Un capitano della Guardia costiera di Trapani è stato posto agli arresti domiciliari, con l’obbligo di braccialetto elettronico per aver promesso ad un imprenditore ittico favori in cambio di una partita di pesce.
L’episodio è stato segnalato ai colleghi del militare della Guardia costiera, che hanno agito perquisendo anche l’abitazione delle persone coinvolte: l’uomo è indagato per falso ideologico e corruzione.
Trapani, favori in cambio di pesce: cos’è successo alla Guardia costiera trapanese
Episodio di cronaca che, se non fosse accaduto realmente, sarebbe stato uno sketch comico adatto ai film di Lino Banfi o Checco Zalone.
Oggi 19 gennaio un capitano della Guardia costiera di Trapani è stato posto agli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico: l’accusa è di corruzione e falso ideologico. Ad un imprenditore ittico avrebbe promesso favori (come la cancellazione di alcune multe) in cambio di una partita di pesce.
Ad impedire lo “scambio” sono stati gli stessi colleghi del capitano, che poi hanno perquisito anche le abitazioni del militare e dell’imprenditore. Anche le case di altre sei persone coinvolte nella vicenda (sempre imprenditori ittici) hanno subìto sequestri e perquisizioni.
Il gip ha disposto per l’imprenditore l’obbligo di dimora con firma, con l’accusa appunto di aver chiesto di chiudere un occhio su alcune fatture false e di cancellare diverse multe ricevute durante la sua attività imprenditoriale al porto di Trapani.