Addio, oggi 19 gennaio a “Libero“, soprannome di Giuseppe Spagnuolo, 76 anni, divenuto il simbolo e custode di Roscigno Vecchia, il centro storico del comune immerso nella provincia di Salerno. Il borgo è diventato famoso con il nome di “borgo fantasma” a causa del progressivo spopolamento dovuto alle due ordinanze del Genio civile di inizio ‘900.

Addio a Giuseppe Spagnuolo: era ricoverato al “Ruggi” di Salerno

Da tempo le sue condizioni di salute erano precarie, per questo Giuseppe Spagnuolo, classe 1948, era ricoverato presso l’ospedale “Ruggi” di Salerno. Purtroppo, l’uomo dalla lunga barba bianca e accompagnato dall’immancabile pipa, è morto oggi, 19 gennaio, per un’emorragia, che ha provocato una serie di complicanze.

I funerali si svolgeranno domani, 20 gennaio, alle ore 15:00 presso la chiesa di San Nicola di Bari nella sua amata Roscigno. Il sindaco del comune-museo e patrimonio Unesco, Pino Palmieri, ha così voluto ricordare l’uomo, “custode” della memoria di quei luoghi:

Adesso è venuto meno il simbolo di Roscigno Vecchia. Lui faceva le sue analisi socioeconomiche e sociopolitiche a tutti i turisti che arrivavano, gli accoglieva, ci valorizzava

“Sono unico, libero, abusivo e speciale”: chi era l’ultimo abitante di Roscigno Vecchia

Eclettico, deciso e dal cuore grande. Questo era Giuseppe Spagnuolo, il 76enne che aveva fatto della sua vita una missione: custodire Roscigno Vecchia, il centro storico del comune del Cilento piagato da una serie di frane. Tanto che il Genio civile, già agli inizia del Novecento, aveva emanato due ordinanze di sgombero alla popolazione, spingendola a trasferirsi, appunto, a Roscigno Nuova.

Ma lui di cambiare casa non aveva assolutamente alcuna intenzione, per questo si era aggrappato con le unghie e con i denti agli edifici e al verde di quel piccolo pezzetto di terra ai piedi del monte Pruno. Eppure, chiunque si trovasse a camminare per quei sentieri riceveva soltanto sorrisi e accoglienza dal 76enne.

Lui, l’ultimo abitante a custodire la memoria storica del posto e narratore di una vita ormai scomparsa da tempo. Infatti, Spagnuolo era rimasto solo dopo la morte di Teodora Lorenzo, l’ultima donna del paese, nel 2001, e conosciuta con il diminutivo di “Dorina“.