Continua la telenovela in casa Pd sulla candidatura della segretaria Elly Schlein alle Elezioni Europee in programma il 9 giugno. Ad alimentare le polemiche anche la reticenza mostrata dalla stessa Schlein a rompere gli indugi e chiarire se si candiderà o meno. Probabilmente attende di sapere cosa deciderà la premier Giorgia Meloni, che come lei non ha ancora sciolto le riserve.

Fatto sta che dopo la lettera delle donne del Pd, il richiamo del padre del centrosinistra italiano Romano Prodi, oggi ad attaccare la segretaria Pd è il suo predecessore Stefano Bonaccini, attuale presidente del partito e lo fa accusandola di accentrismo, o almeno tale è la definizione contraria a quella di pluralismo.

Bonaccini contro Schlein: “Candidarsi in tutte le circoscrizioni non è da partito pluralista”

Ma ecco cosa ha detto precisamente il presidente della Regione Emilia Romagna, famoso per non essere sempre molto tenero con la sua segretaria, a Omnibus.

“Candidarsi in tutte e cinque le circoscrizioni”, ovvero ciò che avrebbe intenzione di fare la Schlein, non sarebbe secondo Bonaccini ciò che si attiene “ad un partito plurale” quale è il PD.

Parla da segretario quando, riferendosi alla classe dirigente del partito, dice:

“Siamo un grande partito, che ha una classe dirigente ne territori molto robusta”, poi però aggiunge anche “se Schlein si vuole candidare ci mancherebbe altro”.

Insomma, Bonaccini fa capire che non vede la necessità di una candidatura della Schlein alle Europee, essendo il Pd un partito con una classe dirigente all’altezza della sfida. Cosa risponderà la segretaria democratica alle accuse del suo predecessore?

Orlando difende Schlein: “Basta polemiche. Concentrarsi su come vincere le prossime elezioni europee”

Intanto sulla questione Schlein alle Europee – in queste ore sicuramente staranno fischiando le orecchie alla segretaria democratica – è intervenuto anche l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando che, ai microfoni di Radio 24, ha cercato di abbassare i toni della polemica dichiarando che ormai “i pro e i contro” di una possibile candidatura della segretaria sono chiari e che occorre concentrarsi su qualcosa di più importante, ovvero, ottenere un buon risultato elettorale.

“Affinché ci siano elette ed eletti del Pd alle europee è necessario che ci sia un buon risultato del partito. La discussione da fare è su quale sia l’assetto migliore per vincere le prossime elezioni europee o fare comunque un buon risultato”

è la lapalissiana osservazione di Orlando al quale davvero non è possibile dare torto.

“Questa polemica, e la discussione a distanza, credo francamente che faremmo meglio a sospenderla. Che si debba continuare a dare consigli a distanza mi pare un modo solo di coprire temi che hanno una importanza ben più significativa.”

ha concluso infine il deputato Pd.