Come ogni giovedì, i palazzi del Parlamento si svuotano a partire dal primo pomeriggio, i trolley risuonano sui sampietrini e i parlamentari partono alla volta di casa per il weekend lungo. Per continuare a lavorare alacremente sui territori, si intende.
Intanto, però, la politica non si ferma. Quello di oggi infatti è stato un pomeriggio all’insegna dell’ascolto. Con il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, di fronte al Giurì d’Onore della Camera, e con i sindacati ancora una volta a colloquio con il Governo sul tema dell’Ex-Ilva.
Conte chiede giustizia: “Meloni mi ha offeso”
L’ex premier chiede che sia fatta giustizia, e soprattutto chiarezza, sulle parole dell’attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Davanti al Giurì avrebbe presentato un dossier di circa un centinaio di pagine che ripercorre la storia dei passaggi in Parlamento del Mes.
Le sue dichiarazioni sono protette da segreto, ma il Presidente pentastellato non ha perso occasione per presentarsi di fronte alla stampa e lanciare un messaggio pubblico alla sua ‘avversaria’, che sarà ascoltata domani alle ore 12:00.
“Voglio giustizia”, tuona Conte, che aggiunge: “a nessuno deve essere consentito di venire in Parlamento a ribaltare la realtà dei fatti“.
E allora, per il nuovo capitolo di uno scontro mediatico che ormai prosegue dai tempi della pandemia e della quarantena bisognerà aspettare la giornata di domani. Difficile immaginare che Giorgia Meloni si presti a dichiarazioni stampa, ma potrebbe trovare altre vie per rispondere pubblicamente.
Oggi intanto è stata la giornata del Presidente del Movimento 5 Stelle.
Ex-Ilva, prende piede l’ipotesi di amministrazione straordinaria
Nel primo pomeriggio si passa da un dossier all’altro, e probabilmente le carte arrivate durante le scorse settimane sui tavoli di Palazzo Chigi sono state ben più corpose e pesanti di quelle scritte da Conte. Mentre l’impressione è che Arcelor-Mittal stia continuando a prendere tempo, il Governo sembrerebbe pronto a imboccare la strada dell’amministrazione straordinaria.
Le reazioni dei sindacati, ascoltati nel pomeriggio dai ministri competenti, sono state agrodolci. Da una parte c’è attesa per capire se la separazione da Mittal sarà consensuale o onerosa, e se si passerà per vie legali, dall’altra però c’è preoccupazione per la prospettiva del commissariamento, che offre poche garanzie per lavoratori e imprenditori dell’indotto.
“È uno strumento invasivo che creerà problemi”, le parole di Rocco Palombella. Il segretario della UIlm chiede a gran voce chiarimenti e rassicurazioni al Governo: “saremo ascoltati ancora e proveremo a salvaguardare lavoratori e aziende. Per evitare nuovi, insopportabili sacrifici”.
Se Fiom, Fim e Uilm tirano un sospiro di sollievo per la fine del rapporto con Arcelor-Mittal, devono anche registrare le resistenze dell’ormai quasi ex socio privato.
E ancora una volta è tutto rimandato: appuntamento tra 14 giorni.