, hanno trovato un coltello dalla lunga lama insaguinato, forse l’arma del delitto.
Già lunga la lista dei femminicidi nel 2024
Sono già diverse le vittime di femminicidio del 2024, in Italia. La lunga scia di sangue si era aperta con la morte di Rosa D’Ascenzo, la 71enne romana uccisa dal marito Giulio Camilli il primo gennaio scorso. L’uomo, di 73, aveva portato la moglie al pronto soccorso dell’ospedale di Civita Castellana, in provincia di Viterbo, sostenendo che fosse morta nel corso del tragitto in auto dopo essere caduta accidentalmente in casa.
Secondo gli inquirenti, l’avrebbe colpita a padellate al culmine di una lite scoppiata per i suoi problemi di memoria fino a lasciarla a terra esanime, per poi caricarne il corpo senza vita nel bagagliaio e tentare di depistare le indagini. Un caso che aveva sconvolto l’opinione pubblica, come quello di Maria Rus e Delia Zarniscu, le due donne di origini romene uccise a Naro, in provincia di Agrigento, da un connazionale di 24 anni.
Sembra che l’uomo, ora accusato di duplice omicidio pluriaggravato e vilipendio di cadavere, avesse cenato con un conoscente a casa della seconda e che, ubriaco, avesse provato ad abusarne sessualmente, venendo respinto. Con rabbia si sarebbe scagliato prima contro l’amica, che viveva a poca distanza, uccidendola dopo averla immobilizzata su una poltrona e dandole alle fiamme, poi contro Zarniscu, finendo per uccidere anche lei.
Era il 5 di gennaio. Pochi giorni dopo la 37enne Ester Palmieri era stata uccisa dal marito Igor Moser, di 45, con un coltello e un martello. Il movente? L’uomo non accettava la fine della loro separazione e il fatto che, con molta probabilità, i figli che avevano avuto insieme sarebbero stati affidati a lei. Dopo aver atteso che la donna restasse sola, l’avrebbe colta di sorpresa e colpita con violenza. Poi si sarebbe recato in un fienile, impiccandosi.