Potrebbe essere un caso di omicidio, quello riguardante la morte del 54enne Giovanni Iacconi, trovato senza vita in un’abitazione di Acquabona di Pavullo, in provincia di Modena, ieri pomeriggio. Per fare luce sull’accaduto la Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta.
È il 54enne Giovanni Iacconi l’uomo trovato morto a Pavullo, in provincia di Modena
Dell’uomo si erano perse le tracce da circa tre settimane: i familiari avevano pensato a un allontanamento volontario; poi, preoccupati, ne avevano denunciato la scomparsa alle autorità. Ieri, 20 gennaio, la macabra scoperta da parte del fratello, che si era recato nell’abitazione di famiglia – che entrambi erano soliti usare nel periodo estivo – per effettuare dei controlli.
Il corpo di Giovanni Iacconi, 54 anni, giaceva senza vita sotto al letto di una delle camere, avvolto in una coperta e in evidente stato di deterioramento. Gli inquirenti non escludono che sia stato ucciso a ridosso della sua sparizione, anche se, per il momento, indagano a 360 gradi. A fornire delle risposte in più, confermando o smentendo l’ipotesi di una morte violenta, sarà l’autopsia.
Chi era la vittima
Sembra che il 54enne non avesse problemi con nessuno. Da un po’, come il fratello, viveva a Spezzano di Fiorano, ma lavorava a Sassuolo, come allestitore di una ceramica. Una ventina di giorni fa, all’improvviso, era scomparso, senza far avere sue notizie.
Gli amici e i parenti avevano pensato che si fosse allontanato temporaneamente approfittando delle festività natalizie, per poi fare ritorno: l’8 di gennaio, quando non l’avevano visto tornare a lavoro, avevano iniziato a nutrire dei sospetti, allertando i carabinieri, che si erano messi sulle sue tracce.
Il fratello, che subito dopo il ritrovamento del corpo si era messo in contatto con un amico avvocato, sarebbe già stato sentito in caserma come persona informata sui fatti.
La vicenda di Alessandro Gozzoli, sempre nel Modenese
La storia di Giovanni Iaccone ricorderà a molti quella di Alessandro Gozzoli, il 40enne originario di Bazzano trovato morto nella sua casa di Casinalbo di Formigine, in provincia di Modena, lo scorso marzo. A dare l’allarme era stato il suo datore di lavoro che, non vedendolo arrivare in ufficio, si era preoccupato, mettendosi in contatto con la sorella, che era poi andata a controllare se stesse bene, facendo la terribile scoperta.
Il suo corpo giaceva senza vita sul letto, con le mani e i piedi legati. Si era pensato a un gioco erotico finito male; poi a una rapina. La svolta, dopo giorni e giorni di indagini, era arrivata grazie all’analisi dei filmati di una videocamera di sorveglianza installata nei pressi della sua abitazione, che avevano ripreso un uomo dai capelli chiari allontanarsi dal luogo del delitto insieme a un complice.
A maggio uno dei due era stato fermato in Romania. Poco dopo il secondo era finito in manette in Inghilterra. Una volta estradati in Italia e interrogati, entrambi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. L’ipotesi è che abbiano ucciso Gozzoli – morto asfissiato, secondo l’autopsia – dopo averlo svaligiato. Erano stati rintracciati perché, dandosi alla fuga a bordo dell’auto della vittima, avevano utilizzato le sue carte di credito.
Una storia che aveva sconvolto la comunità locale, come quella, più datata, di Andreea Rabciuc, la ragazza romena scomparsa a Jesi nel marzo del 2022 e trovata morta, sempre in provincia di Ancona, nel tardo pomeriggio di ieri, 20 gennaio. Anche nel suo caso non si esclude l’omicidio: i sospetti ricadono, in particolare, sull’allora fidanzato Simone Gresti, unico indagato per sequestro di persona in relazione alla sua sparizione.