La nomina di Luca De Fusco a nuovo direttore del Teatro di Roma non è piaciuta al PD, che ha chiesto un’interrogazione al governo e alla Regione Lazio su come è stato scelto De Fusco.
I dem parlano apertamente di “blitz” e di “occupazione degli spazi della cultura“, cosa che il deputato Federico Mollicone di Fratelli d’Italia trova risibile: “Si chiama democrazia dell’alternanza, a sinistra imparino ad accettare la sconfitta“.
Teatro di Roma, Mollicone (FdI): “Con la nomina di De Fusco abbiamo evitato l’esercizio provvisorio”
Intervistato da “La Stampa”, il deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone ha voluto rispondere a chi, principalmente nel PD, lo aveva accusato di essersi indebitamente interessato alla nomina del nuovo direttore del Teatro di Roma.
A succedere ad Antonio Calvi è stato scelto Luca De Fusco, regista teatrale napoletano ed ex direttore del Teatro Stabile di Napoli. Il CdA non era stato convocato dal presidente Francesco Siciliano, cosa che nel PD è stata vista come una violazione dello statuto e delle norme che regolano la nomina delle figure dirigenziali del teatro.
Mollicone indica che ciò non ha inficiato in alcun modo la regolarità della nomina, dettata da ragioni di estrema urgenza amministrativa:
C’era l’urgenza di intervenire. Il teatro è in esercizio provvisorio di bilancio, siamo a pochi giorni dalla scadenza per la presentazione della stagione, rischia di perdere i fondi del ministero della Cultura e di andare in deficit. Il Cda si è tenuto regolarmente, l’hanno certificato gli organi di vigilanza presenti che hanno firmato il verbale. C’era una maggioranza numerica incontestabile con i voti del ministero della Cultura e della Regione Lazio.
Nulla di più quindi che il bisogno di garantire a dipendenti e maestranze la sicurezza di poter continuare il proprio lavoro. Lavoro che per Mollicone la sinistra, a lungo al governo, non ha saputo svolgere: le accuse di Elly Schlein, che parla di un’ossessione delle destre ad occupare la cultura, non sono pertinenti.
Anzi, per Mollicone l’atteggiamento dei dem in CdA rischiava di far saltare i lavori:
In queste settimane il presidente Siciliano ha continuato a rinviare il Cda come se fosse il proprietario del Teatro di Roma, questo sì un modo di agire scorretto dal punto di vista formale. I rappresentanti del Comune non c’erano perché hanno deciso di far saltare il tavolo. Si erano autoconvinti che il direttore sarebbe stato Onofrio Cutaia mentre De Fusco avrebbe fatto solo il consulente artistico. Noi abbiamo sempre detto il contrario.
A proposito di governo, la stoccata di Mollicone al PD riprende un refrain che caratterizza FdI da quando ha vinto le ultime elezioni politiche: l’idea di essere stati messi in minoranza solo per l’avere idee diverse rispetto alla maggioranza.
Si chiama democrazia dell’alternanza, ho l’impressione che la sinistra non abbiano ancora elaborato il lutto della sconfitta, c’è una sorta di rimozione. Per anni sono stati abituati a gestire tutte le istituzioni culturali. Ma avviene tutto nel rispetto della legge, non c’è nessun autoritarismo, nessuna rivalsa, nessuna ricerca di egemonia culturale della destra, è un dibattito stantio che non interessa. Cerchiamo solo di far funzionare le istituzioni culturali. Ci piacerebbe ci fosse una nuova sintesi culturale tra destra e sinistra. Bisogna superare queste categorie del Novecento per affermare un’identità culturale italiana che possa vincere in Europa e nel mondo.