Superbonus, in arrivo la proroga del 110% in Toscana per gli eventi atmosferici che hanno colpito la regione nei mesi scorsi, mentre si attende il mini rinvio fino a febbraio 2024 per tutte le altre regioni. Per la regione alluvionata il rinvio è contenuto in un emendamento presentato al decreto legge 212 del 2023, attualmente in sede di conversione, da Forza Italia.
Per tutte le altre regioni, maggioranza e opposizione hanno presentato una serie di emendamenti che mirano a concedere più tempo per la chiusura dei cantieri – in particolare dei condomini – con le percentuali di agevolazione in vigore nel 2023, ovvero del 110% e del 90% a seconda dei casi.
Il rinvio consentirebbe di aggirare i possibili contenziosi tra committenti e imprese incaricate di eseguire i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazioni per il mancato traguardo della conclusione dei lavori al 31 dicembre 2023. Le nuove spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024 hanno un taglio di agevolazione di 20 o 40 punti percentuali, considerando che il superbonus è sceso quest’anno al 70 per cento.
Superbonus: arriva la proroga del 110% in Toscana, per le altre regioni fino a febbraio 2024
Un primo “sì” al rinvio del 110% (o del 90%) del superbonus per l’anno 2024 potrebbero riceverlo committenti, condomini e imprese incaricate dei lavori della regione Toscana. Infatti, è stato presentato un emendamento al decreto legge 212 del 2023 (cosiddetto “decreto Salva liti”) in sede di conversione, che prevede lo spostamento della scadenza delle percentuali più alte al 30 giugno 2024. Uno slittamento di sei mesi che andrebbe incontro alle difficoltà che si sono registrate nella regione a causa delle alluvioni che si sono verificate tra ottobre e novembre dello scorso anno.
L’emendamento – che porta la firma di Erica Mazzetti, prima firma del provvedimento per Forza Italia -contiene inoltre la fruizione dello sconto in fattura e della cessione dei crediti (laddove ancora possibile nel 2023) fino al 30 giugno 2024.
Superbonus proroga febbraio 2024: ultime novità
Se la Toscana potrebbe arrivare effettivamente alla proroga del superbonus alla prima metà del 2024, sembrerebbe più difficile raggiungere un accordo per una proroga dello stesso provvedimento nelle altre regioni italiane, anche se la maggior parte degli emendamenti richiede un tempo di fruizione del 110% o del 90% più limitato. Infatti, la proposta che va per la maggiore è quella dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) che prevede uno slittamento della scadenza del bonus del 110% o del 90% a seconda dei casi, fino al 29 febbraio 2024.
Tale proposta è appoggiata dai partiti di opposizione, ma anche dalle stesse forze della maggioranza. C’è da superare la resistenza del ministero dell’Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti, già uscito prevalente proprio nel decreto legge di fine anno 2023, e adesso orientato a difendere la stabilità dei conti pubblici dalla nuova richiesta di proroga del superbonus.
Bonus 110% o 90%, qual è la proposta di rinvio della scadenza?
I lavori che beneficerebbero di un maggior lasso di tempo per la chiusura dei cantieri sono quelli che sono già a buon punto. Infatti, l’emendamento prevede l’istituzione di uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) di tipo straordinario per quei cantieri che abbiano raggiunto una percentuale piuttosto elevata di completamento, di minimo il 60 per cento.
A queste condizioni, si avrebbero due mesi in più di tempo (fino alla fine di febbraio 2024) per portare a chiusura il cantiere, con spese agevolate al 110% (o al 90%).
Perché il rinvio dei lavori dei bonus edilizi e come avviene lo sconto o la cessione crediti?
La soluzione proposta andrebbe nella direzione di consentire ciò che il decreto legge del 29 dicembre 2023 non ha raggiunto, ovvero disinnescare la serie di contenziosi che potrebbero nascere tra i committenti (in particolare, i condomini) e le imprese incaricate di eseguire i lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione.
Il non aver chiuso i cantieri entro la fine dell’anno espone i committenti a spese agevolate non più al 110% o al 90% come nel 2023, ma al 70% dal 1° gennaio 2024. Inoltre, molte delle spese non potrebbero più beneficiare dello sconto in fattura o della cessione dei crediti come nello scorso anno. Da qui la nascita di contenziosi, dal momento che i condomini dovrebbero sborsare di tasca propria la differenza tra la percentuale di agevolazione più vantaggiosa dello scorso anno e quella del 2024.