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Guerra a Gaza, i palestinesi continuano a chiedere il cessate il fuoco. Il ministro Ben-Gvir minaccia la caduta del governo

Giorno 108 della guerra a Gaza: l’esercito israeliano bombarda nella notte la città di Khan Younis, nel sud della Striscia. Intanto il premier isareliano Benjamin Netanyahu, dopo il ‘no’ a uno stato palestinese, promette una “vittoria completa” su Hamas.

Alcuni testimoni hanno parlato di diverse vittime nell’attacco israeliano su Khan Younis. Le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas tornano a manifestare davanti casa del premier Netanyahu. Tutti gli aggiornamenti dalla Striscia oggi 22 gennaio 2024

Marina americana: “L’affermazione degli Houthi su un presunto attacco riuscito alla ‘Ocean Jazz’ è palesemente falsa”

22:05

La quinta flotta navale degli Stati Uniti, con base nel Medio Oriente, ha respinto l’affermazione degli Houthi, sostenuti dall’Iran, che avevano rivendicato la responsabilità per l’attacco alla nave mercantile militare americana Ocean Jazz.

Due mesi di tregua in cambio degli ostaggi. La proposta di Israele ad Hamas

21:25

Israele ha presentato una proposta ad Hamas, attraverso la mediazione del Qatar e dell’Egitto. L’accordo prevede una tregua di due mesi in cambio del rilascio di tutti gli ultimi ostaggi detenuti a Gaza. La notizia è stata riportata da due fonti israeliane al sito di notizie statunitense Axios.

Houthi rivendicano attacco a mercantile dell’esercito Usa nel Golfo di Aden

18:48

L’attacco a una nave mercantile dell’esercito americano – la ‘Ocean Jazz’ – è stato rivendicato dai ribelli yemeniti Houthi nel golfo di Aden.

Sono stati gli stessi guerriglieri a comunicare l’esito dell’offensiva, compiuta con l’utilizzo di missili navali.

Borrell: “Europa favorevole a soluzione dei due Stati”

18:35
Borrell Bruxelles

Josep Borrell ha tenuto una conferenza stampa al termine del Consiglio degli Esteri che si è svolto a Bruxelles.

In primo luogo, l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera ha voluto sottolineare come l’impegno dell’Europa e della Comunità internazionale punti a trovare una soluzione a questo conflitto mortale.

Sono tutti d’accordo – ha spiegato Borrell – che il bilancio di decessi tra i civili è eccessivo. Più morte, più distruzione, non aiuterà a sconfiggere Hamas, non porterà sicurezza a Israele, al contrario“.

L’Alto Rappresentante ha ribadito come “la maggioranza ha ricordato che la loro posizione è per la difesa di un accordo a favore dei due Stati“. Inoltre, Borrell ha riferito dell’accordo in merito all’istituzione di un’operazione di sicurezza marittima dell’Ue nel Mar Rosso. “Adesso – conclude – dobbiamo andare verso l’unanimità per vedere quando potremo mettere in piedi questa missione“.

Tajani: “Gaza parte del futuro Stato palestinese”

17:55

Antonio Tajani ha incontrato i giornalisti in un punto stampa al termine del Consiglio degli Esteri a Bruxelles.

Il vicepremier italiano ha parlato della Striscia di Gaza che, dice, “dovrà essere parte dello Stato palestinese di domani“. Tra le soluzioni possibili per arrivare a questo risultato, Tajani non esclude una fase di transizione sotto l’egida delle Nazioni Unite, con una missione di pace alla quale “l’Italia è pronta a partecipare“.

Venendo alla crisi nel Mar Rosso, il ministro degli Esteri italiano ha detto che la proposta italiana di una missione difensiva è stata approvata da Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Ora, dice Tajani, Borrell ha detto “che si cercherà di fare più in fretta possibile“, chiarendo che la missione sarà esclusivamente difensiva: “Se c’è un attacco, le navi saranno difese. Quindi mi pare che si va nella giusta direzione“.

Ministro Israele propone un’isola per ospitare palestinesi da Gaza

17:31

Israel Katz, ministro degli Esteri di Israele, intervenuto al Consiglio Esteri a Bruxelles, avrebbe avanzato la proposta di costruire un’isola artificiale nel Mediterraneo.

L’arcipelago servirebbe, nelle intenzioni israeliane, sia come porto, sia come possibile punto di accoglienza per i palestinesi fuoriusciti da Gaza.

Stando, però, ad alcune fonti di Bruxelles, la proposta non avrebbe trovato un’accoglienza favorevole da parte degli altri ministri degli Esteri europei, che la considerano antiquata e un mero tentativo del governo israeliano di mostrarsi interessato all’individuazione di una soluzione per i palestinesi.

Meloni: “D’accordo con Erdogan per soluzione strutturale a crisi in Medio Oriente”

17:07
Meloni Erdogan

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata intervistata dal programma ‘Quarta Repubblica’ di Rete 4.

Tra i vari temi affrontati, c’è stato anche quello del conflitto nella Striscia di Gaza e il recente viaggio della premier in Turchia. “Io ed Erdogan – ha spiegato Meloni – non siamo d’accordo sulla genesi della crisi mediorientale, ma siamo d’accordo che sul Medio Oriente vada cercata una soluzione strutturale per evitare che diventi un conflitto regionale“.

Meloni ha ricordato, infine, che “Turchia, Egitto e Italia sono storicamente le tre nazioni che hanno un ruolo centrale nel Mediterraneo“.

Il ministro degli Esteri dell’Anp: “Sanzioni per Netanyahu”

16:39

Il ministro degli Esteri dell’Anp Al-Malki ha rilasciato questa dichiarazione alla riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles:

Sono venuto qui per dire ai miei colleghi Ue che l’azione più importante da intraprendere è il cessate il fuoco. Dobbiamo chiedere collettivamente un cessate il fuoco, non possiamo accettare niente di meno né avere esitazioni. Ogni giorno che mostriamo esitazione vengono uccisi innocenti – donne, bambini, anziani – e questo è inaccettabile“. 

Chi si rifiuta di adottare il cessate il fuoco, come il premier israeliano, dovrebbe essere soggetto a sanzioni.

Israele e Palestina, proposte diverse sulla guerra

15:46

Giornata di dichiarazioni importanti da parte di politici israeliani e palestinesi.

Nel primo caso il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha affermato a dei colleghi del suo partito che la guerra deve continuare fino alla totale distruzione di Hamas, senza alcuna concessione per la liberazione degli ostaggi. In caso contrario, il governo d’emergenza cadrà.

Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Malki, ha affermato durante una riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles:

Contiamo le vittime a centinaia se non migliaia al giorno. La situazione è collassata. Non c’è modo di curare le decine di migliaia di palestinesi feriti nella Striscia di Gaza. E non possono nemmeno lasciare Gaza per le cure. Per questo sono venuto qui per direi ai miei colleghi europei che l’azione più importante da prendere è il cessate il fuoco. Lo dobbiamo chiedere collettivamente. Non possiamo chiedere nulla di meno, non possiamo essere esitanti sul cessate il fuoco“.

Gallant, proseguiremo lotta a nord fino a sicurezza confine

14:09

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, incontrando l’omologo francese Sebastien Lecornu, ha dichiarato che il conflitto non si fermerà.

Anche se Hezbollah dovesse interrompere il fuoco unilateralmente, Israele non fermerà i combattimenti finché non potrà garantire il ritorno dei residenti al nord alle loro case e un cambiamento nella situazione di sicurezza al confine con il Libano

ha detto.

Tajani, sanzioni a coloni? Serve prima colpire Hamas

13:42

Il  ministro Tajani ha parlato anche della Cisgiordania nel corso del suo intervento, rispondendo a una domanda sulla posizione italiana in merito alle sanzioni Ue.

Prima dare sanzioni ai coloni israeliani, che stanno certamente sbagliando quando aggrediscono la popolazione civile, bisogna infliggere dure sanzioni all’organizzazione di Hamas, ancora più dure per stroncare qualsiasi attività finanziaria che possa portare all’acquisto di armi o a sostenere attività terroristiche di questa organizzazione

ha spiegato.

Tajani ha poi aggiunto:

Sarò in Medio Oriente questa settimana, mercoledì e giovedì, sarò in Libano, in Israele e Palestina, per portare un messaggio di pace, per andare a verificare sul terreno la situazione, per ribadire quello che ho ribadito anche oggi al ministro israeliano: noi siamo dalla parte di Israele, la responsabilità di ciò che sta accadendo è di Hamas, però la reazione di Israele può essere solo proporzionata. Siamo molto preoccupati per ciò che sta succedendo alla popolazione civile e chiedendo la liberazione incondizionata degli ostaggi ho chiesto anche a Israele di prestare molta attenzione alla popolazione civile perché 25 mila morti, soprattutto donne e bambini, è qualcosa che non può essere accettato.

Tajani, informeremo Parlamento su missione Mar Rosso

13:40

Il passaggio in aula non è obbligatorio, ma il parlamento verrà informato.

Lo ha dichiarato Antonio Tajani, in punto stampa a margine del Consiglio Esteri a Bruxelles.

Io ho già informato in più di un’occasione durante i dibattiti che ci sono stati su quelle che sono le nostre intenzioni. In mia presenza in Parlamento dirò quello che stiamo facendo perché è giusto che sia informato il Parlamento, ma la missione militare è già stata autorizzata. Si tratta dell’allargamento di quella che è nello Stretto di Hormuz

ha spiegato.

Netanyahu a familiari ostaggi, lavoriamo a iniziativa

13:37

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha riferito, ai familiari degli ostaggi incontrati a Gerusalemme, che non esiste una vera proposta da parte di Hamas per la liberazione degli ostaggi.

Lo dico nel modo più chiaro possibile, perché ci sono così tante (notizie) false che sicuramente vi stanno torturando. D’altra parte, abbiamo un’iniziativa, ma non posso fornire ulteriori dettagli

ha sottolineato. 

Ieri il premier israeliano ha pubblicamente rifiutato le condizioni poste da Hamas per liberare gli ostaggi, evidenziando che accettarle vorrebbe dire che i soldati israeliani sono “morti invano”.

Tajani, missione Mar Rosso difesa navi, non un atto di guerra

13:32
tajani mar rosso

Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che la missione nel Mar Rosso è

un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane. C’è un crollo nel traffico mercantile. Noi siamo un paese esportatore, abbiamo il dovere di difendere le nostre navi mercantili. Noi non facciamo la guerra a nessuno. Però difendere le navi italiane che sono territorio italiano è un dovere della Repubblica e del governo.

Il ministro Tajani ha poi aggiunto:

Lo stiamo facendo già con la missione Atalanta. Ci hanno ringraziato tantissimi armatori perché abbiamo garantito, attraverso la nostra Marina Militare che ringrazio, la sicurezza del traffico. Continueremo a fare la nuova missione militare europea portatrice di libertà di navigazione. Non andiamo a fare la guerra a nessuno, ma non possiamo certamente accettare che mercantili italiani che non hanno nulla a che vedere con la situazione a Gaza o nel Medio Oriente, possano essere colpiti da organizzazioni terroristiche quali sono i ribelli Huthi e non possono lanciare missili o droni contro navi mercantili. Questo è inaccettabile contro il diritto internazionale e noi faremo di tutto anche con la nostra Marina Militare per proteggere il traffico mercantile. Quindi nessuna azione di guerra, ma soltanto difesa del diritto internazionalmente riconosciuto di poter navigare.

Tajani, missione Mar Rosso no attacchi territorio Yemen

13:30

La missione europea non credo che preveda attacchi in territorio yemenita perché non è mai successo. Però ci sarà una protezione militare molto forte, determinata e mi auguro con tutti gli strumenti necessari per abbattere missili e droni, quindi per colpire gli attacchi e naturalmente colpire, se dovessero esserci attacchi via mare, tutti coloro che attaccano. Quindi è una difesa rinforzata dei dei mercantili

Queste le parole del premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in punto stampa a margine del Consiglio Esteri a Bruxelles.

L’uso della forza verrà fatto per difendere i mercantili, cioè non sarà un semplice accompagnamento come prevede oggi la missione che c’è a Hormuz. La nostra idea è quella che ci sia una difesa forte dei mercantili quindi l’abbattimento di qualsiasi arma che punti a colpire e le navi che passano tra Suez e Hormuz

ha poi spiegato.

Maersk dirotta parte traffico navi lontano da Mar Rosso

13:22

 La compagnia danese Maersk ha deciso di dirottare parte del suo traffico, facendo passare le navi attorno al Capo di Buona Speranza, lontano dal Mar Rosso.

In un avviso ai clienti, citato da Reuters, il gigante della navigazione ha fatto riferimento al suo servizio di container ME2, che collega l’Italia e il Mar Mediterraneo occidentale alla costa orientale dell’India e degli Emirati Arabi Uniti.

Nelle ultime settimane ci sono stati diversi problemi a causa degli attacchi dei ribelli Houthi.

Protesta familiari ostaggi, Netanyahu incontra una delegazione

13:10

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato a Gerusalemme i familiari di 15 ostaggi tenuti a Gaza da Hamas.

Da ieri sera un gruppo si è infatti accampato vicino alla residenza del capo di governo, chiedendo un accordo per il loro rilascio.

Stamattina un gruppetto ha anche fatto irruzione in una seduta della commissione Finanze alla Knesset.

Erdogan pensa a sanzioni economiche per colpire Israele

12:42
erdogan sanzioni israele

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe presto decidere di applicare sanzioni economiche nei confronti di Israele, nonostante la forte partnership.

A riportare la notizia è il quotidiano israeliano Jerusalem Post: il leader turco sarebbe quinti pronto a passare ai fatti dopo i tanti attacchi nei confronti di Israele. 

In base a quanto riportato dai media israeliani, la Turchia taglierà di molto il sostegno agli imprenditori che fanno affari con Israele. Inoltre ritirerà i finanziamenti alle imprese collegate al governo dello Stato ebraico.

Un’altra questione riguarda l’utilizzo dei porti e delle infrastrutture turche. Dal 7 ottobre sono 701 le navi transitate in Turchia verso Israele, 8 al giorno. La Turchia sostiene la causa palestinese ed Erdogan è stato attaccato per aver permesso al petrolio dell’Azerbaigian di fare tappa nei porti turchi lungo la rotta verso Israele. Ora si attende di capire cosa deciderà in merito.

I due Paesi, dopo dieci anni di crisi, avevano normalizzato i rapporti prima dell’inizio del conflitto.

Polizia trascina via manifestanti davanti a Knesset

11:25

La polizia ha sgomberato con la forza i manifestanti che bloccavano la strada davanti alla Knesset a Gerusalemme.

Stando a quanto riportato da Times of Israel, gli agenti hanno trascinato via gli attivisti, che chiedevano le dimissioni del governo, respingendoli dietro le transenne.

Alcuni parenti degli ostaggi, ancora nelle mani di Hamas, hanno fatto irruzione all’interno del Parlamento.

Ci ascolterete, non c’è più commissione, né Knesset, c’è un solo argomento di cui vi dovete occupare. Avete demolito il governo per la vostra agenda, ma non lo fate per la restituzione degli ostaggi

hanno urlato. L’accusa è nei confronti del presidente della commissione, Moshe Gafni, deputato di United Torah Judaism, in riferimento alla battaglia degli ultraortodossi contro i lievitati negli ospedali durante la Pasqua ebraica, che l’anno scorso provocò pesanti tensioni.

Media: Anp accetta fondi, quota Gaza va a Norvegia

11:15

L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accettato di ricevere le entrate fiscali raccolte da Israele, ma senza la quota destinata a Gaza.

Verrà trasferita alla Norvegia, secondo lo schema che è stato approvato la scorsa settimana. 

E’ quanto ha riferito un funzionario palestinese a SkyNews.

Hamas, bilancio salito a 25.295 morti e 63 mila feriti

11:05

Il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha fatto sapere che il bilancio è arrivato a 25.295 morti e circa 63 mila feriti.

Nelle ultime 24 ore sono morte 190 persone.

Giordania, unica soluzione per pace è due Stati

10:00

Anche per il ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, l’unico modo per garantire la sicurezza per tutti è la soluzione a due Stati, che

definisce lo Stato indipendente della Palestina con capitale Gerusalemme sui confini 1967 in modo che possa vivere in sicurezza e pace al fianco di Israele.

Spagna: soluzione a due Stati accettata. Ora realizzarla

09:32

La Spagna è pienamente favorevole a fare un passo avanti e a non parlare semplicemente della soluzione dei due Stati. La soluzione dei due Stati è pienamente accettata dalla comunità internazionale, è ora di parlare della materializzazione dei due Stati e della materializzazione di uno Stato palestinese.

A dichiararlo il ministro spagnolo degli Affari esteri, Jose Manuel Albares Bueno, al suo arrivo al Consiglio degli Affari esteri dell’Ue.

A nome della Spagna chiederò un cessate il fuoco permanente; mi esprimerò a favore del riconoscimento internazionale e di tutta la comunità internazionale di uno Stato palestinese, che è l’unica garanzia di sicurezza e stabilità per Israele, per la Palestina e i palestinesi e per tutto il Medio Oriente; chiederò anche l’accesso senza limitazioni e senza restrizioni agli aiuti umanitari e solleverò ancora una volta la proposta spagnola, che è la proposta europea in seno al Consiglio europeo dei 27, di una conferenza di pace che serva ad attuare la soluzione a due Stati, che serva a creare uno Stato palestinese realistico e vivibile

ha evidenziato.

Germania, due Stati è l’unica soluzione

09:25

Dopo Irlanda e Francia, anche la Germania si è espressa su una soluzione “a due stati” per Israele e Palestina.

Per quanto sia urgente alleviare le gravi sofferenze e liberare finalmente tutti gli ostaggi vivi, è ancora più importante chiarire che Israele può vivere in sicurezza solo quando i palestinesi potranno vivere in sicurezza con dignità. E i palestinesi possono vivere in dignità, in sicurezza, in libertà solo se Israele vive in sicurezza. Ecco perché la soluzione dei due Stati è l’unica soluzione e coloro che non ne vogliono sapere non hanno ancora proposto alcuna altra alternativa. E la pace potrà esserci solo se ci sarà pace per tutti i popoli della regione

sono le parole della ministra degli Esteri tedesca, Annalea Baerbock, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles

Irlanda e Francia: inaccettabile no di Netanyahu a due Stati

09:15

Le dichiarazioni del primo ministro Netanyahu sono inaccettabili e non contribuiscono in alcuno modo al processo di pace. Deve ascoltare la maggioranza delle persone al mondo che vuole la pace e vuole la soluzione a due Stati sulle basi che è la soluzione a due Stati è la garanzia per la sicurezza di Israele e dei palestinesi.

Queste le parole del ministro degli Esteri irlandese, Micheál Martin, al suo arrivo al Consiglio Esteri.

Non ci sono alternative sul tavolo alla soluzione a due Stati che sia sostenibile e permetta una pace sostenibile nel futuro

ha poi aggiunto. Della stessa opinione anche il ministro per l’Europa e gli Affari esteri, Stephane Sejourné.

La soluzione dei due Stati è una prospettiva politica e, in questo, le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu sono inquietanti: servirà avere uno Stato palestinese con delle garanzie di sicurezza per tutti. Dal punto di vista della sicurezza accolgo con favore le sanzioni adottate contro i terroristi di Hamas. Spero che vengano adottate sanzioni, nei prossimi giorni, anche contro i coloni violenti in Cisgiordania

ha spiegato.

Ovviamente, la nostra posizione è umanitaria, poiché si sollevano dei punti sulla questione umanitaria e desideriamo far cessare il fuoco abbastanza rapidamente. La liberazione degli ostaggi è per noi una priorità, tre nostri connazionali sono ancora in ostaggio

ha ricordato.

Presidenza Ue: ora cessate fuoco e presto conferenza pace

08:20

Questo conflitto non si risolverà con le armi: dal 7 ottobre quasi 25 mila persone hanno perso la vita, Gaza è in una situazione di estrema emergenza, rischiamo la carestia e le epidemie. La violenza deve fermarsi. Il messaggio che porterò a nome del Belgio, a nome della presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea è chiaro: chiediamo l’immediato cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che deve portare alla creazione di due Stati che vivano fianco a fianco in pace.

A dichiararlo la ministra degli Affari esteri del Belgio, Hadja Lahbib, al suo arrivo al Consiglio Affari esteri dell’Ue.

Questa è l’unica via d’uscita, questa è l’unica possibilità per ripristinare permanentemente la pace nella regione. C’è un chiaro pericolo di regionalizzazione del conflitto, oggi vediamo anche le violenze in Cisgiordania dove ci sono molte vittime. A Bruxelles speriamo anche di organizzare, in un futuro più o meno prossimo, una conferenza di pace che possa davvero rilanciare il dialogo politico

ha poi aggiunto.

Borrell, processo pace è la soluzione a due Stati

08:00
borrell gaza

L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles, è intervenuto sulla questione della guerra tra Israele e Hamas.

Con i ministri degli Esteri avremo una discussione su approccio complessivo. Dobbiamo smettere di parlare del processo di pace e cominciare a parlare più concretamente del processo per la soluzione a due Stati. Perché la pace potrebbe essere di diversi tipi. Quindi parliamo di quello che vogliamo fare, è costruire una soluzione a due Stati

ha dichiarato.

D’ora in poi non parlerò più di processo di pace ma di processo per la soluzione a due Stati. E siamo seri in merito: dobbiamo intanto fermare le cause che la impediscono. E sicuramente Hamas è una di queste, una importante. Ma ci sono altre. E questo approccio dev’essere discusso e studiato, so che è difficile, ci sono 27 visioni diverse ma dobbiamo lavorare con il mondo arabo.

Borrell ha poi aggiunto:

Lo so che il premier israeliano non vuole la soluzione a due Stati ma il segretario generale dell’Onu ha risposto ieri dicendo che è inaccettabile dire no. E tutta la comunità internazionale è a favore. Quindi se non è d’accordo ne dobbiamo parlare, per questo siamo qui.

Per quanto riguarda la situazione umanitaria a Gaza, ha evidenziato che non potrebbe “essere peggiore”.

Ci sono centinaia di migliaia di persone senza nulla, senza rifugi, senza cibo, medicine e sono sotto le bombe. Ogni giorno c’è un alto bilancio di civili che vengono uccisi. Diversi ministri hanno detto che sono troppi. Ma la domanda quant’è il troppo? E’ 25 mila persone? Per quanto deve ancora andare avanti?

sono le sue parole.

Raid nella notte a Khan Yunis nel sud di Gaza

05:35

L’esercito israeliano ha bombardato Khan Yunis, mentre le famiglie degli ostaggi tenuti da Hamas sono tornati a manifestare e a esortare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di raggiungere un accordo per garantirne la liberazione.

Testimoni hanno riferito di raid che hanno causato vittime a Khan Yunis, la più grande città nel sud di Gaza, e di violenti combattimenti tra soldati israeliani e militanti di Hamas.

Netanyahu, intanto, ha promesso una “vittoria completa” su Hamas dopo gli attacchi del 7 ottobre che hanno provocato la morte di circa 1.140 persone.

Secondo l’esercito israeliano le sirene sono state udite di nuovo durante la notte nel nord di Israele, nei pressi del confine con il Libano.

Usa, morti due Navy Seal scomparsi. Ricerca durata 10 giorni

01:13

L’esercito americano ha dichiarato morti due Navy Seal dispersi in mare, scomparsi lo scorso 11 gennaio durante un’operazione per sequestrare armi iraniane destinate ai ribelli Huthi dello Yemen.

La ricerca per riuscire a individuarli è durata 10 giorni.

Siamo spiacenti di annunciare che, dopo una ricerca approfondita durata 10 giorni, i nostri due Navy Seal scomparsi non sono stati localizzati

ha riferito il comando centrale dell’esercito.