Il concordato preventivo biennale emerge come una svolta molto importante e inedita nel panorama fiscale italiano, particolarmente rivolto ai contribuenti di dimensioni minori, inclusi quelli in regime forfettario e quelli soggetti agli Indici Sintetici di Affidabilità (ISA). Questo strumento, previsto nell’ambito della riforma fiscale in corso, mira a semplificare e rendere più equo il rapporto tra contribuenti e amministrazione fiscale. Tuttavia, ci sono delle novità da segnalare negli ultimi tempi, soprattutto per capire chi sono i beneficiari e chi, invece, è escluso.
Concordato preventivo biennale 2024: caratteristiche principali
Il concordato preventivo biennale si propone come uno strumento di compliance volto a offrire ai contribuenti una proposta vincolante per il pagamento delle imposte, basata su un punteggio di affidabilità fiscale e sull’assenza di debiti tributari significativi. La proposta coprirà l’imposta dovuta per l’anno di conclusione dell’accordo e per l’anno successivo, con un periodo di valutazione di soli 5 giorni.
Concordato preventivo biennale 2024: cambiamenti proposti e ampliamento della platea dei beneficiari
Recenti proposte di modifica hanno suggerito un abbassamento del punteggio ISA richiesto per accedere al concordato, con l’obiettivo di estenderne l’applicabilità a un numero più ampio di contribuenti. Si prevede inoltre una maggiore flessibilità nella scadenza per accettare la proposta e l’obbligo per l’Agenzia delle Entrate di attenersi a un incremento massimo del 10% dei ricavi nell’elaborazione della proposta.
Quali sono gli obiettivi e i vantaggi del concordato preventivo biennale
L’intento del concordato preventivo biennale è duplice: da un lato, facilitare una maggiore partecipazione dei contribuenti nel processo di accertamento tributario; dall’altro, offrire alle imprese e ai professionisti una maggiore certezza nella gestione delle proprie imposte. Tale strumento può rappresentare un vantaggio per chi prevede un incremento delle entrate, in quanto consentirebbe di bloccare le tasse su un livello fisso.
Chi sono gli esclusi: i requisiti richiesti per l’accesso
Le grandi aziende sono escluse dal concordato preventivo biennale, che si concentra invece su piccole e medie imprese e lavoratori autonomi. Per accedere a questo strumento, i contribuenti devono soddisfare specifici criteri di affidabilità fiscale (non devono aver presentato dichiarazioni incoerenti) e non devono avere debiti tributari significativi (superiori a 5.000 euro). Inoltre, il concordato viene proposto anche ai contribuenti in regime forfettario.
Come funziona il concordato
Una delle questioni più discusse è il lasso temporale concesso ai contribuenti per valutare e accettare la proposta di concordato. Con solo 5 giorni a disposizione, si pone una sfida nella presa di decisioni importanti che potrebbero influenzare le finanze per i prossimi due anni.
La formula adottata per determinare il reddito esclude elementi come plusvalenze e minusvalenze, fissando un reddito minimo imponibile di 2.000 euro.
L’accettazione della proposta di concordato libera il contribuente da controlli approfonditi, fissando un imponibile predeterminato. Tuttavia, si presenta il rischio di dover pagare imposte su un reddito “virtuale” qualora i redditi effettivi siano inferiori a quelli concordati. La flessibilità del sistema è quindi un fattore chiave da considerare con attenzione.
Concordato preventivo biennale 2024: il calendario degli adempimenti
Il calendario degli adempimenti per il concordato preventivo biennale è stato pianificato per ridurre il carico burocratico sui contribuenti. Le date chiave per il 2024 includono:
- 30 aprile: disponibilità dei programmi informativi dell’Agenzia delle Entrate.
- 21 luglio: termine ultimo per l’invio dei dati da parte del contribuente.
- 26 luglio: comunicazione ai consulenti della proposta di concordato.
- 31 luglio: scadenza per il versamento del saldo IRPEF 2023 e acconto 2024 per i soggetti ISA.
Concordato preventivo biennale: reazioni e critiche
Nonostante le potenzialità di questo strumento, emergono alcune criticità legate alla sua applicazione e alla definizione dei requisiti di accesso. Le commissioni parlamentari e le categorie professionali hanno sollevato questioni importanti, tra cui la flessibilità dei termini e i limiti posti all’incremento del reddito. Il governo è dunque chiamato a ponderare queste osservazioni per affinare il provvedimento.
Le Commissioni parlamentari hanno sollevato questioni sul vincolo del punteggio ISA nel concordato, proponendo di attenuarne l’impatto o di eliminarlo del tutto, estendendo così l’accesso al concordato a un numero maggiore di contribuenti. Inoltre, la maggioranza parlamentare ha suggerito modifiche che potrebbero aprire il concordato anche ai contribuenti meno virtuosi, limitando l’aumento del reddito concordato al 110% del reddito dichiarato. Questa modifica potrebbe ridurre l’incentivo alla virtuosità fiscale e legittimare comportamenti evasivi.
Inoltre, sono sorti dubbi su come gestire i cambiamenti nei limiti di riferimento, specialmente per i contribuenti forfettari. Ad esempio, cosa succede se un contribuente forfettario supera la soglia di incasso durante l’anno di concordato? Domande ancora in attesa di risposte.