Ha preso il via oggi, 19 gennaio, in Corte d’Assise a Monza il processo a carico di Zakaria Atqaoui, il 23enne italo-marocchino accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Sofia Castelli, consumatosi a Cologno Monzese lo scorso 29 luglio. Il suo nuovo legale, l’avvocato Vainer Burani, si è riservato la possabilità di chiedere che venga sottoposto a una perizia psichiatrica, per capire se fosse o meno capace di intendere e di volere. Per il momento non avrebbe presentato nessuna lista dei testimoni.

Al via il processo per omicidio a carico di Zakaria Atqaoui

Dopo l’apertura del processo, l’avvocata Marie Louise Mozzarini, che era stata assegnata d’ufficio al giovane – venendo presa di mira sui social – ha fatto sapere di voler rinunciare al suo incarico. Sarà il nuovo legale a decidere quale linea difensiva seguire, dopo aver valutato lo stato del 23enne.

I familiari della vittima – i genitori con il fratello minore, gli zii e la cugina e i nonni materni – si sono costituiti parte civile insieme all’amica ed ex compagna di classe Aurora Flameni, che era con lei la notte dell’omicidio. Ma sarà parte civile anche il Centro antiviolenza “Casa delle donne” di Milano.

La prossima udienza è stata fissata dal giudice Carlo De Marchi per il primo marzo. Atqaoui è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’uso del mezzo insidioso e della premeditazione e rischia l’ergastolo. Per questo motivo non ha potuto chiedere di accedere al rito abbreviato che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena.

Stamattina in aula è arrivato indossando una camicia bianca e una giacca nera e per tutto il tempo sarebbe rimasto in silenzio, senza rendere dichiarazioni spontanee, come invece ha fatto Alessandro Impagnatiello ieri, nel corso della prima udienza del processo apertosi a Milano per l’omicidio di Giulia Tramontano.

L’ho incontrato in carcere e l’ho trovato malissimo, è un ragazzo in una condizione psicologica difficilmente spiegabile, mi ha detto che quando potrà vuole chiedere scusa,

ha fatto sapere, a margine dell’udienza, il suo avvocato.

La storia del femminicidio di Sofia Castelli

I fatti per i quali Zakaria Atqaoui è imputato risalgono alla scorsa estate. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, il 23enne avrebbe accoltellato l’ex fidanzata, di 20, nel sonno, mentre l’amica Aurora dormiva in un’altra stanza.

Erano le prime luci dell’alba. Da poco le due ragazze erano rincasate dopo una serata trascorsa in discoteca, addormentandosi in due letti diversi dell’abitazione di Cologno Monzese in cui Sofia viveva insieme ai genitori e al fratello minore, da poco partiti per le vacanze in Sardegna.

Atqaoui pensava di sorprendere l’ex, che l’aveva lasciato dopo una relazione di qualche anno culminata nella convivenza del lockdown, insieme a un altro ragazzo. Nel pomeriggio, quando lei era già uscita, si era introdotto in casa sua – con un mazzo di chiavi che le aveva sottratto il giorno precedente – e aveva atteso che rientrasse in un armadio.

Poi l’aveva colta di sorpresa, colpendola con un coltello da cucina che si era procurato poco prima e uccidendola. L’amica – che dormiva – se ne era accorta solo il giorno successivo, quando, di buon ora, era stata svegliata dai militari che, dopo aver tratto in arresto il giovane – che aveva fermato una pattuglia in servizio e confessato il delitto -, erano andati ad accertarsi che la sua versione dei fatti fosse vera.

Quell’animale pagherà“, aveva scritto sui social riferendosi al 23enne finito a processo. Oggi, mentre era in lacrime in aula, lui l’avrebbe guardata più volte. A riportarlo è Il Giorno. La speranza è che paghi per il delitto che ha commesso, che nell’hinterland milanese e non solo aveva lasciato tutti attoniti.