Kate Middleton è stata operata all’addome per un intervento abbastanza serio. Non si hanno certezze, ma si sospetta un’ernia o, più probabile, un’isterectomia.

Cos’è l’isterectomia? Quali sono le conseguenze di questo intervento e che differenza c’è tra isterectomia parziale e totale? Scendiamo nei dettagli nel prosieguo dell’articolo.

Cos’è l’isterectomia

Cos’è un’isterectomia

L’utero è l’organo del corpo femminile essenziale per la riproduzione. In alcuni casi, però, quando ci sono malattie o malformazioni, è necessario rimuoverlo chirurgicamente.

I problemi di salute gravi che potrebbero rendere necessario questo intervento, includono, ad esempio, il cancro del collo dell’utero o dell’ovaio, ma anche forme gravi di endometriosi.

Anche il prolasso genitale ( ad esempio la discesa dell’utero nella vagina) può essere un motivo per eseguire un’isterectomia.

Alcuni tumori o condizioni precancerose possono anche essere trattati con un intervento chirurgico.

A volte, una grave complicanza del parto, come un’emorragia, può richiedere la rimozione d’urgenza dell’utero: questa operazione è chiamata isterectomia emostatica.

Prima dell’intervento il medico discute con la paziente quali parti dell’utero devono essere rimosse: a volte è necessaria anche un’ulteriore rimozione delle ovaie o delle tube di Falloppio, operazione che viene definita “isterectomia con annessi“.

Quest’ultimo è il termine medico per indicare le appendici dei genitali femminili o maschili, in questo caso le ovaie.

Vari tipi di isterectomia, parziale o totale. Ecco le differenze

Esistono tre tipi di isterectomia:

  • Isterectomia parziale: in questo caso viene rimosso solo il corpo dell’utero, non la cervice.
  • Isterectomia totale: in questo caso il medico rimuove l’intero utero, compresa la cervice.
  • Isterectomia radicale: in questo intervento vengono rimossi l’utero e la cervice, ma anche le tube di Falloppio (salpingectomia) e le ovaie.

Come viene eseguita un’isterectomia

L’isterectomia è una procedura eseguita in anestesia generale. L’intervento può avvenire in laparotomia (via addominale), via inferiore (via vaginale) o per via laparoscopica (eseguendo 3 o 4 piccole incisioni nell’addome).

La scelta della tecnica chirurgica dipende dal tipo di isterectomia eseguita. Il paziente deve essere a digiuno da almeno 6 ore prima dell’intervento.

Dopo la procedura (generalmente per 24 ore) è possibile posizionare un catetere urinario e un drenaggio. La procedura dura generalmente dai 30 ai 90 minuti. Il ricovero può durare da 1 a 3 giorni.

Cosa succede dopo un’isteroctomia

Dopo un’isterectomia, il normale sanguinamento mestruale si interrompe. Indipendentemente dalla fase della vita in cui viene rimosso l’utero, la procedura può essere psicologicamente stressante per le pazienti

Un’isterectomia significa infertilità e questo può essere un grosso problema per le giovani donne. Sebbene queste pazienti possano soffrire maggiormente di un desiderio insoddisfatto di avere figli, in ogni fascia di età può esserci la sensazione di aver perso parte della propria femminilità.

Se necessario, può avere senso cercare un aiuto terapeutico, per superare il trauma.

Di solito le pazienti possono tornare alla loro vita quotidiana dopo circa tre-sei settimane dall’intervento, ma è necessario evitare sforzi eccessivi.

Nelle prime sei settimane, inoltre, ai pazienti non è consentito sollevare o trasportare un carico superiore a cinque chilogrammi e non è consentito nuotare o fare il bagno.

L’esecuzione di un’isterectomia, che comporta la rimozione dell’utero, comporta automaticamente la cessazione delle mestruazioni, poiché queste sono associate all’espulsione ciclica della mucosa uterina in assenza di gravidanza.

Tuttavia, la conclusione delle mestruazioni non implica necessariamente l’insorgenza della menopausa, a meno che non vengano rimosse anche le ovaie durante l’isterectomia.

Le isterectomie totali, con rimozione di ovaie e tube di Falloppio, possono portare a una condizione nota come “menopausa chirurgica”.

In questi casi, la terapia ormonale sostitutiva può essere raccomandata al momento della dimissione dall’ospedale per mitigare sintomi come vampate di calore, aumento di peso, sudorazione notturna, irritabilità, secchezza vaginale e riduzione della libido.

D’altro canto, le isterectomie subtotale e totale conservative, che mantengono le ovaie, non inducono la menopausa, consentendo alle donne di sperimentare sintomi ciclici come il dolore al seno e le variazioni dell’umore senza mestruazioni, fino a raggiungere la menopausa in modo naturale.