Perché Smemoranda è fallita? Quali sono le ragioni della chiusura della famosa azienda produttrice degli iconici diari che ci hanno accompagnato durante gli anni di studio?

I diari colorati siglati Smemoranda che hanno accompagnato intere generazioni di studenti non esisteranno più. Dopo più di quattro decenni di agende Smemoranda l’asta per l’acquisto dell’azienda produttrice degli iconici diari è risultata vuota e senza potenziali acquirenti.

Di conseguenza, a partire dal prossimo anno scolastico 2024-25 non sarà più possibile acquistare diari Smemoranda in quanto l’impresa non verrà rilevata da nessuno. Purtroppo, si chiude il capitolo della storia di una delle aziende più conosciute ed amate da intere generazioni di alunni italiani.

Scopriamo in questa guida quali sono ragioni alla base del fallimento della famosa azienda produttrice di agende-diari Smemoranda.

Perché Smemoranda è fallita?

Nata nel 1978 l’impresa produttrice dei famosi diari iconici Smemoranda non è riuscita a superare la grave crisi finanziaria causata dallo scoppio dell’emergenza pandemica. Il tentativo di poter salvare l’impresa c’è stato, anche il gruppo Giochi Preziosi è intervenuto per salvare la continuità dell’iconica impresa di diari.

Purtroppo, questi tentativi da parte di importanti brand non è bastato, per questo a partire dal prossimo anno scolastico i diari Smemo spariranno dai banchi di scuola. Il successo aziendale della Smemoranda è stato economico-culturale: nel corso degli anni Novanta il numero di diari Smemo ha sperato la quota di 1.200.000, poi l’E-Learning e la crisi economico-finanziaria innescata dall’emergenza pandemica ha dato il colpo di grazia alle sorti della famosa impresa che produce e commercializza le agende.

La prima asta per salvare il noto brand Smemo è andata deserta: ciò ha ufficializzato la fine della storia del diario-agenda diventato l’emblema di intere generazioni di alunni. È molto probabile che ci sarà una seconda asta.

La storia del diario-cult che ha accompagnato generazioni di studenti

La storia del diario Smemoranda è iniziata nel lontano 1978 quando l’agenda pubblicava saggi, quiz, poesie, vignette e disegni. Il diario venne pubblicato a 12 mesi e a 16 mesi. Sono stati oltre 300 le personalità illustri che hanno collaborato con Smemoranda: da Ligabue a Jovanotti, da Benigni a Fellini.

Smemoranda ha “cavalcato” con successo tutto il XX secolo e, nel corso degli anni Novanta, ha raggiunto il suo periodo aureo. Nel corso dell’anno 2015 l’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti ha allestito una vetrina che raccoglieva gli oggetti più iconici della storia italiana.

Per l’anno 1978 è stata scelta l’agenda Smemoranda: questo perché l’agenda Smemo è stata ideata da un gruppo di studenti universitari e si distingueva dagli altri diari che avevano le copertine monocromatiche. L’agenda cult Smemo si somigliava ad un magazine, che si distingueva per la sua peculiarità estetica.

Il fallimento della Smemoranda conferma la crisi delle cartolerie

La fine della parabola della Smemoranda conferma ancora una volta la crisi del settore delle cartolerie fisiche. I dati confermano che molti negozi di cartoleria e di cartolibreria stanno abbassando le serrande a causa della concorrenza da parte della GDO e dell’E-Commerce.

Alle forze concorrenziali si è aggiunta l’emergenza pandemica, il trend inflazionistico, gli eventi geopolitici, la crisi del Mar Rosso e i conflitti bellici tra Russia e Ucraina. Tenendo conto dei dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori i costi dei libri e del materiale scolastico stanno registrando un incremento medio di oltre quattro punti percentuali rispetto a tre anni fa.

Il maggiore numero di cartolerie e di negozi di cancelleria si concentra principalmente in Lombardia, Campania e nel Lazio, secondo i dati della piattaforma di marketing intelligence di CRIF Margò.