Nel 2024, i lavoratori gravosi possono andare in pensione a 63 anni e 5 mesi tramite la misura Ape sociale. Non è una vera e propria svolta, considerando che fino a qualche tempo fa bastavano cinque mesi in meno per accedere a un piano previdenziale fino al perfezionamento dei requisiti per il trattamento ordinario.

Nella legge di Bilancio 2024, sono stati modificati i requisiti di accesso al trattamento, tanto che almeno per l’anno in corso, l’uscita slitta di 5 mesi rispetto a quanto previsto negli anni precedenti. Sul fronte pensionistico, i segnali del cambiamento c’erano tutti.

Sicuramente si sperava in un flop e non nella reintroduzione della categoria dei lavoratori usuranti presenti nella lista del 2018, con la cancellazione delle 23 attività gravose inserite nella legge di Bilancio 2022. Vediamo insieme quali sono i requisiti per accedere all’Ape sociale per i lavoratori gravosi.

Pensione per i lavoratori gravosi 2024

 Sembra che per i lavoratori gravosi presenti nella lista del 2018 ci sarà la possibilità di accedere alla pensione Ape sociale a 63 anni e 5 mesi di età, con un accumulo contributivo di 30 o 36 anni di versamenti.

Come accennato sopra, per le attività gravose inserite con la legge di Bilancio 2022, questa opportunità non sarà concessa.

Per fruire dell’anticipo pensionistico, è importante notare che i lavoratori gravosi devono presentare la domanda entro il 31 marzo 2024, al fine di ricevere una risposta entro il 30 giugno.

Per coloro che non presentano la prima istanza per la verifica del diritto a pensione entro tale data, hanno a disposizione altre due scadenze tra luglio e novembre.

Quali sono i lavori gravosi per l’Ape sociale?

 Al momento, l’unico strumento garantito dallo Stato italiano che consente la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 63 anni e 5 mesi, rispetto all’età pensionabile a 67 anni, è disciplinato dall’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017 e successive modifiche.

La norma prevede l’accesso a un piano previdenziale agevolato a carico dello Stato e accreditato dall’INPS, destinato ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della stessa, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla Gestione Separata.

Inoltre, i lavoratori gravosi devono risultare in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e avere svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure almeno sei anni negli ultimi sette, una o più delle professioni gravose previste dall’allegato 3 della legge 234/2021, quali:

  • professori di scuola primaria, pre-primaria e professioni assimilate;
  • tecnici della salute;
  • addetti alla gestione dei magazzini e professioni assimilate;
  • professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
  • operatori della cura estetica;
  • professioni qualificate nei servizi personali e assimilati;
  • artigiani, operai specializzati e agricoltori.

Quanto valgono gli anni di lavoro gravoso?

I requisiti sopra indicati si applicano anche alla categoria dei conduttori di impianti (allegato 3 della legge 234/2021), che include:

  • conduttori di impianti e macchinari per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali;
  • operatori di impianti per la trasformazione e lavorazione a caldo dei metalli;
  • conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica e di materiali assimilati;
  • conduttori di impianti per la trasformazione del legno e la fabbricazione della carta;
  • operatori di macchinari e di impianti per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi, per la chimica di base e la chimica fine e per la fabbricazione di prodotti derivati dalla chimica;
  • conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
  • conduttori di mulini e impastatrici;
  • conduttori di forni e di analoghi impianti per il trattamento termico dei minerali;
  • operai semi qualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio;
  • operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare;
  • conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento.

La categoria del personale non qualificato include:

  • personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
  • personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
  • portantini e professioni assimilate;
  • professioni non qualificate nell’agricoltura, nella manutenzione del verde, nell’allevamento, nella silvicoltura e nella pesca;
  • professioni non qualificate nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.

Quali sono i requisiti per le altre categorie ammesse all’Ape sociale?

L’indennità APE Sociale spetta anche ai lavoratori che compiono 63 anni e 5 mesi, a condizione che rientrino in una delle seguenti categorie, quali:

  • si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, superiore o uguale al 74% di invalidità e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni.

Per le lavoratrici madri il requisito contributivo viene ridotto di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

A quanto ammonta la pensione per i lavoratori gravosi nel 2024?

 I lavoratori gravosi ricevono come trattamento economico dell’Ape sociale una rendita mensile pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione, fino a 1.500 euro.

Infine, è importante ricordare che l’anticipo pensionistico Ape sociale è un trattamento integralmente garantito dallo Stato italiano, ma l’importo dovuto non è rivalutato né integrato al trattamento minimo.

Durante la fruizione del beneficio, non spetta la contribuzione figurativa e il trattamento non presenta la natura reversibile; pertanto, cessa in caso di decesso del titolare.

L’INPS riconosce l’indennità Ape sociale per 12 mensilità, senza la tredicesima. La rendita mensile viene erogata dall’INPS fino al perfezionamento dei requisiti indispensabili per l’accesso a un trattamento economico ordinario, come ad esempio la pensione di vecchiaia.