Gli ultimi anni hanno visto un preoccupante aumento dei conflitti armati, in particolare nell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa). Il 2023 è stato un anno particolarmente turbolento, segnato da conflitti e crisi climatiche, con la preoccupante prospettiva che nel 2024 queste situazioni possano degenerare ulteriormente. Organizzazioni come l’International Crisis Group hanno evidenziato una crescita significativa dei conflitti dal 2011, con conseguenze devastanti, soprattutto per i civili e i bambini. L’Unicef ha riferito che nel periodo tra il 2005 e il 2022, circa 120.000 bambini sono stati uccisi o mutilati a causa delle guerre, una cifra allarmante che sottolinea la gravità della situazione. In poche parole, questi conflitti hanno portato a un numero record di 400 milioni di bambini coinvolti in aree di crisi nel 2023, un dato sconvolgente che evidenzia la portata delle emergenze globali. Andiamo a riepilogare quali sono le guerre oggi in corso e le crisi da tenere d’occhio per il nostro futuro.

Quali sono le guerre oggi in corso: il genocidio nella Striscia di Gaza e il conflitto tra Russia e Ucraina

Un tragico esempio dell’incapacità della politica internazionale di intervenire efficacemente è il genocidio in corso nella Striscia di Gaza. Questa situazione mette in luce il fallimento degli sforzi diplomatici e la mancanza di azione concreta da parte dell’Occidente. La crisi in Gaza non è l’unica area di preoccupazione: numerosi altri conflitti in Medio Oriente e in Africa rischiano di intensificarsi nel 2024.

Le tensioni tra Ucraina e Russia, così come i conflitti tra israeliani e palestinesi, sono esempi di situazioni già critiche che potrebbero esacerbarsi ulteriormente. Gli esperti di geopolitica stanno monitorando attentamente queste aree, oltre ad altre regioni come Sudan e Myanmar, dove le guerre civili hanno causato enormi sofferenze umanitarie.

Quali sono le guerre e le crisi dell’ultimo decennio: dalla Libia al Sudan

I primi conflitti di questo decennio hanno avuto origine in Libia, Siria e Yemen, innescati dalle rivoluzioni arabe. La situazione in Libia ha successivamente influenzato le regioni del Sahel, mentre altre aree del mondo sono state coinvolte in combattimenti, come tra Azerbaigian e Armenia nel 2020, in Etiopia (regione del Tigray), Myanmar, Ucraina e Sudan.

In molte di queste aree, la strada verso la pacificazione è complessa o del tutto assente. La diplomazia ha faticato a trovare soluzioni per porre fine alle ostilità, e in molti casi la vittoria militare sembra essere l’unico percorso percorribile.

I conflitti del 2024 e l’assenza di trattative

Nel 2024, numerosi conflitti rimangono irrisolti, con poche prospettive di accordi di pace. A differenza dei conflitti degli anni ’90, in aree come Cambogia, Bosnia, Mozambico e Liberia dove si raggiungevano accordi di cessate il fuoco, l’attuale panorama geopolitico è caratterizzato da una mancanza di trattative tra le parti in guerra.

La recente escalation del conflitto tra Israele e Palestina ne è un chiaro esempio. Attacchi e risposte militari hanno aggravato la situazione, minando le speranze di una risoluzione pacifica e duratura del conflitto.

I conflitti persistenti in Libia, Yemen e Siria

Nel panorama globale, le situazioni in Libia, Yemen e Siria rappresentano esempi significativi di conflitti che, nonostante siano formalmente conclusi, continuano a manifestare tensioni e instabilità. La mancanza di accordi di pace duraturi e solidi piani politici per il futuro contribuisce a un contesto di incertezza e tensione continua. Questi Paesi, una volta teatri di conflitti interni intensi, oggi si trovano in una fase di precaria stabilità, con sfide significative per il raggiungimento di una pace stabile e inclusiva.

Situazioni critiche in Africa e Asia

L’Africa sub-sahariana è stata teatro di numerosi colpi di stato, accentuando l’instabilità politica e sociale. Paesi come Gabon, Niger, Burkina Faso, Mali e Guinea hanno affrontato sfide post-pandemiche che hanno portato a instabilità e flussi migratori crescenti. Allo stesso tempo, cambiamenti climatici come inondazioni in Libia hanno peggiorato la situazione umanitaria. In Asia, il conflitto in Myanmar rimane una fonte di preoccupazione, con una giunta militare che affronta crescenti tensioni interne.

La guerra civile in Sudan, pur essendo meno nota rispetto ad altri conflitti, è stata identificata come una priorità dall’International Rescue Committee. Le tensioni tra l’esercito nazionale e le forze paramilitari hanno portato a una crisi umanitaria estesa, con milioni di persone sfollate e bisognose di aiuti umanitari. La chiusura delle scuole e l’instabilità hanno lasciato milioni di bambini senza istruzione.

Quali sono le guerre in corso oggi (e quali saranno domani)

Le previsioni del Washington Post indicano che molti conflitti in corso potrebbero peggiorare a causa di problemi ambientali come siccità e alluvioni. La lotta per le risorse idriche è diventata una causa significativa di conflitti, con circa 300 guerre per il controllo dell’acqua in tutto il mondo. La disputa sulla diga Renaissance in Etiopia è un chiaro esempio di come le risorse idriche possano diventare un punto focale dei conflitti internazionali. Dopotutto, di futura guerra dell’acqua si parla ormai da oltre 20 anni.

Le responsabilità della politica internazionali

I limiti della politica internazionale sono stati evidenziati dall’immobilismo di fronte a gravi crisi. La tendenza a privilegiare gli interessi economici e le relazioni diplomatiche rispetto a soluzioni concrete per la pace ha contribuito alla perpetuazione di conflitti come quello tra Israele e Palestina. Il rifiuto di alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti, di sostenere un cessate il fuoco in Palestina ha permesso la continuazione di un conflitto devastante.

Sforzi diplomatici positivi nel 2023

Nonostante il panorama complesso, il 2023 ha portato alcuni sviluppi positivi. Il riavvicinamento tra Iran e Arabia Saudita, mediato da Iraq, Oman e Cina, ha attenuato una rivalità regionale. Anche il vertice tra Stati Uniti e Cina ha contribuito a migliorare le relazioni bilaterali, mettendo in evidenza il potenziale impatto positivo della diplomazia.

Quali sono le guerre e le crisi da monitorare nel 2024

Alcuni conflitti chiave richiedono un monitoraggio attento nel 2024. Situazioni come quelle in Etiopia, dove si teme un’ulteriore escalation militare, e il conflitto russo-ucraino, influenzato dal supporto internazionale, sono particolarmente critici. Inoltre, la crisi in Medio Oriente, con la potenziale espansione del conflitto israelo-palestinese, rimane una delle principali preoccupazioni globali.