Morto nel gennaio del 288 a Roma, ex militare romano e martire della religione cristiana: ecco chi è San Sebastiano, il santo originario di Narbona (città della Francia) venerato dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa ormai da secoli. Oggi è noto per essere il protettore della Polizia locale.
Chi è San Sebastiano? Il giorno e la storia
San Sebastiano, nato in Francia nel 256 d.C., è stato ucciso con la flagellazione il 20 gennaio 288. È morto come martire per aver difeso e sostenuto, a costo di perdere la vita, la fede cristiana. Oggi è considerato un santo in Occidente e viene celebrato il 20 gennaio di ogni anno.
La data corrisponde appunto con il giorno della sua uccisione. Ma ciò vale per l’Occidente. In Oriente egli viene celebrato il 18 di dicembre.
Il Santo, oggetto di culto antico ricordato e pregato anche ai tempi nostri, ha il suo santuario principale a Roma, presso la basilica a lui dedicata: la basilica di San Sebastiano fuori le mura.
A questo punto, facciamo un passo indietro e vediamo insieme chi è San Sebastiano, che cos’ha fatto e perché oggi è un personaggio così importante nella religione cristiana, tra storia e leggenda.
Agiografia
San Sebastiano visse in epoca romana, precisamente sotto l’impero di Diocleziano. Nacque a Narbona, in Francia, ma si trasferì presto a Milano, dove venne educato. Ricevette una formazione cattolica. Si spostò poi a Roma. Qui entrò in contatto diretto con i collaboratori più stretti dell’imperatore.
Ricoprì da giovane il ruolo di alto ufficiale dell’esercito imperiale. Iniziò la sua carriera. Divenne presto tribuno della prima corte pretoria e lavorò nella squadra di difesa dell’imperatore. Grazie a quest’ultimo ruolo, egli aveva la possibilità di compiere azioni molto importanti.
Nello specifico l’uomo iniziò a sostenere i cristiani ingiustamente incarcerati, a difendere il culto della sepoltura dei martiri e, più in generale, si impegnò nella diffusione del cristianesimo tra i militari di corte.
Diversi sono i racconti che sono giunti ai giorni nostri a proposito di San Sebastiano, la maggior parte dei quali sono leggendari o, appunto, agiografici. Si narra che poi, quando l’imperatore Diocleziano, che era contro i fedeli di Cristo, scoprì che il militare era cristiano, lo accusò di “aver operato all’ombra contro di lui”.
Così lo condannò a morte. Lo fece legare ad un palo sul colle Palatino. Lo fece denudare e lo fece trafiggere con frecce in ogni parte del corpo. I soldati, dopo averlo creduto morto, lo lasciarono lì e se ne andarono.
La tradizione cristiana racconta che però Santa Irene da Roma, giunta successivamente sul luogo per dargli sepoltura, si accorse che era ancora vivo.
Lo portò nella sua dimora e lo curò. Sebastiano miracolosamente guarito da tutte le ferite, tornò da Diocleziano per ribadire la propria fede. L’imperatore, stupito, quando lo vide diede subito l’ordine di flagellarlo a morte.
L’uomo dunque fu ucciso. Il suo cadavere gettato nella Cloaca Maxima. Matrona Lucina lo raccolse e lo portò alle catacombe sulla via Appia. Qui lo seppellì.
Il culto
Oggi San Sebastiano, che in Occidente si ricorda il 20 gennaio di ogni anno, è considerato il patrono di diverse città, ma anche e soprattutto delle seguenti categorie di persone:
- Membri della Polizia locale
- Arcieri
- Tappezzieri
- Uomini e donne sofferenti
- Militari
- Uomini d’onore
Il culto è di origine antica. Secondo i dati storici, l’inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma, risale al 354. Da allora il martire viene ricordato, celebrato e pregato in varie parti del mondo.
Sono tanti e diversi i martiri ricordati nella religione cristiana. Il primo della storia del Cristianesimo ad essere ucciso fu, secondo la tradizione, Santo Stefano. Quest’ultimo è definito “protomartire”.