L’investimento in criptovalute può essere condotto non solo tramite l’acquisto e la detenzione degli asset virtuali, ma anche per mezzo di derivati. Tali sono in effetti i CFD, acronimo di Contract for Difference, ovvero i particolari strumenti finanziari che vanno a riflettere fedelmente il prezzo di un asset sottostante. Un asset che non viene acquistato dagli interessati, con l’eliminazione di alcuni passaggi, quelli collegati alla sua conservazione, i quali possono comportare complicazioni di non poco conto.

CFD: di cosa si tratta?

Per CFD si intendono gli strumento finanziari derivati i quali consegnano ai trader la possibilità di speculare sulle variazioni delle quotazioni senza però alcun obbligo di detenere gli asset su cui è condotta l’operazione.

Nel corso degli ultimi anni, i Contract for Difference si sono estesi anche al settore delle criptovalute, incontrando notevole gradimento tra gli investitori interessati all’innovazione digitale. Un feeling incentivato dal fatto che grazie a questa particolare modalità di trading vengono bypassati alcuni passaggi che sono visti con un certo timore da chi non possiede competenze tecnologiche abbastanza estese.

In pratica, grazie ai CFD è possibile guadagnare non soltanto in una fase di mercato rialzista, come avviene nel caso dell’acquisto diretto di criptovaluta, ma anche quando lo stesso prende la direzione contraria. È cioè possibile puntare anche sulla perdita di valore dell’asset scelto e guadagnare in proporzione alla vastità della flessione attesa.

I vantaggi dei CFD sulle criptovalute

I CFD sugli asset virtuali stanno riscuotendo un successo sempre crescente tra i trader. Il motivo è da ricercare nei vantaggi che sono in grado di offrire. Il primo dei quali è abbastanza evidente: non detenendo Bitcoin o altro token su cui si investe, non è necessario dotarsi di un wallet. Un passaggio che non solo può risultare ostico per i non specialisti, ma anche gravido di conseguenze indesiderate.

Il riferimento è naturalmente agli attacchi condotti dagli hacker, nel tentativo di infrangere le difese erette intorno al contenuto dei portafogli elettronici. Basta in effetti dare uno sguardo alle statistiche per capire quale sia il livello di insidie collegato ai raid dei pirati informatici. Coi CFD questo spauracchio non esiste. Non c’è alcuna necessità di dotarsi di un wallet togliendo quindi di mezzo anche la spesa ad esso collegata.

Un altro vantaggio di non poco conto è poi quello collegato all’impegno finanziario che comportano. Per aprire CFD bastano poche decine di euro, un investimento minimo che non preclude la possibilità di grossi guadagni. Ad essi, infatti, è collegata la possibilità di utilizzare la leva finanziaria, un vero e proprio moltiplicatore delle risorse disponibili.

Una convenienza la quale si allarga peraltro anche alle commissioni. In questa modalità di trading, infatti, non sono previste. Un’assenza tale da spiegare in larga misura il rilevante successo dei CFD, anche tra i trader del nostro Paese.

E, ancora, è possibile mantenere e chiudere la posizione quando si vuole. Se l’esito va secondo le aspettative si può protrarre l’operazione sino a quando non si avranno segnali di inversione. Se invece si rivela in perdita, la stessa può essere minimizzata chiudendo la posizione.

Gli svantaggi dei Contract for Difference

Se sin qui abbiamo visto i vantaggi che sono in grado di proporre i CFD, anche sulle criptovalute, sull’altro piatto della bilancia occorre però mettere gli svantaggi. A partire dal fatto che siamo comunque in presenza di uno strumento complicato da maneggiare. Basti pensare che, stando ai dati disponibili, tra il 74 e l’89% degli investitori al dettaglio chiude le operazioni in perdita.

Altro svantaggio è poi rappresentato da quella che abbiamo presentato come un vantaggio la leva finanziaria. Si tratta infatti di uno strumento a doppio taglio: da un lato amplifica i guadagni, ma dall’altro può ingigantire le perdite. Deve quindi essere utilizzata con giudizio, per non rivelarsi alla stregua di un vero e proprio boomerang.

In definitiva, quindi, possiamo dire che prima di optare per un investimento in CFD sarebbe il caso di soppesare al meglio pro e contro. E, soprattutto, cercare di capire se questo strumento finanziario corrisponda al proprio profilo di rischio.