Daniele De Rossi incontra i giornalisti in conferenza stampa alla vigilia di Roma – Verona in quella che è anche de facto la sua presentazione come nuovo allenatore della squadra giallorossa. L’ex capitano è stato infatti chiamato martedì scorso a sostituire José Mourinhorimosso con effetto immediato” dall’incarico di responsabile tecnico direttamente dal presidente Dan Friedkin per gli scarsi risultati in campionato. Il neo tecnico avrà il compito di tenere unita la tifoseria e rilanciare la squadra per la corsa al quarto posto che vale la Champions League. TAG24 ha seguito direttamente a Trigoria l’evento.

Roma – Verona De Rossi conferenza stampa a Trigoria, le sue parole alla vigilia del match

Daniele De Rossi arriva in sala stampa e viene accolto dai giornalisti bentornato a casa e ringrazia i giornalisti:

“Sorrido non per le domande ma per le facce a cui sono affezionato. Quando cambi allenatori vedi sempre calciatori andare a 3000 all’ora, è sempre così sia se cambi un grande allenatore o uno mediocre. Vedremo se riusciremo a tenere questa intensità a lungo, ma la loro risposta è stata incredibile. Abbiamo inserito 3-4 concetti nuovi, non di più perché si rischia confusione. Sono contento della loro risposta e li ringrazio”.

Volevo sapere se ha sentito Totti e se vi siete parlati:

“Ci siamo sentiti, mi ha mandato un messaggio di in bocca al lupo mostrandomi la sua felicità e lo stupore che era anche un po’ il mio. Ci siamo sentiti un paio di volte e ci siamo ripromessi di vederci presto per passare un po’ di tempo insieme. Ora lui va in Cina”.

Quando si subentra vuol dire che c’è un problema:

“Sarei contento se la Roma fosse tra le prime quattro della classifica a fine stagione, è un obiettivo non facile da raggiungere ma possibile. Quando cambi allenatore i problemi ci sono sempre, ci sono passato io un anno fa. Succede, non è una cosa rara nel mondo del calcio. Io devo analizzare i problemi, ma cercare di partire dallo zero a zero vedendo le cose che non funzionano. In quattro giorni non ci riesci, ma per motivi di tifo ho visto tutte le partite della Roma quindi magari è più semplice. Questa è la squadra che conosco di più al mondo e magari ho accorciato il periodo di studio”.

De Rossi risponde con una battuta ad una provocazione:

“Secondo voi era il momento giusto rifiutare la Roma? Ci possono essere uomini che rifiutano, altri che si buttano dentro. Non è solo un discorso di vezzo o nostalgia del passato, ho fatto un analisi veloce sulla rosa e avrei detto no se avessi pensato fosse mediocre e che avrei fatto una brutta figura. Penso che la squadra sia forte e può aiutare anche me per lo sviluppo della mia carriera”.

Quando gli chiedono sul suo calcio risponde in modo onesto e chiaro:

“Il mio calcio è un’espressione da brividi. Il calcio non è mio, Guardiola può dirlo anche De Zerbi. Io non solo al loro livello. Gli allenatori bravi li riconosci subito anche se non hanno inventato niente. Se la nostra squadra sarà riconoscibile e sapranno cosa fare in campo penso mi potrà rendere felice. Essere ricordato come uno che fa giocare bene e fa vincere mi basterebbe”.

La promessa di De Rossi e il dubbio tra la difesa a tre e quella a quattro

Sul suo futuro a giugno:

“Non ho firmato in bianco perché il contratto era scritto ma ho accettato quanto proposto da loro. Non ci sono condizioni di rinnovo automatico o clausole, solo un bonus per la Champions. Gli ho chiesto soltanto di trattarmi da allenatore. Non ragionerò sempre così per la mia carriera, ma loro sanno che dal primo secondo che è arrivato il messaggio mi sarei giocato fino alla morte la possibilità di restare qui con giochi puliti. Non ricorrerò a quello che sono stato, ma mi guadagnerò tutto sul campo”.

Sulla difesa a tre o a quattro:

“Mi piacciono allenatori come Luis Enrique e Spalletti che portano giocatori in fase offensiva, loro difendono a quattro. Questa squadra però è stata costruita per giocare a tre, noi lavoreremo fino all’ultimo per capire come sia meglio fare abbiamo provato sia a tre e quattro. Dobbiamo decidere e non tolgo l’opportunità di cambiare in corso di partita o in corso di stagione in base all’avversario”.

Il clima fuori da Trigoria con la contestazione:

“Non ho bisogno di stimoli e la contestazione non mi destabilizza. L’effetto calmante è un modo un po’ moscio di definire la mia scelta, credo che un dirigente quando rimpiazza un allenatore coì amato debba prendere in analisi tanti fattori. Se chiudo gli occhi e penso ad altri allenatori disponibili forse ci sarebbero state altre reazioni devastanti della piazza, in più penso che i tifosi siano una parte importante della Roma. I loro sold out hanno portato dei punti, nessuno è più capace dei tifosi della Roma di saper amare due persone insieme, nessuno toglie il bene che hanno voluto e vogliono a Mourinho, penso che non sarà difficile per loro voler bene anche a me. So che non mi hanno scelto per i risultati con la Spal non sono stupido, se sarà una scelta giusta lo scopriremo tra un po’ di tempo. Questa è una grandissima occasione per diventare l’allenatore che voglio diventare”.

Sul rapporto di amicizia con alcuni della squadra:

“Uno non si aspetta che scelgono te al posto del più titolato della storia. È pieno però di traghettatori che poi sono rimasti in carica, penso a Raffaele Palladino. Io mi sento l’allenatore della Roma, più in campo che nello spogliatoio per il rapporto di confidenza che ho con degli amici e non voglio toglierlo. Io non voglio far finta che non sono mai stato qui, che voglio bene a Cristante e Pellegrini. Mi hanno anche consigliato di venire con un’altra macchina, ma non devo far finta di essere povero. Qui non ho mai finto nulla. Il fatto che loro gradiscano le mie idee è abbastanza”.

Il rapporto con Mourinho: “Ci siamo sentiti”

Sul suo rapporto con Mourinho:

“Ci siamo sentiti con Mourinho, gli ho mandato un messaggio non di circostanza. Lui era stato uno dei primi a farlo quando ho firmato con la SPAL. Non mi interessa però adesso se lui si sia stufato di Roma, io mi devo focalizzare su ciò che devo fare. Io sono stato costretto a parlare di tanto oltre che di calcio e non vedo l’ora che la situazione si normalizzi”.

Sui problemi principali della Roma:

“Alcuni problemi si vedevano nelle partite, ma con l’Atalanta e il Napoli ha giocato grandi partite. C’è stato un problema di continuità, ci siamo fatti qualche domanda ma non posso dare risposte in conferenza perché sarebbe irrispettoso. Avevo la sensazione che la squadra fosse forte, io ero abituato a giocare con calciatori forti e quando vedi calciatori come Dybala e Lukaku rimani stupito. Io ammetto che non conoscevo Pisilli e mi ha impressionato per la sua tanta qualità dal vivo”.

Sul Verona:

“Non dobbiamo sottovalutarla perché è una squadra forte allenata da un uomo che nonostante le difficoltà societarie ha mantenuto la barra dritta. Una squadra strutturalmente solida, con calciatori di fisicità ben definita e un gioco. Io sono tranquillo, anche i ragazzi, spero che non ci sia malumore dei tifosi e dobbiamo essere tutti in campo dentro e fuori”.