Sul diverbio avuto durante la trasmissione Agorà con la parlamentare del Movimento 5 Stelle Anna Laura Orrico, Stefano Bandecchi continua a ribadire la sua versione, non nascondendo peraltro lo stupore che un simile episodio sia diventato oggi oggetto di dibattito alla Camera dei deputati.

Le accuse di sessismo rivolte da Orrico a Bandecchi – la quale forse non ricorda di aver interrotto a più riprese il sindaco di Terni, rimasto in silenzio nei venti minuti precedenti – sono infatti state riprese nel dibattito parlamentare di ieri dopo essere state già discusse in Commissione di vigilanza Rai.

Dopo la prima richiesta di censura mossa in quella sede, i pentastellati hanno riaperto la questione chiedendo che “le redazioni non invitino più questi finti uomini deboli che hanno bisogno di affermarsi attraverso la violenza”, sancendo di fatto la richiesta dei partiti di estromettere Bandecchi dalla Rai.

Bandecchi – Orrico, il sindaco di Terni respinge l’accusa di sessismo: “Ipocrisia utilizzata per censurarmi”

Incredulo nel dover respingere nuovamente delle gravi e immotivate accuse di sessismo, quali quelle avanzate dalla Orrico, Bandecchi ha oggi invitato nuovamente tutti gli accusatori a riprendere in mano il video di quanto realmente accaduto.

Guardando lo scontro verificatosi tra i due, infatti, si può facilmente notare come la parlamentare 5 Stelle abbia prima ripetutamente interrotto il coordinatore di AP, impedendogli di fatto di parlare, e abbia cominciato subito dopo a gridare al sessismo per una battuta fatta da Bandecchi con il sorriso in volto.

Spiegazioni, queste, che tuttavia non sembrano essere bastate, forse per la volontà di cavalcare, con ipocrisia, un tema che senz’altro meriterebbe di non essere strumentalizzato.

Bandecchi – Orrico, “Destra e sinistra mi accusano in modo strumentale”

Per questo, trovatosi nuovamente accusato di sessismo, addirittura da tutte le forze parlamentari, Bandecchi ha deciso di rispondere con forza alle accuse diffamanti utilizzate da politici “evidentemente preoccupati dalla mia popolarità” e intimoriti dalla loro stessa “debolezza ed incapacità”.

Sin da subito, infatti, per Bandecchi la richiesta di allontanamento dalla Rai avanzata dai 5S e supportata da destra e sinistra, ha rivelato, nella sua infondatezza, forse il vero obiettivo di questo tentativo: la censura di coordinatore di Alternativa Popolare dal Servizio pubblico.

La parlamentare Orrico, durante la trasmissione, mi ha impedito di parlare e di esprimere il mio pensiero nel brevissimo spazio a me concesso, continuando ad alzare la voce e provocando. Ho fatto una battuta (che può piacere o meno, ma è evidente che battuta fosse) al conduttore, dopo aver chiesto più volte e invano alla onorevole di lasciarmi parlare. Tanto è bastato per far scatenare ipocrite accuse di inesistente sessismo che, se proseguiranno, mi costringeranno a tutelarmi nelle sedi opportune

Bandecchi – Orrico: “I 5 Stelle mi accusano di sessismo ma si dimenticano dei loro Vaffa”

L’accusa di sessismo avanzata da Orrico a Bandecchi è per di più fuori luogo  non solo per la gravità dell’accusa – motivata da un semplice “stia in silenzio” – ma anche alla luce della storia politica del movimento che l’onorevole calabrese rappresenta.

Secondo Bandecchi, infatti, gli stessi “Cinque Stelle che oggi si stracciano le vesti per una battuta” fanno finta di dimenticare come il loro leader si rivolse parlando di Rita Levi Montalcini con un termine che, “per decenza” il sindaco di Terni evita di ripetere.

Bandecchi – Orrico, il sindaco di Terni: “Partiti ipocriti. Alternativa Popolare ora fa paura. Non mi faccio intimidire”

Rivolgendosi poi agli altri soggetti politici oggi affannatisi in difesa della Orrico, Bandecchi ricorda come nessuno di loro sia nella posizione di poter dare lezioni. Per anni, infatti, tanti di quelli che oggi sbracciano sono andati ben oltre il sessismo”, rendendosi protagonisti di “campagne di quasi diffamazione contro colleghe politiche” che, nuovamente, Bandecchi ritiene di non citare per decenza.

Essendo nata pertanto una campagna diffamatoria dal nulla – non essendoci stato alcun moto né violento né sessista – Bandecchi conclude riflettendo su quella che appare come la semplice realtà dei fatti: lui e il suo partito, Alternativa Popolare, iniziano evidentemente a dare fastidio. 

Ecco spiegata, per il sindaco di Terni, la “volontà di mettere il bavaglio” e di unire “tutti i partiti in una squallidissima, vergognosa e ipocrita richiesta di censura” che evidenzia la meschinità di questa classe politica. Nonostante tutto, però, Bandecchi rassicura: “Se vorranno proseguire facciano pure, ma abbiano chiaro che non sono il tipo che si fa intimidire”.