Il notevole successo delle criptovalute avvenuto nel corso dell’ultimo decennio, non si è tradotto in risultati effettivamente apprezzabili per quanto riguarda la loro utilizzazione come sistemi di pagamento. Anche nei casi delle blockchain che riescono a conseguire livelli elevati di scalabilità il risultato non è in grado di competere con quello evidenziato dai sistemi tradizionali.

Per consentire l’effettivo utilizzo di denaro virtuale in tal senso, è necessario ricorrere ad apposite piattaforme le quali vanno a combinare transazioni tradizionali e crittografate. Proprio per cercare di dare risposte più performanti, alcune aziende del settore blockchain si stanno adoperando per offrire soluzioni realmente performanti. Una di esse è Pundi X.

Pundi X: di cosa si tratta?

Pundi X è un sistema concepito per gli acquisti con pagamenti crittografati e tradizionali. Gli esercenti che accettano di far parte del network, possono effettuare transazioni in criptovaluta integrando asset digitali e reali, tramite un apposito dispositivo.

Nell’ecosistema di Pundi X, formato da numerosi progetti hardware e mobile, il device principale è rappresentato da XPOS. Si tratta di uno strumento estremamente versatile, grazie al quale è possibile effettuare pagamenti con diversi metodi, tra cui quello che prevede l’utilizzazione di valute fiat.

Le sue caratteristiche ne hanno agevolato la diffusione a livello globale, sino a diventare un punto di riferimento per tutti quei commercianti i quali intendono entrare nella criptoeconomia. L’ecosistema di Pundi X è estremamente articolato e in linea con le ambizioni del progetto. Al suo interno, infatti, sono integrate le seguenti funzionalità:

  • XPOS, un Point Of Sale wireless blockchain in grado di consentire pagamenti in criptovaluta;
  • Xpass, una smart card contactless;
  • Xwallet, il portafoglio elettronico destinato ad accogliere gli asset digitali e quelli tradizionali;
  • BOB, il primo e sinora unico iPhone blockchain in circolazione al mondo.

I dispositivi elencati sono in grado di interagire tra di loro e concepiti nel preciso intento di promuovere l’utilizzo delle criptovalute tra gli utenti meno portati per l’innovazione finanziaria. In tal senso occorre sottolineare che se Pundi X si propone di agevolare la diffusione di un atteggiamento positivo nei confronti delle criptovalute, lascia comunque liberi gli utenti di praticare la strada preferita.

Questo approccio morbido con la criptosfera è stato individuato dall’azienda come il modo migliore per infrangere le resistenze e la diffidenza di molti utenti che continuano a preferire, e praticare, i pagamenti tradizionali.

Nel sistema creato, a svolgere il ruolo di vero e proprio propellente è PUNDIX, un token ERC-20 che nel 2018 ha sostituito PXS e PXSXEM. Il token non può essere minato, ma soltanto coniato in modo da poter essere depositato in staking, in modo da promuovere la sicurezza della rete.

Chi si muove dietro Pundi X

Il progetto Pundi X è stato lanciato nel corso del 2017 ad opera di Pitt Huang e Zac Cheah. Entrambi si sono fatti notare per il lavoro pregresso in qualità di imprenditori rivolti all’innovazione. Il secondo, in particolare, prima di fondare Pundi X ha ricoperto la mansione di presidente del W3C dell’HTML5 Interest Group. Abile programmatore, ha conseguito il Master in Informatica presso il KTH Royal Institute of Technology, in Svezia, cui ha successivamente aggiunto un Master in sicurezza informatica presso l’Università norvegese di scienza e tecnologia.

La società è di stanza a Singapore, da dove si dipartono le diramazioni di una filiera finanziaria che si estende a Paesi come Stati Uniti, Australia, Argentina, Spagna, Taiwan, Colombia e Corea del Sud. Ovvero quei mercati che hanno mostrato una notevole ricettività nei confronti dell’innovazione finanziaria.

Le prospettive per il futuro

Pundi X si propone quindi di dare risposte ad un’esigenza reale come quella dei pagamenti in criptovaluta, ad oggi molto problematici. Il fatto di aver predisposto un ecosistema estremamente articolato potrebbe in effetti rivelarsi un punto di forza non indifferente per il progetto.

Al momento, il token si trova al 320° posto nella classifica di CoinMarketCap relativo alla capitalizzazione di mercato. Una posizione la quale può essere considerata interlocutoria e che potrebbe sensibilmente migliorare nel corso dei prossimi mesi. Soprattutto se il token venisse accettato in un numero maggiore di scambi rispetto a quelli che lo hanno accolto sinora.

Tra i punti di forza del progetto occorre anche ricordare le collaborazioni avviate con realtà come NEM, l’associazione indonesiana che si occupa di blockchain e altre. A riprova della validità di fondo di un progetto che si prefigge di fare da ponte tra innovazione finanziaria e vita reale.