Superbonus, maggioranza e opposizione hanno presentato circa 130 emendamento al decreto legge 212 del 29 dicembre 2023 per salvare il 110% o il 90%, a seconda dei casi: dalle ultime novità sull’iter di conversione del decreto, iniziato in Commissione Finanze della Camera, governo, maggioranza e opposizioni sono impegnati a ideare una soluzione per i committenti dei lavori e le imprese. 

Da ultima, e ascoltata in Parlamento un paio di giorni fa, l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), ha proposto uno stato di avanzamento dei lavori (Sal) straordinario per fare in modo da concludere i lavori per i cantieri dei condomini che si avviano verso la chiusura. Il Sal straordinario è un modo per aggirare la proroga del superbonus, del tutto esclusa dal governo. 

Peraltro, le altre misure adottate nel decreto legge 212/2023, secondo gli addetti ai lavori, non metterebbe al riparo le imprese da possibili contenziosi mossi dai committenti dei lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione per la mancata chiusura dei cantieri al 31 dicembre 2023 e nemmeno per il fallito raggiungimento di due classi energiche superiori, proprio grazie agli interventi. 

Superbonus, 130 emendamenti al Dl 212/2023 per salvare il 110%: ultime novità sulla conversione del decreto 

Sono circa 130 gli emendamenti presentati al decreto legge 212 del 2023 (cosiddetto Dl “Salva liti”) relativo ai cantieri in superbonus che non hanno raggiunto la chiusura alla fine dello scorso anno. Scaduto il termine per presentare le modifiche, martedì prossimo 23 gennaio si procederà a un incontro tecnico e politico con il governo per fare il punto della situazione e capire quali soluzioni adottare.

Il lavoro parlamentare dovrà proseguire tenendo presente che il governo non intende snaturare il provvedimento di fine anno scorso e, in particolare, istituire una proroga ai lavori in superbonus per conservare il 110% o il 90%. Eventualmente, anche la cessione dei crediti e lo sconto in fattura per i committenti che abbiano rispettato determinati adempimenti potrebbero tornare in gioco, ma a condizioni ben delimitate.

A tal proposito, l’ipotesi più accreditata riflette la proposta dell’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), ascoltata nei giorni scorsi in audizione. L’Ance propone uno stato di avanzamento (Sal) straordinario, con data da fissarsi al 29 febbraio 2024. I due mesi in più consentirebbero alle imprese prossime alla fine dei lavori di concluderli, conservando dunque l’agevolazione già utilizzata nel 2023 del bonus 110% o del 90%, a seconda dei singoli lavori. C’è da superare le resistenze del ministero dell’Economia e delle Finanze per l’adozione di un extra time per arrivare a una chiusura ordinata dei cantieri. 

Superbonus ultime novità 212/2023, chi potrebbe fare le spese con bonus 110% fino al 29 febbraio 2024? 

Peraltro, le misure contenute nel decreto legge 212 del 2023 non risolvono determinate situazioni inerenti al superbonus. Come è stato fatto notare, se è vero che i committenti e le imprese con il provvedimento si mettono al riparo da eventuali richieste dell’Agenzia delle entrate circa la restituzione dei bonus per non aver chiuso i cantieri entro il 31 dicembre 2023 o non aver raggiunto le due classi energetiche superiori grazie agli interventi, dall’altro il provvedimento non offre una soluzione ai rapporti tra i committenti (soprattutto condomini) e le imprese. 

La caduta della percentuale di bonus, che passa dal 110% (o 90%) del 31 dicembre 2023 al 70% del 1° gennaio 2024 pone i committenti nelle condizioni di dover rimetterci nel caso in cui i lavori fossero stati preventivati in chiusura entro la fine del 2023. Salvo poi riscontrare dei ritardi. La differenza di percentuale pone i committenti nella scomoda situazione di dover finanziare il 30% di spesa del 2024 non coperta del superbonus. 

Bonus 110%, possibili contenziosi tra condomini e imprese: ecco perché 

Da questo punto di vista, dunque, il rischio di una lunga stagione di contenziosi tra condomini e imprese è più che evidente. Si calcolano, infatti, circa 40mila condomini alle prese con interventi di chiusura per un corrispondente valore di 10 miliardi di euro. L’Enea stima che l’85% degli interventi sia arrivata alla chiusura dei cantieri entro le fine del 2023. Ma manca il 15% che ha lavori in corso, localizzato soprattutto in Campania, Liguria e Lazio.