Le critiche non lo scalfiscono, anzi lo spingono ad andare avanti e a rilanciare sul progetto del Liceo del Made in Italy. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, si trova oggi 19 gennaio in Basilicata per una serie di incontri istituzionali, sia con gli studenti della regione sia con gli operai degli stabilimenti della Stellantis.

Alle consulte studentesche Urso si è detto convinto che il Liceo del Made in Italy non sarà un flop ma che serve del tempo per le regioni per aprire i nuovi indirizzi: “Ci saranno 120 licei aperti quest’autunno“.

Liceo del Made in Italy, il ministro Urso chiede pazienza: “Convinceremo anche le regioni scettiche”

Al Liceo del Made in Italy non mancano orari e didattica, ma una sede fisica dove svolgersi. Molti hanno indicato in questo progetto presentato non molto tempo dopo la formazione del governo Meloni come una ridondanza didattica di difficile collocazione, se non come di un flop considerato che in molte regioni non sono stati ancora attivati i percorsi didattici dedicati.

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha molto a cuore questo progetto, ne ha sempre sostenuta l’utilità e non crede minimamente a chi afferma che saranno poche le regioni a spendere fondi e personale per questo nuovo Liceo del Made in Italy.

Incontrando a Potenza le consulte studentesche della regione, Urso ha lanciato un piano ambizioso ma che ha una scadenza più lunga di quella inizialmente prevista:

Ho appena ricevuto notizia dal ministro Valditara che sono stati oltre 120 gli istituti in Italia che hanno aderito al primo liceo del Made in Italy ed è un grande successo. Questi istituti potranno già dall’anno scolastico 2024-2025 istituire i corsi e le famiglie potranno effettuare le preiscrizioni in una scuola che prepara da subito a quello che serve per preparare a guidare e realizzare l’impresa di eccellenza italiana. Una sola Regione del Mezzogiorno, nonostante le richieste avute, ha deciso per il momento di non aderire, ma contiamo di farle cambiare idea.

Manca di capire, però, quali sono le regioni che hanno aderito, con quali fondi ma soprattutto la distribuzione delle sedi di questo nuovo indirizzo didattico. Per la Flc Cgil su 981 istituti appena 56 avrebbero aderito alla nuova formula che trasforma in parte il liceo “Economico sociale”.