Un lungo girovagare, prima di trovare la squadra perfetta per lui. ‘Rambo’, Roberto Rambaudi ha scritto la storia conquistandosi un posto d’onore nel ‘Foggia dei miracoli’, sotto la guida di Zeman, in una delle squadre più belle che la Serie A abbia mai visto. Anni importanti, di crescita e maturazione, prima di arrivare a Roma e vestire la maglia della Lazio, l’altro grande amore della sua vita. In quattro stagioni ha collezionato 109 presenze e siglato 13 reti in campionato. Un ambiente a cui è rimasto profondamente legato, anche a distanza di anni. Per commentare il match di Supercoppa, Inter-Lazio, Rambaudi è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inter-Lazio, Rambaudi a Tag24
La crisi era stata archiviata e le vittorie consecutive arrivate in campionato e in Coppa Italia avevano fatto tirare un sospiro di sollievo all’ambiente Lazio. Probabilmente anche per questo le aspettative nei confronti del match di Supercoppa, contro l’Inter, erano elevate. Che i nerazzurri fossero più forti è sempre stato chiaro, d’altronde in campionato stanno viaggiando a una velocità incredibile e il gioco di Inzaghi diverte e convince. Da parte della squadra di Sarri, però, ci si aspettava comunque qualcosa in più. Il 3 a 0 finale, risultato che sarebbe potuto essere addirittura più rotondo, non ha lasciato scampo ai capitolini, in difficoltà dal primo all’ultimo minuto. Ora servirà solo fare gruppo, tornare con la testa al campionato e archiviare rapidamente la sconfitta di Riad. Per commentare Inter-Lazio, Rambaudi, che ha vestito la maglia biancoceleste nella sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La sconfitta di Riad non ha avuto storia, come ne esce la Lazio?
“Già dal primo tempo era chiara quanta differenza ci fosse tra le due formazioni. La Lazio deve fare ancora tanti passi in avanti, per cercare di ridurre il gap con le squadre più forti d’Italia. Questo è un percorso che i biancocelesti devono fare, a partire dal mister. Molto passa anche da lui, dalla mentalità. Partite del genere, contro le grandi squadre, vanno giocate con molto più coraggio e senza creare alibi”.
E’ stata anche una questione di approccio alla gara?
“Che tra le due squadre ci fosse differenza qualitativa lo sappiamo tutti. L’Inter d’altronde è più forte di tutte le altre. La Lazio però deve fare qualcosa di più e a livello mentale deve fare quel salto, di cui Sarri parla da anni, e che non è ancora arrivato. Lotito lo ha preso apposta. Ieri è stata la conseguenza anche alle dichiarazioni fatte nel prepartita dal mister. Ce ne sono state molte che non mi sono piaciute. I biancocelesti sono un gradino indietro, ma hanno comunque tanta qualità. I giocatori devono crescere e spesso, prima delle grandi partite, sento dichiarazioni che non apprezzo. Sarri ha detto che la Supercoppa è solo una perdita di tempo, non va bene”.
Il mister non ti piace, dal punto di vista comiunicativo?
“Sarri è molto bravo in campo, è forte nell’addestrare i giocatori, ma deve cambiare molto dal punto di vista comunicativo. Il messaggio che deve arrivare ai calciatori, dovrebbe essere sempre positivo e propositivo. Se io, che devo scendere in campo, sento che la Supercoppa è inutile, che è pesante e che è solo una questione di soldi, come faccio a crescere?”.
L’Inter è la squadra più forte in assoluto. La Lazio l’avrebbe dovuta affrontare in modo diverso, anche dal punto di vista tattico?
“La Lazio è catenacciara, se così vogliamo definirla. E’ una squadra molto difensiva, che studia bene l’avversario e gioca in base a chi affronta. Davanti si affida alle qualità dei singoli ed è così che crea occasioni da gol. Nelle sue caratteristiche non c’è un predominio offensivo nella metà campo avversaria, da parte di questa squadra, nè tanto meno la possibilità di fare un pressing importante. Gioca un calcio diverso, va ad attaccare 20 metri oltre la metà campo, per rubare palla e ripartire. Questa è la Lazio, ma contro squadre del genere, bisogna saper interpretare anche la partita nella partita, e questo non lo sa fare. Se tutto fila liscio, come avevano preparato, la Lazio funziona, ma se qualcosa va storto non sa porre rimedio”.
Ora la Lazio torna a Roma e avrà una settimana di tempo per preparare il match con il Napoli. In campionato le cose stavano funzionando bene, come si archivia la sconfitta di ieri?
“La Lazio ci ha abituato ad avere importanti alti e bassi e su questo deve lavorare. Non sono preoccupato per il campionato. Quello che mi preoccupa, ad esempio, è il primo tempo di questa squadra contro il Lecce. Poi il risultato è arrivato, perchè davanti ci sono giocatori forti e decisivi. Con il Napoli sarà un test importante, un esame di maturità. La squadra di Mazzarri avrà più fatica nelle gambe, perchè farà la finale lunedì, quidi stavolta Sarri non avrà nulla di cui lamentarsi”.